Articolo bellissimo ed illuminante del dr. M. Eades che ho pensato di tradurre a beneficio dei nostri lettori: l’obesità nell’antico Egitto.
Traduzione ed adattamento: Angelo
Una decina di anni or sono i coniugi Eades hanno scritto, nel loro bestseller “protein power”, della enormità dei dati che ci stanno dando le antiche mummie egizie. La loro dieta sarebbe stata una sorta di “nirvana” per un nutrizionista odierno. Un nirvana per tutti i cosiddetti esperti nutrizionisti di oggi che raccomandano una dieta ricca di cereali integrali, frutta fresca e verdura e poca carne, in particolare carne rossa. Seguite una tale dieta, ci è stato detto, e godrete di ottima salute.
In realtà questo tipo di approccio non funzionava per gli egiziani: infatti seguivano questa dieta perchè avevano solo queste risorse.
Non c’era zucchero, ancora non “inventato“. L’unico alimento dolce era il miele, che era consumato in quantità limitate. Il cibo principale era un pane grossolano in grano integrale. Gli animali erano utilizzati come bestie da soma ed erano allevati più per il lavoro che potevano svolgere che per la carne che potevano fornire. Le rive del Nilo davano terreno fertile per la crescita di tutti i tipi di frutta e verdura, tutti i cibi erano a basso contenuto di grassi e, di conseguenza, la dieta degli egiziani era, per forza di cose, ricca di carboidrati. Non c’erano dolcificanti artificiali, coloranti artificiali, aromi artificiali, conservanti, o qualsiasi delle altre sostanze che fanno parte di tutti gli alimenti che mangiamo oggi.
Nonostante questo, molti egiziani soffrivano di malattie cardiache, pressione alta, diabete e obesità – in pratica gli stessi disturbi che sperimentiamo oggi nel mondo occidentale ‘civilizzato’. Malattie che l’uomo del Paleolitico davvero non conosceva.
I media sono pieni di relazioni circa recenti scoperte – grazie all’analisi del DNA – sulla mummia della regina Hatshepsut, donna che governò l’Egitto per circa 15 anni, 3500 anni fa.
Secondo il New York Times, la mummia di Hatshepsut è quella di una donna cinquantenne obesa, diabetica con i denti rovinati. Tutte condizioni che, secondo gli attuali nutrizionisti, sarebbero state impossibili con la dieta dell’epoca. Dunque questa “dieta straordinaria” con lei non ha funzionato ed, inoltre, non è un caso particolare.
La maggior parte delle mummie egizie, infatti, mostrano gli stessi disturbi, in particolare i denti rovinati.
I resti scheletrici degli uomini del paleolitico che invece consumavano una dieta a base di carne, normalmente mostrano denti forti e perfetti. I denti rovinati sono il segno distintivo di un alto consumo di carboidrati (ndr. da cereali).
Dalla radiografia della bocca di Hatshepsut si possono vedere cavità, denti persi e le prove di gravi ascessi dentali. Tutto questo doveva essere miseramente doloroso.

La statua di Hatshepsut la mostra nella sua forma idealizzata. Il dr. Eades è sicuro che, all’epoca, gli scultori egiziani rappresentassero i reali in una buona forma fisica e belli.
Tuttavia i dati derivati dalle mummie di molti antichi Egizi ci dicono che erano obesi, il che non è chiaramente rappresentato nelle loro interpretazioni artistiche dell’epoca. La stessa cosa accade oggi se si sfogliano le riviste di gossip tipo Cosmopolitan o GQ il che potrebbe far pensare che nessuno al giorno d’oggi sia obeso. Ma sappiamo che così non è. Il dr. Eades ha il sospetto che gli antichi egizi avessero già intuitivamente capito che le persone magre ed in forma fossero più attraenti di quelle obese ed abbiano gestito le loro immagini di conseguenza.
Un altro aspetto interessante della mummia di Hatshepsut è che sembra sia morta di cancro metastatico.
Il cancro è difficile da rilevare in resti mummificati e scheletrici, il che porta la maggior parte dei ricercatori a ritenere che gli alti tassi di cancro oggi siano dovuti soprattutto da contaminanti ambientali che non erano presenti nei tempi antichi.
La morale di questa antica storia di salute pessima è che un carico enorme di carboidrati – persino carboidrati non raffinati, integrali – non è che abbia giovato alla povera regina Hatshepsut, e non fa tanto bene neanche a noi, indipendentemente dai “belati” da nutrizionisti di oggi, che sono tristemente all’oscuro della storia delle diete ad alto contenuto di carboidrati.
Riferimento:
Il blog di M. Eades
Qui