Continuano le grandi interviste a cura del nostro blog!
Stavolta è il turno di un ricercatore di caratura internazionale: Maelán Fontes Villalba.
Maelán è uno studente di dottorato presso la Food and Western Diseases all’Università di Lund.
E’ coautore di alcune tra le più importanti pubblicazioni scientifiche sulla nutrizione “paleo” e ha lavorato insieme ad altre importanti personalità della comunità scientifica “paleo” come il prof. Loren Cordain, il prof. Staffan Lindberg, il prof. Pedro Carrera Bastos e la prof.ssa Lynda Frassetto.
Ecco la sua pagina Facebook: qui
L‘intervista è proposta sia in inglese che italiano.
Angelo: Ciao, Maelán come stai? Ci può fare un veloce sunto della tua brillante carriera accademica?
Maelán:
Ciao Angelo, sono lieto di contribuire al tuo blog. Sto molto bene!
La mia carriera è partita studiando fisioterapia e successivamente mi sono interessato di nutrizione umana. Mi è sempre piaciuta la biologia, così ho iniziato a studiare nutrizione insieme alla biologia e l’evoluzione. Più tardi ho trovato alcuni articoli scientifici sulla nutrizione evolutiva e, da quel momento, mi sono davvero interessato dal lavoro di Staffan Lindeberg. Nel 2009 ho iniziato un Master in Nutrizione Umana e sulla qualità del cibo e, infine, nel 2013, ho incominciato un dottorato in Nutrizione Umana presso l’Università di Lund sotto la supervisione del dr. Staffan Lindeberg, del dr. Tommy Jönsson e della dottoressa Yvonne Granfeldt.
Angelo: segui uno stile di vita “paleo“? Pratichi qualche sport? Dacci qualche informazione in più sul tuo personale approccio alla “paleo”
Maelán:
Sì, direi che tento di imitare una dieta “paleo” (perché, ovviamente, non possiamo più mangiare i cibi che erano disponibili nel Paleolitico), quella che i nostri antenati probabilmente facevano, almeno al 90-95%. La mia dieta è basata sul consumo di frutta, verdura, tuberi, pesce, carne, pollame, uova e noci. Evito cibi introdotti di recente (rispetto una scala di tempo evolutiva), come i cereali, latticini, legumi, sale, zuccheri raffinati e oli vegetali. Questi alimenti sono considerati alimenti Neolitici. Ma io non rinuncio a questi alimenti nei giorni speciali come, per esempio, i compleanni di mia figlia o mia moglie.
Parlando di sport, pratico il calcio dall’età di 9 anni. Pratico sollevamento pesi 3-4 volte alla settimana, e amo camminare molto durante determinati periodi dell’anno. Per quanto riguarda il mio approccio “paleo”, vorrei dire che non mi piace molto questa parola perché è molto abusata, ed ora è più un marchio commerciale che scienza. Ma per semplificare chiamiamo lo stesso “paleo” a mo’ di acronimo per “nutrizione Paleolitica”.
Secondo l’evidenza scientifica sembra che gli europei si siano meglio adattati al grano ed al latte rispetto ai non europei, il che significa che tali alimenti possono avere prodotto una selezione positiva (perché hanno ridotto l’adattamento riproduttivo) di varianti genetiche protettive in popolazioni con una storia più lunga di agricoltura e allevamento.
Di conseguenza, gli europei in generale, possono “gestire” meglio gli alimenti neolitici; nondimeno 10.000 anni non sono sufficienti per completare l’adattamento. E la domanda successiva è: cosa porta queste varianti genetiche? Difficile da dire in questo momento, quindi preferisco rimanere sul sicuro e continuare a mangiare cibi per i quali sono certamente adattato.
Angelo: Qual è la tua opinione personale sul fruttosio e/o mangiare troppa frutta?
Maelán:
Mangiare fruttosio e mangiare frutta sono due cose diverse, soprattutto perché è molto difficile abbinare la quantità di fruttosio che è problematica in studi su animali con il fruttosio da frutta fresca. Mangiare molta frutta fresca (che è quello che faccio ogni giorno), insieme a verdure, tuberi, pesce, carne, pollame, uova e noci non produrrà effetti nocivi negli esseri umani. Vale la pena aggiungere che è facile consumare fruttosio in eccesso sotto forma di zucchero raffinato, ma risulta molto difficile mangiare frutta in eccesso. La concentrazione di fruttosio nella frutta è molto inferiore rispetto agli alimenti dolci trasformati, quindi la velocità di assorbimento è molto differente.
Angelo: Cosa ne pensi di accoppiare insieme dieta paleo con il digiuno intermittente?
Maelán:
Penso che la scelta degli alimenti sia più importante rispetto al numero di volte che mangiamo. In studi clinici controllati in pazienti con diabete di tipo 2 o malattia cardiaca ischemica i fattori di rischio cardiovascolari sono migliorati anche quando si mangia 5 volte al giorno. Detto questo, non credo che il digiuno intermittente sia una cattiva idea, ma penso che abbiamo bisogno di più ricerca in questo settore.
Angelo: Parliamo di grassi saturi, colesterolo e acido arachidonico, qual è la tua opinione personale su questi grassi? Sono salubri o no?
Maelán:
Se si guarda l’evidenza, cioè a revisioni sistematiche su questi temi, non c’è alcuna prova evidente che limitare l’assunzione di questi lipidi possa avere un impatto significativo sulla salute. Tuttavia, sulla base di una recente revisione sistematica, ridurre i grassi saturi sembra ridurre significativamente gli eventi cardiovascolari, ma è più importante notare che però non fa alcuna differenza per quanto riguarda la mortalità in generale. Detto questo, io non mi preoccupo dei grassi saturi quando consumo cibo vero, come carne fresca, ecc
Un importante limite di molte ricerche in campo alimentare è che indagano sui nutrienti e non sugli alimenti. In altre parole, per esempio: una dieta con il 7% di grassi saturi provenienti da carni rosse lavorate potrebbe essere peggiore di una dieta contenente il 13% di grassi saturi ma da alimenti non trasformati.
Lo stesso vale per il colesterolo dietetico o l’acido arachidonico.
Angelo: qual è la tua opinione personale sulle le prospettive della Paleo Diet nell’immediato futuro: in particolare per una terapia naturale alle malattie autoimmuni?
Maelán:
Questo è un grande e importante punto interrogativo. Ci sono alcune prove da studi di biologia molecolare sugli animali che suggeriscono che evitando i cibi neolitici probabilmente si potrebbero migliorare i sintomi di alcune malattie autoimmuni, ma abbiamo chiaramente bisogno di studi clinici randomizzati per verificare questa ipotesi. Tuttavia, evitare cibi neolitici non presenta rischi evidenti per la maggior parte degli umani, quindi vale la pena tentare anche senza l’evidenza scientifica.
Angelo: So che stai conducendo uno studio pilota di grande interesse a Lanzarote somministrando la dieta paleo a pazienti diabetici. Puoi darci qualche anteprima?
Maelán:
La nostra ipotesi di lavoro è che evitando i cereali, latticini e legumi, indipendentemente dalla composizione dei macronutrienti, il carico glicemico, il contenuto di fibra o perdita di peso, si possa migliorare la tolleranza al glucosio nei pazienti con diabete di tipo 2. Per verificare questa ipotesi, abbiamo randomizzato in modo casuale pazienti con diabete di tipo 2 somministrando loro una dieta “sana” con cereali e prodotti lattiero-caseari o una dieta “sana” senza cereali e prodotti lattiero-caseari. I pazienti hanno seguito le diete per 4 settimane e dopo un periodo di washout di 6 settimane sono passati all’altra dieta. Per una migliore “compliance” hanno pranzo tutti i giorni in una sala mensa ospedaliera e abbiamo monitorato la stabilità del peso ogni settimana. Siamo stati in grado di mantenere il peso iniziale, anche se è stato molto difficile per molti di loro, perché c’era una tendenza a calare (con entrambe le diete), il che indica che quando si partecipa ad una sperimentazione clinica la gente mangia meglio, in modo indipendente dalla dieta che si segue. Siamo ancora in attesa di alcuni risultati da analizzare, e cercheremo di pubblicarli nel più breve tempo possibile. È importante sottolineare che, al fine di evitare una fonte, comune a molti studi, di errore (meno impegno nel gruppo di controllo), i pazienti sono stati informati che stavamo testando due diete sane, entrambe le quali soddisferebbero le raccomandazioni ufficiali alimentari nelle isole Canarie per i pazienti con diabete di tipo 2 , ma che non sapevamo quale delle due sarebbe stata migliore dell’altra.
Angelo: Hai recentemente partecipato al primo convegno di medicina evoluzionistica organizzato in Italia, a Grosseto, da Andrea Luchi. Quali sono state le tue impressioni ed i tuoi sentimenti personali sul movimento paleo in Italia?
Maelán:
Oh, la mia esperienza a Grosseto è stata meravigliosa. Il luogo e le persone erano fantastiche. Ho apprezzato molto anche i commenti propositivi del pubblico nella sezione “domande e risposte”. La mia sensazione è che, il gruppo “paleolitico” che ho incontrato in Italia, sia molto competente, sono rimasto davvero colpito dalla vostra profonda conoscenza della nutrizione evolutiva, quindi vorrei incoraggiarvi a continuare il buon lavoro ed eseguire studi clinici nel prossimo futuro.
Angelo: Vuoi aggiungere qualcosa all’intervista? Progetti futuri, link utili …
Maelán:
Spero che con l’aiuto di persone come te (ndr. intende probabilmente il nostro lavoro divulgativo sul blog), la comunità scientifica potrà iniziare a pensare l’alimentazione da un punto di vista evolutivo. La ricerca nutrizionale si è concentrata troppo sulla composizione dei macronutrienti e meno sulla scelta degli alimenti. Una recente revisione sistematica ed una meta-analisi pubblicata quest’anno nell’American Journal of Clinical Nutrition il 12 agosto, ha dimostrato che una dieta paleolitica è superiore nel breve termine rispetto alle altre diete “sane” migliorando alcuni fattori della sindrome metabolica. Quindi, questo è un buon punto di partenza per testare la dieta paleolitica rispetto alle altre diete “sane” in pazienti con malattie occidentali.
Angelo: grazie Maelán per l’intervista interessante e per il tuo entusiasmo! A presto per la prossima intervista!