Le interviste di evolutamente.it: Arianna Rossoni

Continuano le interviste di evolutamente.it. Stavolta è il turno di Arianna Rossoni dietista che esercita la sua attività a Verdello (BG).
Arianna gestisce il blog alimentazione in equilibrio, dove è possibile reperire degli articoli davvero interessanti soprattutto per l’universo femminile.

Copertina

Chiara: Arianna, benvenuta sulle pagine del nostro blog e grazie per dedicarci il tuo tempo.

Arianna:
Grazie mille a voi, Chiara, è un piacere!

Chiara: sebbene tu sia giovanissima puoi darci un breve excursus della tua carriera professionale?

Arianna:
mi sono laureata nel 2011 in Dietistica, presso l’Università degli Studi di Milano. L’anno successivo ho seguito un master universitario a Padova, nel frattempo ho cominciato la libera professione a Verdello. 
L’anno prima di laurearmi ho aperto il mio sito, un po’ per gioco e un po’ per passione. Mi ero ripromessa di scrivere articoli che non fossero superficiali e banali, di non usare il sito come una mera pubblicità professionale, bensì per fare reale informazione. Con il passare dei mesi mi sono accorta che il mio approccio piaceva: hanno cominciato a venire da me ragazze di Milano, poi Varese, e poi, inaspettatamente, anche fuori regione. Non vengono da me solo per dimagrire, anzi: spesso il dimagrimento non c’entra nulla. Sono molto interessata alle connessioni che esistono tra cibo ed equilibrio ormonale, ne parlo nel sito, e molte donne si riconoscono nelle descrizioni. Da quando mi sono laureata ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare professionisti che hanno ampliato i miei orizzonti, permettendomi di andare (molto!) oltre quello che viene insegnato in università. Ho anche la possibilità di consultare parecchio materiale scientifico che mi passa mio fratello, laureato in Neuroscienze a Brighton. 
Nell’ultimo anno e mezzo ho tenuto qualche corso di formazione per colleghi dietisti e nutrizionisti proprio sulle tematiche che ho approfondito da autodidatta. A un livello molto più informale e comprensibile a tutti, organizzo serate aperte al pubblico, a volte corredade da corsi pratici di cucina.

Chiara: come sai il nostro blog ha un’impronta decisamente paleo, cosa pensi di questo tipo di alimentazione?

Arianna:
domanda da un milione di dollari, per rispondere alla quale rischio di essere davvero prolissa! Dunque, mi sono avvicinata alla paleo per curare il mio ipotiroidismo, ma conoscevo il protocollo già da anni. In passato l’ho bollato come “la classica iperproteica insensata”, ma ho dovuto cospargermi il capo di cenere e tornare sui miei passi, perché la paleo è molto di più: è curativa, sotto diversi punti di vista. Piuttosto che parlare dei vantaggi della paleo, mi focalizzerei sui punti deboli che può avere, e che riguardano più il metodo con il quale si parla di paleo, che non la paleo in sé stessa. 
In primis, ritengo che non tutti facciano sufficiente attenzione alla qualità delle materie prime: se si mangia ‘paleo da supermercato’ alla lunga ci si fa male, e non tutti sono disposti a cercare un certo tipo di carne o di pesce, o verdure non plasticose. 
In secondo luogo, penso che sia importante insistere sull’importanza di grassi e carboidrati della paleo. In troppi si approcciano ad essa con il mio stesso scetticismo iniziale: proteine a go-go e basta. In realtà la paleo va a sdoganare i grassi, e non è povera di carboidrati, pur se da certe fonti. Questo aspetto è fondamentale se si segue la paleo per ipotirodismo o per squilibri del ciclo mestruale. 
Da ultimo, la paleo è diventata una moda: ci sono paleodolci e paleoingredienti che poco hanno di differente dalla cucina ‘tradizionale’, e che a poco servono nell’ottica di una alimentazione terapeutica.
Da dietista e da donna, non posso far a meno di considerare che la paleo non sia adatta a molti, o meglio: vada personalizzata. Tante donne con disturbi del comportamento alimentare rischiano di approcciarsi alla paleo con lo stesso fanatismo per il quale altre sono diventate vegane; ad esempio, si estremizza il lato negativo di glutine e caseine, e si cominciano a sentire fantomatici ‘sintomi’ al solo sentore di farina e latte. A meno di patologie specifiche, abbiamo una certa tolleranza verso alimenti normalmente vietati in paleo, e anzi alcune persone possono avere una vita lunga e in salute senza averli mai eliminati dalla propria dieta: l’estremizzazione diventa fanatismo, e il fanatismo è una gabbia. 
Sono convinta che un approccio paleo sia di beneficio per numerosi disturbi e sindromi, ma che al nostro benessere concorrano anche tanti altri fattori: si può avere una dieta perfetta, ma se si è costantemente stressati, nervosi, se si lavora in un clima malsano, se non si riesce a vivere in armonia le proprie emozioni, non si sarà mai in completa salute. Allo stesso modo, quando si è in vacanza, quando si è innamorati, quando si vede il bicchiere sempre mezzo pieno, la soddisfazione di mangiare un cibo “proibito” (cioè che in altre situazioni ci avrebbe fatto male) apporta molti più vantaggi che svantaggi. 
Insomma: la flessibilità prima di ogni altra cosa. La paleo mi è d’aiuto per molti piani terapeutici, ma sarei bugiarda a dire che funziona su tutti: dipende molto con il tipo di mentalità con cui ci si approccia ad essa. Io stessa cinque anni fa non sarei stata pronta, ora sì.

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Chiara: seguendo il tuo blog ho notato che ti sei occupata spesso di problematiche relative alla tiroide, cosa ti senti di consigliare, dal punti di vista alimentare alle persone che soffrono di ipotiroidismo? Una malattia che al giorno d’oggi sembra divenuta una vera e propria epidemia

Arianna:
soffrendo in prima persona di Hashimoto (ipotiroidismo autoimmune) ho cercato, ancora una volta da autodidatta, come poter far fronte ai sintomi attraverso l’alimentazione, e mi sono imbattuta nel protocollo autoimmune: una sorta di paleodieta, ma con più restrizioni iniziali (frutta secca, uova, Solanacee…). L’ho provata su me stessa, e ho notato nel giro di pochissimo tempo la differenza su gonfiore, brain-fog, dolori articolari e regolarità mestruale. 
Il problema dell’ipotiroidismo è che, una volta diagnosticato, viene immediatamente curato con Eutirox, un farmaco che non sempre si dimostra efficace nella regressione dei sintomi pur normalizzando i valori ematici. Il paziente è spaesato: secondo le analisi del sangue “è guarito”, ma lui continua ad accusare gli stessi identici problemi di prima. Rivolgendosi al medico vede aumentato il numero di farmaci da prendere: antidolorifici, antidepressivi, pillola per il cicloInvece, il problema è ancora la tiroide. A chi soffre di ipotiroidismo consiglio due cose: in primo luogo, di dare una possibilità al protocollo paleo autoimmune. In seconda battuta, di trovare un medico che curi l’ipotiroidismo con farmaci diversi, come la tiroide IBSA o la tiroide secca. Personalmente sono seguita dal dott. Francesco Perugini Billi, già noto ai lettori di Evolutamente: mi cura con l’omotossicologia solo quando la tiroide va in down, e mi trovo bene.
 Esistono casi di ipotiroidismo borderline, ossia con valori ematici alterati e anticorpi elevati, ma senza sintomi (o con problematiche lievi). Anche in questo caso, consiglio di non sottovalutare il problema: se l’ipotiroismo è autoimmune, il rischio che l’autoimmunità arrivi ad altri distretti è alto. La paleodieta in questi casi funziona bene, o magari le tipologie mitigate della Perfect Health Diet (che prevede anche l’uso di riso) (ndr di Paul Jaminet anch’egli già intervistato per il nostro blog) o della Weston A. Price Foundation (che ammette anche l’uso di latticini da latte crudo). Come detto in precedenza, si deve sempre personalizzare. Fondamentale, quando si approcciano “paleomodelli” per ipotirodismo, è non sottostimare l’apporto di carboidrati, senza i quali non si ha lo stimolo a produrre l’ormone attivo T3 (ndr. per approfondimenti: qui).

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Chiara: Nella tua attività di dietista hai seguito o segui sportivi professionisti o amatoriali?
In questi casi consigli un approccio alimentare diverso magari con un piano di integrazione personalizzato?

Arianna:
sì, seguo anche atleti professionisti, anche se sono una netta minoranza dei miei pazienti. In genere hanno già il nutrizionista della squadra: attualmente seguo quattro professionisti, ma in modo atipico. Vale a dire: loro sono venuti da me con la ripartizione dietetica data dal preparatore atletico, e mi hanno chiesto di aiutarli a renderla salutare sul lungo termine e in rapporto a loro piccole problematiche di salute. Non ho cambiato quantitativi calorici o di macronutrienti: abbiamo lavorato sulla scelta delle fonti. Quindi ho limitato (o escluso) fortemente il glutine, inserito il pesce in modo funzionale agli allenamenti per il discorso di fluidità del sangue, cercato di dare alternative naturali per ogni pasto… Anche per l’integrazione in genere ci pensa direttamente la squadra, sebbene io insista per far valutare ed eventualmente integrare la vitamina D.
Discorso diverso invece per gli amatoriali, per i quali mi occupo sia del piano alimentare sia dell’eventuale integrazione vitaminica e minerale. E’ bello lavorare con chi fa sport: l’obiettivo della performance è una molla non indifferente per aderire perfettamente ai miei consigli, cosa che si fa fatica a fare un piano “semplicemente” dimagrante.

Chiara: so che sei un tipo sportivo e che ti alleni costantemente, che tipo di allenamento consigli ai tuoi pazienti?

Arianna:
mi alleno 3-5 volte a settimana a seconda del periodo dell’anno. Faccio allenamento funzionale in palestra 3 volte, e aggiungo trekking, sci da fondo, nuoto o corsa. 
Con i miei pazienti devo affrontare quotidianamente il “problema” dell’allenamento efficace: in tanti (troppi) pensano ancora che camminare o correre faccia dimagrire. Io cerco il più possibile di sensibilizzare al fatto che gli allenamenti funzionali a perdere peso e aumentare il metabolismo siano quasi l’opposto: brevi, dinamici, energici, intensi. Cerco anche di far capire che 2-3 ore settimanali di sport non siano niente, se poi quotidianamente non si fa altro che rimanere seduti. 
Se con gli anni c’è stata una sempre maggior comprensione di cosa sia la “dieta personalizzata”, c’è ancora tanta reticenza allo “sport personalizzato”: io cerco di fare il possibile per sensibilizzare a questo aspetto della salute, e grazie alla collaborazione con una personal trainer per la stesura di articoli sul mio sito, qualcosa sembra muoversi. 
D’altro canto, c’è anche da tenere in considerazione che molte delle mie pazienti si sono esaurite con lo sport nel tentativo di dimagrire, causandosi livelli di stress e squilibri ormonali considerevoli. In questi casi, o nei casi di cattiva percezione del proprio corpo, sarebbe opportuno partire diversamente: “fai quello che ti diverte e ti permette di avere confidenza con il tuo fisico, non quello che ti fa dimagrire”.

Chiara: quali sono gli integratori che ritieni necessari per il benessere?

Arianna:
pochi, a mio parere. Se si sta bene e si è in salute, nessuno. Se si hanno piccoli problematiche (insulino-resistenza, autoimmunità, peso da perdere, fatica surrenalica…) può essere molto utile controllare la vitamina D e integrarla opportunamente. Altri integratori da valutare persona per persona sono la vitamina C, gli omega-3, il magnesio e il selenio.

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Chiara: so che hai scritto un e-book sulla PCOS, potresti parlarci brevemente di questa patologia? hai in programma altri e- book?

Arianna:
la sindrome da ovaio policistico è una patologia che interessa moltissime donne, ed è la principale causa di ipofertilità femminile (per ciclo assente o anovulatorio). Può causare anche aumento di peso (sebbene ne soffrano anche donne magre), irsutismo e acne. E’ connessa a una cattiva regolazione insulinica, quindi il tipo di alimentazione è fondamentale: una dieta a basso carico glicemico, ricca di grassi buoni, priva di soia e latticini aiuta molto a bilanciare gli ormoni. Per alcune donne può anche essere utile l’esclusione del glutine. Ho molte pazienti che seguono questo tipo di dieta, con grandi successi: dopo qualche mese in più d’una mi hanno contattata per darmi la bella notizia di un bimbo in arrivo! E’ per questo che ho pensato di pubblicare un ebook sull’argomento, che sia utile ad un iniziale fai-da-te. 
In futuro ho in programma altre pubblicazioni riguardo ipotiroidismo, colon irritabile e amenorrea. Anche in un’ottica di famiglia futura, non mi dispiacerebbe sacrificare parte del lavoro ambulatoriale per attività da poter proseguire a casa.

Chiara: cosa ne pensi del nostro blog? Te la senti di darci dei consigli per migliorarci?

Arianna:
mi piace molto lo sguardo critico che avete, la volontà di fare contro-informazione e le basi scientifiche con le quali divulgate. Non mi dispiacerebbe se ci fossero più articoli riguardo la qualità delle materie prime della paleodieta, cosa che in molti sottovalutano e che invece è importante affinché questo tipo di alimentazione si riveli davvero efficace sul lungo termine. E, magari, qualche articolo in più per noi donne, che per metabolismo, indole e salute siamo molto diverse dagli uomini!

Chiara: hai qualcosa da aggiungere all’intervista? Link utili?

Arianna:
potrei suggerire alcuni siti che amo frequentare, anche se in inglese:
 Thepaleomom con approfondimenti paleo-autoimmuni con l’occhio di una mamma. Westonprice e Perfect Health Diet, le tipologie di “paleo with benefits” di cui accennavo prima e
Sara Gottfried un must per le relazioni tra ormoni e alimentazione

Angelo: non conoscevo Arianna ed è stata davvero una piacevole scoperta. Un’intervista bellissima, tra le più interessanti pubblicate. Faremo tesoro dei suoi preziosi consigli. Grazie davvero! Un ringraziamento va anche alla nostra Chiara che è informata su tutti e tutto come una vera giornalista!

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