di: Angelo
PREMESSA
Seguo la dieta paleolitica da moltissimi anni e grazie alla frequentazione di alcuni forum tematici, tra cui https://www.evolutamente.it/forum/ e http://www.lazonalibera.it ho avuto modo di seguire (s’intende leggere) in modo appassionato, oltre che alla mia, tante altre esperienze:
Sui forum si possono trovare oltre 100 diari personali con annotate in modo più o meno minuzioso decine di esperienze anche di lunga o lunghissima durata. Alcune molto interessanti, altre meno. Il forum tratta di paleo dal lontano 2005 ed è, pertanto, in rete certamente, il luogo dove si parla e soprattutto sperimenta la paleo da più tempo in Italia.
Ci sono esperienze delle più varie:
chi prova la paleodiet per migliorare la propria performance sportiva, chi per migliorare la propria salute e sconfiggere qualche sub patologia fastidiosa, chi lo la prova semplicemente per dimagrire, chi invece, ancora più semplicemente, per star bene ed in palla.
Premesso che sono convinto che la paleodiet sia lo stile alimentare più salubre e sano che possa esistere e corrispondente all’imprintig del nostro genoma, mi sono sempre chiesto: come mai a volte la paleo fallisce?
C’è chi ne parla in toni entusiastici e chi poi finisce per odiarla.
Come mai?
Quello che mi piacerebbe provare fare in quest’articolo, ed in altri successivi, è una lista più oggettiva possibile di tutte le probabili cause che possono portare al fallimento della dieta paleo.
Come vedremo, tutte le cause che elencherò nelle mie ipotesi, non dipendono intrinsecamente dalla paleo ma in generale dalle condizioni al contorno, che non ci consentono più in quest’epoca moderna di mimare uno stile di vita paleo al meglio.
Escluderò ovviamente, per competenze e per l’enorme varietà, situazioni dove sia già in atto una patologia.
DIETA
Rapporto omega 3/6
Ciò che si mangia rappresenta uno dei fattori cardine per far funzionare al meglio la paleo.
La prima cosa che ho imparato a mie spese è di fare molta attenzione a curare il rapporto omega 3/6.
In tutti i sacri testi della dieta paleo se ne parla. Una dieta paleo ben fatta dovrebbe prevedere rapporti tra gli acidi grassi polinsaturi omega 6 e 3 intorno a 2, massimo a 4.
Purtroppo, soprattutto in Italia, è assai difficile poter acquistare carni di bestie allevate ad erba e questo rende assai complicato ottenere rapporti favorevoli di omega 6 vs omega 3. Infatti le carni allevate a granaglie hanno livelli di omega 6 (che sono pro infiammatori) molto elevati. Oltre a questo, nelle esperienze sul forum ho notato che c’è chi utilizza molta frutta secca, anch’essa ricca di pro-infiammatori omega 6. Anche il pesce allevato potrebbe essere un problema.
Pertanto il mio personale consiglio è quello di evitare grassi vegetali, tranne l’olio extravergine di oliva (che comunque andrebbe utilizzato con parsimonia dato che non contiene 0mega 3), limitare fortemente l’utilizzo di frutta secca e di acquistare solo o prevalentemente carni da allevamenti ad erba o prevalentemente ad erba.
Riassumendo
Problema: con la paleo, mangiando più proteine animali, c’è, ed è reale, il rischio di squilibrare ulteriormente il rapporto omega 6/3 a favore degli omega 6 pro-infiammatori.
Soluzione: acquistare carni di bestie alimentate ad erba, pesce pescato, uova bio oppure valutare l’integrazione con le classiche perle di omega 3. Non esagerare con la frutta secca. Bannare gli oli vegetali tranne l’olio extravergine di oliva che comunque andrebbe limitato.
(1)
Micronutrienti
Nel paleolitico si mangiava tutto dell’animale, organi compresi. Oggigiorno gli organi nessuno li vuole e spesso vengono persino buttati.
Gli organi sono il cibo più ricco di micronutrienti fondamentali per la salute ed andrebbero inseriti spesso e volentieri in un’alimentazione sana.
L’uomo del paleolitico certamente mangiava prima questi che la carne. Infatti sono morbidi, ricchi di grasso ed energia e mangiabili lì per lì persino senza cottura.
Riassumendo
Problema: l’alimentazione moderna è povera di micronutrienti
Soluzione: mangiare 2-3 volte a settimana organi animali “sicuri” alternandoli più possibile.
Dimagrimento (abbondanza, no carestia)
Come già detto nell’introduzione, molte persone approcciano alla paleo per dimagrire.
Inizialmente hanno buoni/ottimi risultati poi arrivano ad un plateau e lì cominciano i problemi.
La realtà è che noi non viviamo nel paleolitico ma in un’epoca dove non c’è difficoltà ad approvvigionarsi di cibo per 365 giorni all’anno. Nel paleolitico l’uomo viveva seguendo lo scorrere delle stagioni, attraversando periodi di abbondanza e periodi di carestia. Anche nelle poche popolazioni primitive ancora esistenti sul pianeta si possono osservare queste alternanze. Per cui non potremo mai pensare di ottenere grandi risultati in termini di dimagrimento pensando sempre di mangiare a sazietà facendo 3-5 pasti al giorno.
Bisognerà sapientemente alternare periodi di abbondanza a periodi o momenti di magra.
In rete ed in letteratura impazzano moltissimi metodi per simulare queste alternanze. Per esempio l’intermittent fasting (digiuno intermittente), il metodo leangain, l’EVO diet del sig. Cianti (che alterna cicli ipocalorici a cicli ipercalorici), allenamenti a digiuno al mattino, la warrior diet che prevede un solo pasto giornaliero molto abbondante la sera e così via….
Tutti metodi che funzionano e andrebbero testati.
Ognuno di noi risponderà in modo diverso. Ogni metodo potrà essere scelto anche in base alle proprie abitudini di vita.
(2)
Riassumendo
Problema: voglio ancora ulteriormente dimagrire
Soluzione: alterna periodi di magra a periodi di abbondanza (nella stessa giornata o anche periodi più lunghi)
Nella seconda parte proverò a parlarvi della digestione e di come i livelli di acido cloridrico prodotti dalla stomaco possano influenzare negativamente uno stile di vita paleo ed in generale la salute anche seguendo altri stili alimentari.
Riferimenti:
(1)
Importance of the Ratio of Omega-6/Omega-3 Essential Fatty Acids: Evolutionary Aspects
Simopoulos A.P.
Simopoulos AP, Cleland LG (eds): Omega-6/Omega-3 Essential Fatty Acid Ratio: The Scientific Evidence. World Rev Nutr Diet. Basel, Karger, 2003, vol 92, pp 1-22 (DOI: 10.1159/000073788)
The Importance of the Omega-6/Omega-3 Fatty Acid Ratio in Cardiovascular Disease and Other Chronic Diseases
Artemis P. Simopoulos
Author Affiliations
The Center for Genetics, Nutrition and Health, Washington, DC 20009
The Center for Genetics, Nutrition and Health, 2001 S Street, NW, Suite 530, Washington, DC 20009. E-mail: cgnh@bellatlantic.net
(2)
International Journal of Obesity 35, 714-727 (May 2011) | doi:10.1038/ijo.2010.171
The effects of intermittent or continuous energy restriction on weight loss and metabolic disease risk markers: a randomized trial in young overweight women
M N Harvie, M Pegington, M P Mattson, J Frystyk, B Dillon, G Evans, J Cuzick, S A Jebb, B Martin, R G Cutler, T G Son, S Maudsley, O D Carlson, J M Egan, A Flyvbjerg and A Howell