Traduzione ed adattamento: Angelo.
Sebbene il cervello umano sia eccezionale in dimensioni e capacità di elaborazione delle informazioni, è simile a quello di altri mammiferi per quanto riguarda i fattori che promuovono le sue prestazioni ottimali. Tre fattori potrebbero essere fondamentali per la sua salute ottimale nel tempo: l’ esercizio fisico; una dieta ipocalorica/digiuno intermittente ed il suo impegno nei rapporti interpersonali ed intellettuali.
Il cervello si è evoluto, in buona parte, per avere successo nella ricerca e acquisizione di cibo. Le funzioni cerebrali sono al massimo quando l’individuo è affamato e fisicamente attivo. Questo, per esempio, si nota molto bene nelle tecniche di caccia e predazione dei leoni affamati. Infatti, studi su modelli animali e soggetti umani dimostrano gli effetti benefici sul cervello, in particolare per le funzioni cognitive ed umorali, del fare regolare e vigoroso esercizio fisico e applicare un intelligente dieta ipocalorica con digiuni intermittente, soprattutto nei contesti di invecchiamento associate a malattie neurodegenerative.
Purtroppo, la rivoluzione agricola e l’invenzione di tecnologie hanno portato a una drastica riduzione e persino l’eliminazione dell’attività fisica intensa e del digiuno, lasciando, da sole, le sfide intellettuali per sostenere le funzioni cerebrali. Oltre a disimpegnare risposte adattative benefiche nel cervello, gli stili di vita sedentari promuovono l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari. Queste malattie possono ulteriormente aumentare il rischio di deterioramento cognitivo ed innescare la malattia di Alzheimer.
Pertanto è importante riconoscere i benefici dell’esercizio fisico vigoroso e di fare digiuno intermittente per garantirsi la salute del cervello ottimale a vita, e di riconoscere le terribili conseguenze per la nostra popolazione di una non applicazione di tali stili di vita.
Ndr: il prof. Scapagnini al congresso “nutrire la salute e la performance per un benessere etico” del 18/4/2015 ha sciorinato dei dati prospettici impressionanti per quanto riguarda la progressione della malattia di Alzheimer con potenziali impatti socio-economici davvero devastanti. Si parla, per quella data, di addirittura 1 anziano su 3 con questa terribile malattia.
Riferimento:
Ageing Research Reviews Volume 20, March 2015, Pages 37–45
Lifelong brain health is a lifelong challenge: From evolutionary principles to empirical evidence
Mark P. Mattson