Questo è un estratto dell’articolo di Mike Stone, autore e proprietario del fantastico blog ViroLIEgy, che consigliamo caldamente a tutti di leggere (in particolare ai covidioti): https://viroliegy.com
Mike Stone, insieme a molti altri eroi contemporanei (Il grande Tom Cowan, con il quale siamo fieri di collaborare, Andrew Kaufman, Stefan Lanka, i coniugi Bailey, e molti altri…), è in prima linea per smascherare la truffa antiscientifica della virologia.
La virologia, e più in generale la teoria dei germi, a partire dagli albori, è stata sfruttata da parte delle élite planetarie per fare soldi a palate e tenere letteralmente per le palle l’ignara e demente massa umana, rivelandosi una delle più grandi frodi anti-scientifiche della storia dell’umanità.
Ovviamente, visto che nessuna particella virale è mai stata isolata e a maggior ragione ne è stata dimostrata la patogenicità, anche la storiella del papilloma virus è per forza di cose una balla colossale per perpetrare una violenza assoluta sui poveri bambini che subiscono il sopruso del terribile farmaco, che presenta effetti collaterali devastanti, oltre ovviamente a non servire a nulla, visto che non esiste nessun papilloma virus.
Il virologo tedesco Harald zur Hausen ha il “merito” di aver scoperto il cosiddetto legame tra HPV e il tumore della cervice uterina. Per decenni, gli scienziati avevano cercato di attribuire il cancro ai “virus” senza successo. Hanno tentato di collegare l’herpes simplex al cancro della cervice, ma non sono riusciti a trovare “prove” abbastanza convincenti. Entra allora in scena Harald Zur Hausen e la sua “scoperta” di frammenti di DNA clonato ibridato che, si dice, siano HPV in alcune pazienti con cancro alla cervice. Tuttavia, anche a fronte dell’apparente scoperta di Zur Hausen, molti erano molto scettici su questa connessione, e per una buona ragione. Un breve retroscena sul suo lavoro:
“Zur Hausen iniziò la sua ricerca cercando i virus nelle verruche genitali umane, scoprendo un nuovo tipo di papillomavirus, che chiamò HPV-6 (le versioni da uno a cinque erano già state scoperte, NDR. OVVIAMENTE COME PER OFFICE E PER GLI SMARTPHONE, ESCE SEMPRE IL NUOVO “AGGIORNAMENTO”). Con suo grande disappunto, il suo team non riuscì a trovare l’HPV-6 in nessun campione di tumore della cervice, ma questo lo condusse a un papillomavirus strettamente correlato, chiamato alla fine HPV-11. Nel 1983 zur Hausen pubblicò la prova che l’HPV-11 era presente in tre dei 24 campioni di cancro che aveva testato.”
A questo punto lui e la sua squadra stavano andando alla grande. Divenne evidente che c’erano molti tipi diversi di HPV. Continuarono la loro ricerca e scoprirono l’HPV-16, che fu individuato in circa la metà dei casi di cancro, poi l’HPV-18, presente in circa uno su cinque campioni.
“Stava diventando chiaro che l’infezione con questi due tipi era strettamente legata al cancro della cervice – una scoperta che alla fine è valsa a zur Hausen il premio Nobel”.
È diventato chiaro? 0 casi di cancro cervicale per HPV-6? 3 su 24 per HPV-11? Circa il 50% per l’HPV-16? 1 su 5 per l’HPV-18? Queste statistiche sono ciò che ha determinato il legame tra HPV e cancro? È chiaro che hanno scoperto un DNA casuale che si dice appartenga all’ HPV, ma non c’era assolutamente nessuna prova di alcun “virus”. Un po’ più di chiarezza dalla stesura del premio Nobel di Zur Hausen:
“Ma queste innovazioni non sarebbero state possibili senza la perseveranza di un uomo, lo scienziato che ha proposto e poi dimostrato il legame tra il cancro alla cervice e l’HPV. LA SCOPERTA CAUSÒ UNA RISPOSTA QUASI STIZZITA ALL’EPOCA – NEI PRIMI ANNI ’80 – PERCHÉ LA MAGGIORANZA DEGLI ESPERTI NON CREDEVA CHE I VIRUS POTESSERO CAUSARE IL CANCRO, e i pochi che lo credevano si concentravano su un virus completamente diverso”.
“QUELLO SCIENZIATO era il dottor HARALD ZUR HAUSEN, professore emerito, che attualmente lavora al Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro, a Heidelberg, di cui è anche l’ex direttore scientifico. Quella scoperta gli è valsa metà del premio Nobel 2008 per la fisiologia e la medicina, condiviso con 2 scienziati francesi, che hanno “scoperto” il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), NDR. una delle truffe più colossali della storia dell’umanità, seconda solo al covidde. Il Nobel è l’ultimo e il più prestigioso dei numerosi premi che ha vinto grazie a questa ricerca, tra cui il premio alla carriera dell’American Association of Cancer Research, l’Award for Lifetime Achievement. La citazione del Nobel dice che il Dr. Zur Hausen è andato “CONTRO IL DOGMA CORRENTE DEL TEMPO”, e la sua proposta di un ruolo dell’HPV nel cancro cervicale è andata contro le opinioni prevalenti negli anni 70″ (NDR. perlomeno c’era qualche scienziato coscienzioso).
C’è voluto del tempo per raccogliere prove a sostegno della sua ipotesi. Come spiega la citazione del Nobel, DR. ZUR HAUSEN HA IPOTIZZATO CHE LE CELLULE TUMORALI, SE CONTENGONO UN VIRUS ONCOGENO, DEVONO OSPITARE IL DNA VIRALE INTEGRATO NEI LORO GENOMI. Ma ci sono voluti più di 10 anni per dimostrarlo, perché il processo era complicato dal fatto che solo alcune parti del DNA virale erano integrate nel genoma dell’ospite.
La svolta avvenne all’inizio degli anni ’80, quando il Dr. Zur Hausen e il suo team trovarono un NUOVO DNA dell’HPV nelle BIOPSIE DEL CANCRO CERVICALE, scoprendo così il VIRUS CANCEROGENO HPV 16 nel 1983. Un anno dopo, il team ha clonato HPV 16 e HPV 18 da pazienti con cancro alla cervice. La citazione del Nobel nota che il team ha messo questi cloni a disposizione della comunità scientifica, e il Dr. Zur Hausen ha commentato che sono stati “distribuiti in tutto il mondo”. Ironicamente, altri hanno poi brevettato e tratto profitto da questa ricerca.
Da allora, l’HPV 16 e 18 SONO STATI TROVATI CONSISTENTEMENTE IN CIRCA IL 70% DELLE BIOPSIE DI CANCRO ALLA CERVICE IN TUTTO IL MONDO, ha detto il comitato del Nobel. Questa ricerca alla fine ha portato allo sviluppo di un vaccino contro l’HPV 16 e HPV 18, che millantano fornisca più del 95% di protezione da queste infezioni. TUTTAVIA, IL COMITATO ERA CAUTO NELLE SUE PREVISIONI DELL’IMPATTO CHE QUESTO AVRÀ, COMMENTANDO CHE “POTREBBE RIDURRE LA NECESSITÀ DI CHIRURGIA E IL FARDELLO GLOBALE DEL CANCRO ALLA CERVICE”.
COMMENTO: come al solito, sti deficienti anti-scientifici confondono la correlazione con il nesso di causa-effetto, come se osservando i pompieri sul luogo di un incendio, si cominciasse ad incolpare loro per averlo appiccato, una totale demenza agli antipodi del metodo scientifico, che solo delle prostitute prezzolate o dei ritardati totali potrebbero accettare come verità scientifica.
L’idea era così rivoluzionaria che ci volle un po’ di tempo per essere accettata tra la comunità scientifica (NDR. E TE CREDO!), ha commentato Attila Lorincz, PhD, professore di epidemiologia molecolare presso l’Istituto Wolfson di Medicina Preventiva, nel Regno Unito. Molti esperti non riuscivano a credere che un virus potesse causare il cancro e si concentravano invece su altri fattori ambientali (NDR. ECCO PERSONE SERIE) e predisposizioni genetiche, ha detto. “Ci sono voluti altri 10 anni prima che la maggioranza degli scettici venisse silenziata (NDR. CENSURA E CORRUZIONE HANNO SEMPRE FUNZIONATO), e perfino qualche anno fa, c’erano ancora alcuni medici e scienziati anziani recalcitranti (NDR. LE NUOVE GENERAZIONI SI SONO RIVELATE COMPLETAMENTE PUSILLANIMI E COLLABORAZIONISTE, COME AMPIAMENTE CONFERMATO DAL 2020 A OGGI)”.
Così Zur Hausen suppose che se ci fossero “virus oncogeni”, allora il DNA “virale” sarebbe integrato nei genomi tumorali. In altre parole, non c’è bisogno di trovare un “virus”, solo i frammenti di DNA legati ad esso. Hmmm… dove l’ho già sentito (un indizio, “Coviddi”/PCR docet).
Così ha trovato un nuovo DNA, non un nuovo “virus”. Perfino con la sua scoperta, i suoi colleghi e persino la redazione del premio Nobel erano scettici (NDR. OVVIAMENTE). Forse volevano vedere l’HPV realmente purificato/isolato preso direttamente da un paziente malato invece di frammenti di DNA ibridati a caso che si presumeva fossero “un nuovo virus”? Forse avevano bisogno di vedere la prova che questo “virus” fosse effettivamente patogeno?
Trovare frammenti casuali di DNA in alcune pazienti con cancro della cervice e affermare che è una nuova versione di HPV sarebbe la causa del cancro, richiederebbe prove solide. Questa non la era affatto!
In ogni caso, per poter anche solo tentare di dire che il DNA fosse “virale”, si dovrebbe dimostrare che il “virus” HPV esista, ancora prima di poterne ramificare centinaia di versioni diverse. Questo mi ha portato al documento di Maurice Strauss, Henry Bunting e Joseph Melnick del 1949:
“PARTICELLE “CRISTALLINE” SIMILI A VIRUS DAI PAPILLOMI DELLA PELLE CARATTERIZZATE DA CORPI DI INCLUSIONE INTRANUCLEARI.”
Questo è un rapporto dell’OSSERVAZIONE CON MICROSCOPIA ELETTRONICA DI CORPI SIMIL-VIRALI che sono stati ottenuti da papillomi della pelle. Questi papillomi sono caratterizzati dalla presenza di corpi di inclusione intranucleari, e i corpi elementari ottenuti da loro tendono ad essere disposti in un modello cristallino. “CINQUE DI QUESTE LESIONI SONO STATE STUDIATE AL MICROSCOPIO ELETTRONICO”.
Essenzialmente, hanno preso diversi tipi di verruche da diverse persone, le hanno macinate, mescolate con ossido di alluminio e acqua, le hanno centrifugate velocemente per un po’, hanno preso il surnatante e l’hanno osservato al microscopio elettronico. Hanno poi ipotizzato che qualsiasi particella osservata che assomigliasse a un “virus” fosse senza ombra di dubbio un “virus”. In questo caso, le hanno confrontate con particelle che assomigliavano a virus vegetali. Allora, hanno effettivamente dimostrato che quello che sostenevano essere HPV fosse un vero “virus”? No, e da qui infatti deriva la denominazione “particelle simil-virali“ che si trova nel titolo e nel riassunto.
Nel 1952, Melnick, Bunting e Strauss effettuarono uno studio di follow-up. È ovvio che anche tre anni dopo non potevano ancora affermare che l’HPV fosse un “virus”:
“MICROSCOPIA ELETTRONICA DEI VIRUS DEL PAPILLOMA UMANO, DEL MOLLUSCUM CONTAGIOSUM E DELLA VACCINIA, COMPRESE LE OSSERVAZIONI SULLA FORMAZIONE DEL VIRUS ALL’INTERNO DELLA CELLULA.”
“L’aspetto istologico dei papillomi che producono particelle simili a virus è descritto in dettaglio in un articolo di Bunting e Strauss”.
“L’identificazione assoluta dei corpi di inclusione intranucleari nei preparati di Feulgen,
PER EVITARE LA CONFUSIONE CON LE MASSE DI CROMATINA, È STATA ASSICURATA DAL CONFRONTO CON DISEGNI e kodachrome delle stesse cellule precedentemente colorate con ematossilina ed eosina”.
“Le formazioni isolate da questi papillomi costituiscono la prima sostanza cristallina di questo tipo ottenuta da qualsiasi crescita animale. QUESTA PARTICELLA CARATTERISTICA È PROBABILMENTE DI NATURA VIRALE e responsabile della comparsa e della crescita della verruca. IN PASSATO, SONO STATI TROVATI VIRUS SFERICI CHE PRODUCONO TALI MODELLI CRISTALLINI. Questo è stato particolarmente vero per ALCUNI VIRUS VEGETALI e, in alcune occasioni, preparazioni altamente purificate di batteriofagi sferici hanno prodotto modelli simili.
Tuttavia, IL FATTO CHE PREPARAZIONI RELATIVAMENTE IMPURE DI SOSPENSIONI di queste verruche producano tali modelli indica il marcato grado di attrazione che queste particelle hanno l’una per l’altra e la loro uniformità. Il diametro di queste particelle è dello stesso ordine di grandezza di quello trovato per il virus del papilloma del coniglio di Shope.”
“I caratteristici cambiamenti istopatologici osservati in queste lesioni, che non si vedono in ogni verruca comune, SONO APPARENTEMENTE ASSOCIATI ALLA PRESENZA DELLE PARTICELLE SIMIL-VIRALI sopra descritte. Si potrebbe concludere che il normale sviluppo delle cellule epidermiche è stato distorto in misura maggiore rispetto a quello che si verifica nella semplice iperplasia. IL CORPO DI INCLUSIONE INTRANUCLEARE EOSINOFILICO, PRESUNTIVAMENTE INDICATIVO DELLA PRESENZA DEL VIRUS, è piccolo quando è osservato per la prima volta nel primo o secondo strato di cellule sopra il basale.”
Ancora una volta si riferiscono all’HPV come particelle “simil-virali”. Esaminando di nuovo sotto EM, hanno fatto riferimento a disegni e kodachrome per non confondere eventuali masse con la cromatina (una sostanza all’interno di un cromosoma costituita da proteine, RNA e DNA). Dichiarano che la struttura cristallina è “probabilmente” un “virus” principalmente a causa della similitudine con i “virus” vegetali. Ammettono che il materiale che stanno esaminando è impuro, i cambiamenti istopatologici sono APPARENTEMENTE associati a particelle “simil-virali”, e che il corpo d’inclusione eosinofilico è PRESUNTIVAMENTE indicativo della presenza di un “virus”. Quindi, ancora una volta, nessuna prova che l’HPV sia un “virus”.
Da questi due articoli, sembra sicuro dire che l’HPV non sia mai stato adeguatamente purificato/isolato né dimostrato patogeno. Andando avanti di qualche decennio, fino al 1983, arriviamo alla “prova” di Harald Zur Hausen che l’inesistente HPV provoca il cancro alla cervice:
“UN PAPILLOMAVIRUS, IL DNA DI UN CARCINOMA DELLA CERVICE E LA SUA PREVALENZA IN CAMPIONI BIOPTICI DI CANCRO DA DIVERSE REGIONI GEOGRAFICHE”
“IL DNA DI UN CAMPIONE BIOPTICO DI CANCRO INVASIVO DELLA CERVICE CONTENEVA SEQUENZE CHE SI IBRIDAVANO CON IL DNA DEL PAPILLOMAVIRUS UMANO (HPV) DI TIPO 11 SOLO IN CONDIZIONI NON STRINGENTI. Questo DNA è stato clonato molecolarmente in un fago A. In condizioni di ibridazione STRINGENTE si è ibridato in misura minima (meno dello 0,1%) con i tipi di HPV 10, 14 e 15 e non ha mostrato alcuna omotipia con il DNA di altri tipi di HPV umano. Proponiamo quindi di designarlo provvisoriamente come HPV 16. Il DNA dell’HPV 16 è stato utilizzato come sonda per testare altri campioni di biopsia di tumori della cervice, della vulva e del pene, così come verruche genitali benigne (condilomi acuminati) e displasie cervicali per la presenza di sequenze omologhe. NEL 61,1% (11/18) DEI CAMPIONI DI CANCRO ALLA CERVICE di pazienti tedeschi, sono state trovate sequenze che si ibridavano con il DNA di HPV 16 in condizioni molto stringenti. IN CONTRASTO, SOLO il 34,8% (8/23) DEI CAMPIONI DI BIOPSIA DEL CANCRO provenienti dal Kenya e dal Brasile hanno rivelato questo DNA. I campioni di biopsia del cancro della vulva e del pene si sono IBRIDIZZATI rispettivamente al 28,6% (2/7) o al 25% (1/4). SOLO 2 SU 33 CONDILOMI ACUMINATI CONTENEVANO il DNA dell’HPV 16. Entrambi i tumori positivi contenevano in aggiunta DNA dell’HPV 6 o HPV 11. I dati indicano quindi che il DNA dell’HPV 16 prevale nei tumori maligni, rendendo piuttosto improbabile una contaminazione accidentale con DNA di papillomavirus da papillomi adiacenti. La rara presenza nei papillomi genitali BENIGNI oltre ai comuni virus del papilloma genitale SUGGERISCE UNA DIPENDENZA DELLA REPLICAZIONE DI HPV 16 DAI VIRUS AIUTANTI.”
“C’è una crescente evidenza che i papillomavirus POSSONO ESSERE COINVOLTI NELL’EZIOLOGIA DI ALCUNI TIPI DI CANCRO negli animali e nell’uomo”.
“Il cancro genitale umano rivela caratteristiche epidemiologiche di eventi infettivi. Due gruppi di virus sono stati trovati coinvolti: i virus dell’herpes simplex e i papillomavirus (HPV). Poiché il nostro gruppo ha costantemente fallito nel rilevare il DNA dell’herpes simplex negli esemplari di biopsia dei tumori alla cervice, ma ha fornito prove di funzioni simili a quelle degli iniziatori di queste infezioni virali (DATI NON PUBBLICATI NEL LORO RIFERIMENTO), abbiamo concentrato il nostro interesse sulla persistenza del DNA dei papillomavirus nei tumori genitali”.
“Recentemente, tre gruppi hanno segnalato la presenza di DNA dell’HPV in alcuni tumori genitali: Green et al. hanno riferito che 2 SU 31 CARCINOMI DELLA CERVICE e 2 SU 10 CARCINOMI DELLA VULVA contenevano SEQUENZE RELATIVE A UN VIRUS CHE PROBABILMENTE RAPPRESENTA l’HPV (Zachow et al.). Hanno riportato DNA ibridato con quello dell’HPV 6 in condizioni rigorose in due carcinomi verrucosi e un carcinoma in situ della vulva. In condizioni non stringenti i DNA di un ulteriore carcinoma verrucoso e di tre carcinomi in situ della vulva si sono ibridati con il DNA utilizzato da Green et al. nel loro studio. Gissmann et al. (DATI NON PUBBLICATI) hanno rilevato un DNA che reagiva in modo incrociato o identico al DNA dell’HPV 6 o HPV 11 in 6 tumori di Buschke-Lowenstein (carcinomi verrucosi non metastatizzanti) e in 5 SU 27 CAMPIONI DI BIOPSIA DI CANCRO ALLA CERVICE (3 di essi rappresentavano un cancro invasivo e 2 carcinomi in situ). Nel presente studio il DNA che si ibrida con l’HPV 11 IN CONDIZIONI NON STRINGENTI in UNO di questi tumori è stato CLONATO MOLECOLARMENTE e USATO COME PROBE per testare i tumori genitali benigni e maligni per la presenza di sequenze OMOLOGHE. I dati rivelano una sorprendente prevalenza di questo DNA nei tumori maligni e la sua presenza molto occasionale nei papillomi benigni.”
LA CARATTERIZZAZIONE DEI TIPI DI PAPILLOMAVIRUS È ATTUALMENTE BASATA ESCLUSIVAMENTE SULL’ANALISI DEL DNA DOPO LA CLONAZIONE MOLECOLARE.
“Molti dei tipi classificati sono stati identificati solo da DNA DEI TUMORI CHE CONTENGONO QUESTI GENOMI e NON SONO ANCORA STATI DIMOSTRATI IN PARTICELLE DI PAPILLOMAVIRUS. Un basso grado di omologia di base, rilevabile in condizioni di ibridazione a stringenza ridotta, un’organizzazione genica simile, e uno stato episomale non integrato caratterizzano gli isolati ottenuti finora.”
Caratteristiche simili sono rivelate dal DNA del papillomavirus isolato direttamente (NDR. in realtà nessun virus è mai stato isolato secondo la vera definizione di isolamento) da un campione bioptico di carcinoma invasivo umano della cervice. Questo DNA si ibrida con HPV 6 o HPV 11 in condizioni non stringenti e si ibrida in misura molto bassa (meno dello 0,1%) con HPV 10, 14, 15 e un tipo non ancora classificato isolato da una paziente affetta da epidermodisplasia verruciforme (G. Orth, COMUNICAZIONE PERSONALE) ad alta stringenza, mentre nessuna reazione positiva è stata ottenuta con gli altri tipi di virus in queste condizioni. Un confronto con il DNA di HPV 7 non è stato possibile perché il DNA clonato di questo tipo non è ancora disponibile. Il fatto che finora il DNA di questo papillomavirus sia stato trovato esclusivamente nelle verruche delle mani di un macellaio, rende l’identità con il DNA del papillomavirus della cervice piuttosto improbabile. L’isolato qui descritto è quindi provvisoriamente designato come HPV 16. Il DNA dell’HPV 16 esiste in uno stato extracromosomico nel tumore (DATI NON PUBBLICATI). Le molecole circolari, tuttavia, sembrano essere presenti in forme multimeriche.
La presenza di questo DNA in più del 60% dei campioni di biopsia del carcinoma della cervice dei pazienti tedeschi e la sua assenza dalla maggior parte dei PAPILLOMI benigni della stessa regione è un’osservazione sorprendente. Rivela una notevole specificità delle infezioni da HPV 16 per i tessuti maligni. Questo rende piuttosto improbabile una CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE dal tessuto papillomatico adiacente. La presenza di questo DNA in 2 su 33 condilomi acuminati, oltre a quantità molto maggiori di HPV 6 o HPV 11, potrebbe fornire un indizio per la particolare distribuzione del DNA di HPV 16. Sebbene l’HPV 16 esista solo come molecole circolari di lunghezza monomerica in queste lesioni (DATI NON PUBBLICATI), SI TENDE A SPECULARE CHE IL DNA dell’HPV 16 È DIFETTOSO E RICHIEDE LA COMPLEMENTAZIONE DA PARTICOLARI TIPI DI PAPILLOMAVIRUS PER L’INCAPSULAMENTO E L’INFETTIVITÀ. Questo naturalmente deve essere comprovato da ulteriori esperimenti.
Il DNA ha mostrato una certa eterogeneità nel tessuto tumorale, suggerendo o l’esistenza di vari sottotipi o riarrangiamenti genomici durante lo sviluppo del cancro.
Sembra esistere una certa differenza geografica nell’incidenza dell’HPV 16 nel cancro genitale umano. Solo il 34,8% dei campioni bioptici di cancro della cervice ottenuti dal Kenya e dal Brasile contenevano sequenze di ibridizzazione incrociata. Questo può riflettere la prevalenza di altri tipi di papillomavirus in queste regioni. Infatti, almeno tre tipi aggiuntivi sono stati dimostrati all’interno di campioni bioptici di cancro genitale umano: HPV 6 nei tumori di Buschke-L6wenstein o nei carcinomi verrucosi della vulva e del pene, DNA virale PROBABILMENTE IDENTICO con HPV 10 in 2 su 31 tumori cervicali e in 2 su 10 tumori vulvali, e DNA HPV 11 in alcuni tumori della cervice. È quindi evidente che diversi tipi di papillomavirus possono essere trovati nei carcinomi a cellule squamose genitali. Ciò è ulteriormente sottolineato da questo studio, che ha rivelato ulteriori tumori positivi ibridando in condizioni di bassa severità con altri tipi di DNA HPV. Attualmente, la percentuale totale di campioni bioptici di cancro della cervice positivi (casi tedeschi) ammonta al 72%. Ci aspettiamo che la caratterizzazione di altri tipi di HPV aumenti la percentuale di tumori positivi.
LA PRESENZA REGOLARE DI DNA HPV IN CAMPIONI DI BIOPSIA DI CANCRO GENITALE NON PROVA DI PER SE’ UN COINVOLGIMENTO EZIOLOGICO DI QUESTE INFEZIONI VIRALI (NDR. MADDAI!), anche se l’apparente specificità tumorale dell’HPV 16 SUGGERISCE un tale ruolo (NDR. CAGATA PAZZESCA COMPLETAMENTE PRIVA DI LOGICA). Il loro SIGNIFICATO BIOLOGICO così come le INTERAZIONI PROPOSTE con gli eventi iniziali richiedono certamente un’ulteriore indagine”.
In sintesi:
- il DNA di un campione bioptico di cancro invasivo della cervice contiene SEQUENZE che si ibridizzano (per formare coppie di basi tra regioni complementari di due filamenti di DNA che non erano originariamente accoppiate) con il DNA del papillomavirus umano (HPV) tipo 11 SOLO IN CONDIZIONI NON STRINGENTI (cioè non rigorose, non precise, non convincenti).
- sotto CONDIZIONI STRINGENTI (cioè rigorose, precise, convincenti) di ibridazione si è incrociato in misura minima (meno dello 0,1%) con i tipi di HPV 10, 14 e 15 e non ha mostrato alcuna omotipia con il DNA di altri tipi di HPV umani.
- naturalmente, con questa prova “convincente” da una sola biopsia, hanno deciso che si trattava di un nuovo HPV e quindi hanno proposto di designarlo provvisoriamente come HPV 16.
- il DNA dell’HPV 16 è stato quindi utilizzato come sonda per testare altri campioni di biopsie tumorali di cancro della cervice, della vulva e del pene, nonché verruche genitali benigne (condilomi acuminati) e displasie cervicali PER LA PRESENZA DI SEQUENZE OMOLOGHE (cioè aventi gli stessi geni o geni allelici con locus genici solitamente disposti nello stesso ordine)
- nel 61,1% (11/18) dei campioni di cancro della cervice di pazienti tedesche sono state trovate sequenze.
- al contrario, solo il 34,8% (8/23) dei campioni di biopsia del cancro del Kenya e del Brasile ha rivelato questo DNA.
- i campioni di biopsia del tumore del collo dell’utero e del pene si sono ibridati rispettivamente al 28,6% (2/7) o al 25% (1/4).
- solo 2 dei 33 condilomi acuminati contenevano DNA HPV 16.
- la rara presenza nei papillomi genitali BENIGNI, oltre ai comuni virus del papilloma genitale, suggerisce una dipendenza della replicazione dell’HPV 16 dai “virus herpes”.
- affermano che c’è una crescente evidenza che i papillomavirus POSSANO ESSERE COINVOLTI nell’eziologia di alcuni tumori negli animali e nell’uomo.
- Poiché hanno costantemente fallito nel rilevare il DNA di HERPES SIMPLEX negli esemplari di biopsia del cancro cervicale, hanno deciso di concentrarsi sul DNA dei papillomavirus nelle verruche genitali.
- tre gruppi hanno riportato la presenza di DNA HPV in alcuni tumori genitali: Green et al. hanno riportato che 2 SU 31 CARCINOMI DELLA CERVICE e 2 SU 10 CARCINOMI DELLA VULVA contenevano sequenze relative a un “virus” che “PROBABILMENTE RAPPRESENTA l’HPV 10”.
- in un altro studio, solo 5 dei 27 campioni di biopsia del cancro della cervice presentavano il DNA dell’HPV.
- Il DNA che si ibridava con l’HPV 11 IN CONDIZIONI NON STRINGENTI in UNO di questi tumori è stato CLONATO MOLECOLARMENTE e USATO COME PROBE per testare i tumori genitali benigni e maligni per la presenza di sequenze OMOLOGHE.
- si noti che la sezione materiali e metodi discute il processo di ibridazione e clonazione del DNA che si dice appartenga all’HPV 16, ma non fa alcuna menzione ad alcuna purificazione/isolamento del “virus” effettuata precedentemente.
- UN TUMORE (WV 2916) presentava sequenze di papillomavirus con un insolito modello di scissione Pst I (Fig. 1) NON RILEVABILE IN CONDIZIONI STRINGENTI.
- la costruzione di una libreria genomica e il successivo screening delle placche con DNA HPV 11 marcato con 32P IN CONDIZIONI NON STRINGENTI ha dato come risultato un certo numero di FAGI RICOMBINANTI contenenti il frammento di 7,2 kb
- notare la parola RICOMBINANTE: “Le molecole di DNA ricombinante sono molecole di DNA FORMATE DA METODI DI LABORATORIO di ricombinazione genetica che mettono insieme MATERIALE GENETICO DA MOLTE FONTI, CREANDO SEQUENZE CHE NON SI TROVANO ALTRIMENTI NEL GENOMA”.
- l’ibridazione del frammento di 7,2 kb con il DNA dei tipi di papillomavirus umano finora caratterizzati in condizioni rigorose ha prodotto una reazione positiva SOLO CON gli HPV 10, 14 e 15 (G. Orth) e un isolato ancora non identificato di un paziente con epidermodisplasia verruciforme.
- il grado di ibridazione incrociata con questi tipi è stato STIMATO INFERIORE allo 0,1%, quindi hanno deciso che deve trattarsi di un nuovo HPV.
- Poiché hanno trovato una percentuale più alta di tumori non europei NEGATIVI (65,2%), nonché materiali contenenti concentrazioni rilevabili di papillomavirus DIVERSI (8,7%), ritengono che ciò suggerisca che altri tipi di virus possano essere presenti nei tumori di pazienti di queste aree.
- solo 2 su 33 (6,1%) verruche genitali contenevano DNA HPV 16.
- ammettono che la caratterizzazione dei tipi di papillomavirus si basa esclusivamente sull’analisi del DNA dopo la clonazione molecolare.
- molti dei tipi classificati sono stati IDENTIFICATI SOLO DAL DNA DEI TUMORI PORTATORI DI QUESTI GENOMI e NON SONO ANCORA STATI DIMOSTRATI in particelle di papillomavirus.
- ritengono che il DNA dell’HPV 16 trovato nel 60% delle pazienti tedesche e la sua assenza dalla maggior parte (non da tutti) i papillomi benigni della stessa regione renda piuttosto improbabile una CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE dal tessuto di papilloma adiacente.
- concludono affermando che la regolare PRESENZA di DNA di HPV in campioni bioptici di cancro genitale NON PROVA DI PER SE’ un coinvolgimento eziologico di queste “infezioni virali” e il loro SIGNIFICATO BIOLOGICO così come le INTERAZIONI PROPOSTE con eventi iniziali richiedono certamente un’ulteriore indagine.
L’articolo di Zur Hausen è un microcosmo di ciò che è sbagliato nella virologia. Ha supposto che un “virus” possa causare il cancro alla cervice. Ha supposto che fosse l’HPV. Anche se il DNA che ha trovato si è incrociato con HPV 10, 14 e 15 per meno dello 0,1% e non ha condiviso alcuna omologia con qualsiasi altro HPV; ha supposto di aver scoperto HPV-16. Quando ha usato il DNA dell’HPV-16 per sondare le prove, ha potuto trovarlo solo in alcuni (non tutti) casi di cancro cervicale che variavano selvaggiamente in base alla posizione geografica, eppure ha ancora supposto che fosse la causa del cancro.
Quando il ricercatore che assume tutte queste cose come vere, poi ammette nel suo stesso documento che trovare il DNA che si dice essere associato all’HPV non prova che l’HPV causi il cancro a cui è stato associato, mentre nota che sono necessarie ulteriori indagini, ci sono alcuni problemi piuttosto grandi con le suddette prove.
In estrema sostanza, i virologi continuano a costruire sequenze virali senza avere un vero golden standard isolato originale di cui è stata provato il nesso causa-effetto per la patogenicità.
I materiali genetici che trovano con l’uso inappropriato della PCR, potrebbero essere tranquillamente prodotti dal corpo in risposta agli insulti ambientali.
Se l’Ing. Angeleri e l’Ing. Rossiello domani presentassero supposizioni di questo tipo riguardanti i loro studi per una peer review millantando che si tratti di un lavoro “scientifico”, gli sputerebbero immediatamente in un occhio come nel famoso film di Totò.
Il fatto è che anche a fronte dell’ammissione dei ricercatori stessi coinvolti negli studi che i risultati ottenuti sono ben lontani da dimostrare un nesso di causalità, i proprietari delle lobbies miliardarie fanno un bel cherry picking di quello che gli interessa per raggiungere i loro obiettivi di vendita, con buona pace della “sciura Pina” che porta al patibolo i suoi figli pensando di fare loro del bene.
Lo stesso avviene con il covid-19 e nel più piccolo con la Vitamina D, i probiotici e tutte le altre nefandezze che devono far passare per salvifiche facendo girare miliardi e miliardi di dollari/euro.
Mi raccomando, state ben alla larga di chi vuol farvi del bene, la regola fondamentale della vita.
RIFERIMENTI:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12977018/
https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.80.12.3812