di: Angelo
Il 20 giugno scorso ho avuto l’opportunità di assistere ad un breve convegno tenuto dall’amico Fabio Piccini sul tema “dieta ed Alzheimer”.
Alle 21 puntuale ero in sala ed ho avuto il piacere finalmente di conoscere Fabio di persona, persona davvero cortese, preparata e soprattutto umile. In splendente forma fisica: è uno che predica bene e razzola bene! Per tutto questo è, e sarà sempre, un amico del nostro blog! L’intervista concessa da Fabio (qui).
Cercherò, nell’esposizione, di essere più breve e schematico possibile. Il dottore è stato presentato in modo adeguato ed entusiasta dal Sig. Massimo Redenti (Governatore della Confraternita di Misericordia di Anghiari) che poi ha passato il microfono al nostro protagonista che ha iniziato il convegno presentando me, che ero presente in sala, ed il nostro blog agli astanti, cosa, per noi inattesa ma che ci ha dato grande soddisfazione e stimolo per il lavoro fatto fin’ora e che, speriamo di continuare a fare. Ci ha ringraziati per la nostra presenza.
L’ispirazione per questo mini convegno gli è venuta a seguito di una traduzione di un libro sul tema (M. Sabbagh, B. McMillan, La dieta Anti-Alzheimer, Edizioni Plan) appassionandosi poi all’argomento. Non è a tutti noto che l’Alzheimer (ndr. noi dello staff di evolutamente.it consideriamo la malattia strettamente collegata alla sindrome metabolica ed all’infiammazione) è la 7^ causa di morte e ciò era inimmaginabile fino a 50 anni or sono quando era una malattia assolutamente rara. E’ una malattia stranamente poco considerata dai mass media nonostante gli enormi numeri e non ci sono grandi associazioni che sostengono ricerca e sensibilizzazione sul tema. Per esempio si parla tantissimo di Sclerosi Multipla quando i casi di questa malattia sono nettamente inferiori all’incidenza di Alzheimer. Si pensi che solo nel 2010 i casi accertati furono di 36 milioni. Nel 2050 si prevede saranno ben 115 milioni! Lo stesso trend delle malattie legate alla sindrome metabolica.
La malattia ha un filo diretto con l’obesità ed il diabete che probabilmente innescano il declino cognitivo. La predisposizione genetica conta per appena 5% (e per i casi ad insorgenza precoce). Un tassello importante è costituito dalla diagnosi precoce. La malattia colpisce normalmente dopo i 60 anni ed i sintomi iniziali sono proprio associabili al declino che avviene appunto con l’età.
Esistono alcuni test specifici per individuarla. Uno è il “Mini Mental State” (Più info). Questo test è strutturato in una serie di domande e prove pratiche a cui si associa un punteggio ed, in base al punteggio finale, si possono successivamente definire le analisi cliniche da effettuare come conferma della malattia. Il test prevede domande sull’orientamento spazio-temporale (tipo che giorno è oggi? Dove siamo?…); Test mnemonici molto semplici; Test matematici tipo contare a ritroso; Dire una parola al contrario; Ricordare proverbi; Riconoscimento oggetti; Eseguire gesti normalissimi (tipo mettere in tasca un foglio); Disegnare un oggetto (tipo un orologio con un orario). Il dottore ha mostrato disegni di orologi da parte di pazienti che mostrano addirittura evidenza di malattia allo stato avanzato con demenza frontotemporale. La malattia si mostra in modo molto subdolo in quanto più è alto il livello intellettivo del soggetto e più lentamente si manifesta.
In ogni caso normalmente si manifesta con questa progressione:
1. problemi di linguaggio
2. perdita di orientamento
3. amnesie di eventi recenti
4. eccessivi sbalzi di umore
5. alterazioni della personalità
6. incapacità di formulare pensieri astratti
Come è evidente, con i parametri su elencati, anche se manifesti, è difficile formulare con certezza la malattia che si sovrappone in parte con il normale deterioramento cognitivo che avviene con l’avanzare dell’età. La sostanza proteica beta-amiloide inizia a distruggere il cervello, in particolare le zone che hanno a che fare con il linguaggio e con la memoria. Disorganizza successivamente tutto il sistema nervoso. E’ una malattia degenerativa che avanza gradualmente fino alla morte. In alcuni casi c’è anche la perdita di controllo degli sfinteri con chiari problemi di natura sociale, il malato può dimenticarsi persino di masticare o deglutire il boccone con evidente pericolo di affogamento.
Cura? Non esiste!
Ad oggi NON ESISTE TERAPIA per questa malattia.
Perchè si sviluppa.
– fattori genetici (circa il 5%)
– genotipo alipoproteina (ApoE4) (responsabile delle forme precoci). Si può verificare con una semplice analisi di laboratorio
– sesso (colpisce 3 volte di più le donne rispetto agli uomini forse per questioni ormonali: menopausa, carenza di estrogeni)
– età
– livello di educazione (istruzione, curiosità)
Interessante è commentare quest’ultimo punto, si è visto che le persone che hanno studiato e che sono curiose e tengono in allenamento il cervello hanno molte meno probabilità di sviluppare la malattia.
FATTORI BIOCHIMICI
– infiammazione (ndr. silente)
– radicali liberi (si intuisce che i primi due punti sono legati a filo diretto)
– deficit del fattore di crescita nervoso (NGF)
– deficit di estrogeni (per le donne)
Ed inoltre:
– chi ha avuto traumi cranici con perdita di coscienza nel passato
– chi ha avuto figli in età avanzata (donne)
Possibili cure:
– uso di estrogeni (in fase di verifica)
– antiossidanti
– vitamina B-12 e folati
– aumentare il colesterolo HDL
– poco altro.
COME PROTEGGERSI-PREVENIRE
– correggere il sovrappeso
– correggere l’eventuale resistenza insulinica
– massimizzare il colesterolo HDL
– combattere i radicali liberi (dieta e uso di antiossidanti)
– correggere l’equilibro acido-basico
– stimolare il cervello (come fosse un muscolo, allenandolo!)
CONSIGLI DIETETICI
1. aumentare il consumo di frutta e verdura
2. mangiare pesce fresco selvaggio (per gli omega 3)
3. utilizzo di spezie ed in particolare: cannella, curcuma, chiodi di garofano, zenzero e peperoncino
4. aumentare il consumo di grassi buoni come cocco, avogado e burro che aiutano a formare la struttura mielinica cerebrale
5. consumare vino rosso (un integratore di resveratrolo non basta) (ndr. come presente, ho portato, come presente, al dottore una bottiglia di bianco! Se ne farà una ragione!) e the verde
6. consumare cacao (cioccolato fondente)
Assolutamente NO a:
1. grassi vegetali idrogenati o parzialmente idrogenati
2. zucchero
3. alimenti ricchi di carboidrati raffinati
4. farine bianche
5. fumare
Lifestyle:
1. imparare sempre cose nuove, essere curiosi
2. imparare a suonare o continuare a farlo
3. fare giochi stimolanti (per es. scacchi)
4. imparare le lingue
5. evitare il buio di giorno! Aumentare, di contro, l’esposizione di giorno (o aumentare la luminosità artificiale in ambienti chiusi)
6. ogni tanto saltare un pasto, praticare il digiuno intermittente che stimola la rigenerazione del sistema neuronale
Per il punto 5 il dottore ha brevemente illustrato uno studio olandese dove i ricercatori semplicemente raddoppiando l’intensità della luce nelle sale di un ospizio per anziani (di giorno) hanno evidenziato un miglioramento nel normale decorso della malattia.
Conclusioni:
– la malattia al momento non è curabile ma certamente prevenibile e rallentabile con i piccoli accorgimenti descritti sopra
– divulgare il messaggio del convegno a parenti, amici…
Dibattito finale:
mi soffermo su una sola domanda che ha riguardato la dieta macrobiotica. Secondo il dottore stranamente quest’approccio, ma solo nella variante meno rigida che prevede l’utilizzo di pesce ed uova, potrebbe essere interessante nonostante il massiccio utilizzo di cereali integrali (ndr. lo staff di evolutamente crede che i cerali integrali presentino comunque alcuni rischi legati agli antinutrienti che in essi sono contenuti in abbondanza).
Foto insieme