Il protocollo paleodieta variante autoimmune per il trattamento dell’IBS, funziona!

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione | Salute

2 Settembre 2017

Adattamento: Angelo

I dati suggeriscono che l’alimentazione possa migliorare le risposte cliniche nella malattia infiammatoria intestinale (IBS).

La sindrome dell’intestino irritabile (SII o IBS dall’inglese irritable bowel syndrome) è un disordine della funzione intestinale caratterizzato da dolore addominale in relazione a cambiamenti dell’alvo (o in senso stitico o in senso diarroico) e con segni di alterata defecazione e meteorismo.
E’ una subpatologia che colpisce una larghissima fetta della poplazione.

L’obiettivo di questo studio era quello di determinare l’efficacia di una dieta “paleo” versione protocollo autoimmune nei pazienti con malattia di Crohn o colite ulcerosa.

I ricercatori hanno ingaggiato adulti con IBS attivo (indice Harvey-Bradshaw>=5 o parziale Mayo score>=3 e erosioni all’endoscopia e/o elevata calprotectina fecale). Per il protocollo autoimmune, i pazienti hanno subito una fase di eliminazione di 6 settimane seguita da una fase di mantenimento di 5 settimane. Indici clinici, di laboratorio e biomarcatori sono stati valutati alla base e nelle settimane 6 e 11. L’endoscopia è stata eseguita al termine dello studio.

LA DIETA PALEOLITICA MIGLIORA TUTTE LE MISURE COGNITIVE NEL LUNGO TERMINE (su malati di sclerosi multipla)

Risultati:

La coorte finale comprendeva 15 pazienti con IBD, con durata media della malattia di 19 anni (SD 14,6) e uso del “biologico” attivo in 7 pazienti. Si sono anche avviate terapie di supplementazione per carenze di vitamina D (n = 3) e ferro (n = 6).

Dalla settimana 0 alle settimane 6 e 11, il punteggio medio Mayo è significativamente migliorato da 5,8 (SD 1.2) a 1,2 (SD 2,0) e 1,0 (SD 2,0) per la colite ulcerosa e l’indice Harvey-Bradshaw significativamente migliorato da 7 (SD 1,5 ) a 3,6 (SD 2,1) e 3,4 (SD 2,6) per la malattia di Crohn.

La proteina C-reattiva non è cambiata significativamente durante lo studio. La calprotectina fecale media è migliorata da 471 (SD 562) a 112 (SD 104) alla settimana 11 (P = 0,12). Tra i pazienti con follow-up alla settimana 11 (n = 7) l’endoscopia, i miglioramenti sono stati osservati con un semplice punteggio endoscopico per la malattia di Crohn (n = 1), il punteggio di Rutgeerts (n = 1) e il subscore di endoscopia Mayo (n = 4).

Conclusioni:

L’eliminazione di alcuni cibi può migliorare i sintomi e l’infiammazione endoscopica nei pazienti con IBD. Sono raccomandati ulteriori trial randomizzati controllati.

La paleo protocollo autoimmune è sperimentata ormai in tutto il mondo con successo per tutte (o quasi) le patologie di origine autoimmune. Questa è la prima volta che è stata testata (con successo) per patologie non autoimmuni.

Il protocollo prevede ulteriori eliminazioni di cibi dal classico protocollo “paleo”

Schede: dieta paleolitica

I cibi da eliminare ulteriormente, rispetto al quelli ammessi nella paleodieta, sono:

  • le solenacee come melanzane, peperoni, pomodori e patate.
  • le uova, anche se a mio parere eliminando il bianco, il rosso potrebbe andare benissimo
  • alcuni semi e frutti secchi
  • il caffè
  • ecc…

RIFERIMENTO:
Inflamatory Bowel Disease
Efficacy of the Autoimmune Protocol Diet for Inflammatory Bowel Disease.
Autori Vari
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