Traduzione ed adattamento: Angelo.
Un ispessimento della corteccia cerebrale si associa con la regolare meditazione o altra pratica spirituale o religiosa e potrebbe essere un buon motivo per praticare tali attività come prevenzione della depressione, in particolare nelle persone che sono predisposte alla malattia, secondo una nuova ricerca condotta da Lisa Miller, professoressa e direttrice del Clinical Psychology and director of the Spirituality Mind Body Institute at Teachers College, presso la Columbia University.
Lo studio, pubblicato online da JAMA Psychiatry, ha coinvolto 103 adulti a rischio alto o basso di depressione, rischio valutato sulla storia familiare. I soggetti sono stati intervistati circa il loro livello di pratica religiosa o la spirituale. Le risonanza magnetiche del cervello hanno mostrato cortecce più spesse in soggetti che davano una grande importanza alla religione o la spiritualità rispetto a quelli che non la davano. Le parti di corteccia più spesse sono state individuate proprio nelle stesse regioni del cervello che aveva indicato un diradamento nelle persone ad alto rischio di depressione.
Anche se tanto altro c’è da fare in termini di ricerca, i risultati suggeriscono che la spiritualità e la religione possono proteggere contro la depressione con un maggiore ispessimento della corteccia cerebrale e contrastare l’assottigliamento corticale che normalmente si verifica con depressione maggiore.
“Il nuovo studio collega in modo importante il grande beneficio protettivo di praticare spiritualità o religione con studi precedenti che avevano individuato assottigliamenti corticali in regioni specifiche del cervello nella prole adulta di famiglie ad alto rischio di depressione maggiore“, ha detto la Miller.
Precedenti studi della Miller ed il suo team pubblicati sull’American Journal of Psychiatry (2012) hanno mostrato una diminuzione del 90% della depressione maggiore negli adulti che hanno detto di praticare pratiche spirituali o la religiose e i cui genitori hanno sofferto della malattia. Tuttavia la regolare pratica frequentando la chiesa non era necessaria.
Riferimento:
Lisa Miller, Ravi Bansal, Priya Wickramaratne, Xuejun Hao, Craig E. Tenke, Myrna M. Weissman, Bradley S. Peterson. Neuroanatomical Correlates of Religiosity and Spirituality. JAMA Psychiatry, 2013; 1 DOI:10.1001/jamapsychiatry.2013.3067
http://www.sciencedaily.com/releases/2014/01/140116084846.htm