Leggere, come scrivere, sono pratiche evolutivamente nuovissime: il cervello.

Scritto da Angelo

Categorie: Salute

Tag: leggere | scrivere

2 Maggio 2018

Leggere, come scrivere, sono pratiche evolutivamente nuovissime. Vediamo insieme le possibili conseguenze sul nostro cervello.

Adattamento: Angelo

Dal punto di vista evolutivo, leggere e scrivere è un fenomeno affascinante. Dopotutto, i primi sistemi di scrittura risalgono a meno di 6.000 anni – un battito di ciglia nella scala temporale dell’evoluzione umana. Tuttavia, il modo in cui il cervello umano è in grado di padroneggiare questi compiti complessi non è ancora chiarito. Argomenti attuali di interesse scientifico includono l’esplorazione delle differenze tra i lettori abituali e gli analfabeti – e le conseguenze per le persone con difficoltà di lettura – nonché l’impatto delle scarse capacità di lettura e scrittura sulla democrazia globale.

Leggere e scrivere è qualcosa che molti di noi danno per scontato. Afferrare una penna per buttare giù qualcosa o utilizzare il nostro smartphone per leggere o rispondere a un messaggio di testo o una e-mail è qualcosa ormai scontato. Leggere e scrivere, tuttavia, sono abilità straordinariamente complesse – come dice Falk Huettig del Max Planck Institute for Psycholinguistics di Nijmegen e dei suoi colleghi Régine Kolinsky e Thomas Lachmann nella prefazione di “Gli effetti dell’alfabetizzazione sulla cognizione e sul funzionamento del cervello”, una  edizione speciale di Language, Cognition and Neuroscience.

Per leggere e scrivere, il cervello deve coordinare numerose funzioni percettive e cognitive. Queste includono, per esempio, le abilità visive di base, la percezione fonologica, la memoria a lungo termine e la memoria di lavoro. Ecco perché ci vogliono anni di pratica per leggere e scrivere; per farle diventare così profondamente radicate da poterle eseguire senza sforzo.

Imparare a leggere e scrivere a sua volta modifica la struttura e la funzione del cervello.

La ricerca in questo settore si concentra su due domande fondamentali. Quali condizioni devono essere messe in campo per essere in grado di imparare a leggere e scrivere? In che modo questa complessa abilità influisce sulla nostra percezione e cognizione? Per rispondere a queste domande, i confronti sono particolarmente utili: ad esempio, guardando le differenze tra buoni lettori adulti e adulti che non hanno mai imparato a leggere; o la differenza tra i bambini che imparano a leggere facilmente e i bambini che hanno più difficoltà a farlo, o possono avere dislessia.

Nel caso della dislessia in particolare, è spesso difficile distinguere se i deficit associati sono causali o se si verificano perché i lettori di età comparabile hanno allenato queste abilità cognitive attraverso la lettura. Alcuni anni fa, José Morais dell’Università di Bruxelles ha stabilito che la lettura migliora significativamente la consapevolezza fonologica (la capacità di riconoscere specifiche strutture sonore di una lingua). Le persone con dislessia spesso trovano difficile distinguere queste strutture. John F. Stein dell’Università di Oxford sostiene che questo è solo un effetto collaterale, piuttosto che la causa, delle difficoltà di lettura.

Le persone che non sono in grado di leggere analizzano le immagini in modo diverso

Lo stesso Falk Huettig, insieme ai ricercatori di Kaiserslautern e Faro, hanno identificato altri effetti caratteristici della dislessia, ma che si osservano anche nelle persone analfabete. Questi includono la percezione delle categorie, la memoria verbale a breve termine, la capacità di ripetere pseudo-parole e la capacità di denominare rapidamente immagini, colori e simboli o di prevedere come potrebbero continuare le frasi pronunciate. Qui di nuovo i ricercatori interpretano questi deficit come il risultato dell’analfabetismo o della scarsa capacità di lettura piuttosto che della loro causa.

Il confronto tra individui analfabeti e lettori adulti mette in evidenza ripetutamente quanto l’apprendimento del leggere modifichi il nostro cervello. Secondo uno studio franco-iberico, le persone che sono incapaci o appena in grado di leggere non trovano più difficile analizzare sequenze di lettere, ma hanno sequenze di elaborazione di immagini simili. Un ulteriore studio in Portogallo ha rilevato che anche le persone analfabete trovano più difficile distinguere come un oggetto sia orientato nello spazio, ad esempio un martello raffigurato in diagonale, dove la testa e l’impugnatura possono puntare in varie direzioni.

I lettori pratici possono solo intuire gli svantaggi affrontati di coloro che non hanno mai avuto la possibilità di imparare a leggere e scrivere. Un’area a cui è stata prestata poca attenzione sono i test cognitivi utilizzati dai medici per diagnosticare la demenza in stadio precoce negli anziani. La ricercatrice greca Mary H. Kosmidis sottolinea che questi test sono pensati per persone che sono alfabetizzate. Le abilità che testano sono spesso allenate leggendo e scrivendo, e i risultati di questi test sono probabilmente distorti di conseguenza se impiegati su individui analfabeti. In Europa, ci sono ancora numerose persone, anziani in particolare che non sono in grado di leggere e scrivere.

La lettura è la base per le decisioni democratiche

Secondo i dati dell’UNESCO, a livello globale il numero di persone che sono analfabete rimane al 15%. José Morais, dell’Università di Bruxelles, spiega come non sono solo gli analfabeti stessi a essere influenzati da questo, ma l’intera umanità. Sostiene che gli effetti dell’alfabetizzazione non finiscono quando i bambini hanno imparato a leggere, ma che ha effetti profondi e duraturi sulla loro cognizione e conoscenza. La capacità di leggere e scrivere è essenziale per analizzare problemi complessi e per il flusso di idee ed il pensiero critico. Facilita il dibattito pubblico informato e un processo decisionale collettivo sensato. Più persone sono alfabetizzate, meglio sono in grado di esercitare il controllo sugli affari pubblici e di contribuire a un governo genuinamente democratico.

In Italia però… Abbiamo un altro record negativo:

Editoriale di Angelo Rossiello: l’analfabetismo funzionale e l’Italia

RIFERIMENTO:
Language, Cognition and Neuroscience
Volume 33, 2018 – Issue 3: Special Issue: The Effects of Literacy on Cognition and Brain Functioning
The culturally co-opted brain: how literacy affects the human mind
Falk Huettig, Régine Kolinsky & Thomas Lachmann
Received 15 Dec 2017, Accepted 05 Jan 2018, Published online: 01 Feb 2018

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