L’astinenza dall’alcol migliora i parametri della sensibilità all’insulina ed i sintomi del fegato grasso.
Adattamento: Angelo
In una recente presentazione, i ricercatori della University College, Camden e della Islington Public Health di Londra hanno notato che la malattia epatica alcolica (ALD) e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) sono entrambi comuni cause di cirrosi (ndr. fase avanzata cicatrizzazione del fegato, il che impedisce al fegato di funzionare in modo corretto). Le due patologie spesso coesistono. Questo gruppo di ricercatori ha voluto studiare l’effetto dell’astinenza da alcol sul livello di rischio di sviluppo di NAFLD.
Secondo Gautam Mehta, MD, MBBS, “Questo studio si basa su dati esistenti che mostrano un rapporto sinergico tra alcol e grassi nel rischio di malattia epatica cronica“. “Dry January” è un programma di ricerca nel Regno Unito, dove i partecipanti sono posti in astinenza da alcol per un mese. Nel 2015 vi hanno partecipato due milioni di persone. In questa prima fase sono stati monitorati 94 partecipanti, nessuno dei quali era dipendente da alcol o aveva già avuto malattie epatiche. Insomma soggetti sani. I partecipanti hanno completato un sondaggio sullo stile di vita, e sono stati effettuati adeguamenti per i fattori demografici/stile di vita. I partecipanti sono stati testati per i cambiamenti nei parametri indicanti la resistenza all’insulina e di altri marcatori noti di NAFLD al basale e dopo un mese. I risultati sono stati di estremo interesse…
Significativi cambiamenti metabolici si sono verificati in diversi parametri, tra cui la resistenza all’insulina. Questi risultati sono rimasti significativi al netto dello stile di vita, il che porta alla conclusione che anche l’astinenza a breve termine ha un effetto significativo sulla riduzione del rischio di sviluppo di NAFLD in individui sani.
Inoltre anche il rischio di sviluppare NAFLD aumenta con il consumo di alcol.
Secondo il Dr. Mehta, “Al momento non sappiamo quanto possano essere durevoli questi benefici, al di là del mese di astinenza, ma tutto questo suggerisce che una moderata assunzione di alcol avrà notevoli benefici metabolici“. “Il grado di beneficio sulla resistenza all’insulina è stato sorprendente. A livello di un farmaco e questo è davvero sorprendente“.
Per la cronaca i 94 partecipanti, prima dell’intervento, assumevano mediamente 250 gr. di alcol alla settimana, il che equivale circa a 2-2,5 litri di vino o più o meno il doppio di birra. Un consumo non proprio moderatissimo, diciamo moderato per un inglese… Ma se rapportato ad un italiano medio che beve per esempio 3-400 ml di vino al giorno ecco che più o meno ci siamo…
In un mese questi gli impressionanti risultati:
- punteggio HOMA-IR: 1,57 UI vs 1,13 UI, p <0.001;
- rigidità epatica 4.79 kPa vs 4.19 kPa, P <0.05;
- pressione arteriosa sistolica 134,8 mmHg vs 127.2 mmHg, p <0,0001;
- e BMI 26,8 kg/m2 vs 26.1 kg/m2, p <0.05.
- Questi risultati sono rimasti significativi dopo la modellazione per fattori demografici e di stile di vita, tra cui l’età, il sesso, i cambiamenti nella dieta, esercizio fisico, il fumo e lo stress
Riferimento:
http://www.aasld.org/events-professional-development/liver-meeting/press/moderate-drinkers-who-abstain-even-short-time-reduce-risk-factors-non-alcoholic-fatty-liver-disease
Short-term abstinence from alcohol improves insulin resistance and risk factors for nonalcoholic fatty liver disease | AASLD