L’assunzione alimentare di grano e di altri cereali e il loro ruolo nei processi infiammatori (parte prima)

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione

16 Dicembre 2013

Traduzione ed introduzione a cura di Angelo.

Premessa

Ho pensato di tradurre integralmente o quasi (ho tralasciato le parti troppo tecniche o ridondanti) questa review, di recente pubblicazione, che punta il dito contro il grano ed i cereali in generale promuovendo una dieta paleo.
Per i meno esperti, una review è una pubblicazione scientifica che valuta e fa una sintesi di una serie di pubblicazioni scientifiche. Interessante notare che gli autori di questa review dichiarino di non avere interessi o conflitti d’interesse e non abbiamo motivo di credere il contrario!
Spero possa suscitare l’interesse di tutti i lettori.
Ho deciso di dividere la pubblicazione in “puntate” in quanto, la review, è davvero corposa per rendere più snella e meno faticosa la lettura.

Spero mi perdonerete sin d’ora eventuali errori di traduzione.

Nutrients. 2013 March; 5(3): 771–787.
Published online 2013 March 12. 
The Dietary Intake of Wheat and other Cereal Grains and Their Role in Inflammation
Karin de Punder e Leo Pruimboom

Estratto
Il frumento è uno dei cereali più consumati al mondo ed, oggigiorno, costituisce una parte fondamentale della dieta umana. Anche se i governi hanno sostenuto linee guida dietetiche in Europa e negli Stati Uniti consigliando di mangiare adeguate quantità di prodotti derivati dal grano (intero) al giorno, i cereali contengono “anti- nutrienti” come: il glutine e le lectine, che, nell’uomo, possono provocare disfunzioni e malattie. In questa review parleremo delle evidenze derivate da studi “in vitro ed in vivo” oltre a studi sull’uomo che descrivono come il consumo di grano, ma anche di altri cereali, possano contribuire alla manifestazione di infiammazione cronica e malattie autoimmuni, aumentando la permeabilità intestinale ed innescando una risposta immunitaria infiammatoria .

1. Introduzione
L’infiammazione è la risposta del sistema immunitario innescata da stimoli nocivi, agenti patogeni microbici e lesioni. Quando un innesco permane, o quando le cellule immunitarie sono continuamente attivate, la risposta infiammatoria può diventare autosufficiente e cronica. L’infiammazione cronica è stata associata a molti disturbi medici e psichiatrici, tra cui malattie cardiovascolari, sindrome metabolica, cancro, malattie autoimmuni, la schizofrenia e la depressione [ 1,2,3 ]. Inoltre, di solito è associata ad elevati livelli di citochine (http://it.wikipedia.org/wiki/Citochina) pro-infiammatorie e proteine di fase acuta , come interferoni (IFN), interleuchina (Il)-1, Il-6, il fattore di necrosi cancerogena (TNF-α) e proteina C reattiva (CRP). In alcune condizioni (per esempio: la produzione di citochine nella sindrome metabolica), in altri disturbi, come la depressione maggiore , l’origine infiammatoria non è completamente chiara. Vulnerabilità genetica, stress psicologico e modelli dietetici poveri sono stati tutti implicati per lo sviluppo di un fenotipo infiammatorio [3,4,5]. Fattori dietetici associati con l’infiammazione includono uno spostamento sfavorevole del rapporto degli acidi grassi n- 6 vs n- 3[5] ed un elevato apporto di zuccheri semplici [6]. Anche altre sostanze nel nostro cibo quotidiano, come quelle che si trovano nel frumento e in altri cereali, sono in grado di attivare percorsi pro-infiammatori.

2 . Chicco di grano, glutine e malattie

2.1 . Grano allergia ed intolleranza

L’ ingestione di prodotti di grano può essere responsabile di reazioni allergiche mediate dall’IgE. L’Anafilassi Grano-Dipendente indotta dall’Esercizio fisico è una sindrome in cui l’ ingestione di un prodotto contenente frumento seguito da esercizio fisico può provocare una risposta anafilattica . Diverse proteine presenti nel frumento, in particolare le proteine del glutine hanno dimostrato di reagire con l’IgE [7] . Altre risposte allergiche che sembrano essere legate ad una serie di proteine del grano ed includono l’asma del panettiere, la rinite e l’orticaria da contatto [7,8].
Le più comuni allergie da frumento sono quelle che coinvolgono l’intolleranza al grano, compresa la malattia celiaca (CD), che è valutata interessare l’1% della popolazione dell’Europa occidentale, e la dermatite erpetiforme, la quale ha un’incidenza tra circa 2 volte e 5 volte inferiore rispetto al CD [ 9 ]. La stretta associazione tra il diabete di tipo 1 e CD [10] e la constatazione che le malattie autoimmuni sembrano essere più frequenti nei pazienti celiaci e dei loro familiari [11] quindi collega il consumo di grano con molte altre situazioni di disagio.
2.2 . Chicco di grano e glutine

Il glutine è la proteina strutturale principale del grano ed è composta da glutenine e gliadine. Quando la farina di grano è mescolata con acqua per formare l’impasto, le proteine del glutine formano una rete continua che fornisce la coesione e viscoelasticità all’impasto stesso che poi viene trasformato in pane, pasta e altri alimenti. Il contenuto di proteine del frumento varia tra il 7 % ed il 22 % con il glutine che costituisce circa l’80% delle proteine totali del seme [9]. Le glutenine sono la frazione di proteine del grano solubili in acidi diluiti e sono polimeri di singole proteine . Le prolammine (http://it.wikipedia.org/wiki/Prolammina) sono le proteine solubili in alcool ed in particolare, nel frumento, sono chiamate gliadine. Le gliadine sono proteine monomeriche (http://it.wikipedia.org/wiki/Monomero) e sono classificate in tre gruppi: α/β-gliadine , γ-gliadine , e ω-gliadine [7].

2.3 . Glutine , gliadina e CD

Epitopi (http://it.wikipedia.org/wiki/Epitopo) della gliadina da glutine di frumento e le relative prolamine sono correlati ad altri cereali contenenti glutine, tra cui la segale e l’orzo e possono innescare CD in persone geneticamente suscettibili. I sintomi di questa malattia sono l’infiammazione delle mucose, dei villi dell’intestino tenue, atrofia dei villi, aumento della permeabilità intestinale e malassorbimento di macro e micronutrienti. La CD, che è una malattia infiammatoria cronica mediata da cellule T, è preceduta da cambiamenti nella permeabilità intestinale e attività proinfiammatoria del sistema immunitario. E’ interessante notare come una dieta senza glutine funziona molto bene su pazienti celiaci (99,4%) ma anche in un altro gruppo di pazienti che non manifesta celiachia ma soffre di disturbi gastrointestinali. [12,13] .

2.4 . Gliadina e immunità

Ci sono almeno 50 epitopi della gliadina che esercitano attività immunomodulante, citotossicità ed attività che provocano la sindrome dell’intestino permeabile che possono essere in parte riconducibili alla gliadina. Alcuni peptidi immunomudolatori della gliadina attivano cellule T specifiche, altri sono in grado di indurre una risposta immunitaria proinfiammatoria [1]. La stimolazione delle cellule immunitarie da parte della gliadina non è solo limitata ai pazienti con CD ma anche in soggetti sani. Lammers et al. [15] , hanno dimostrato che la gliadina induce una risposta immunitaria infiammatoria in entrambi pazienti celiaci e sani, anche se in modo significativamente più elevato nei pazienti con CD.
2.5 . Permeabilità intestinale e gliadina
Affinché la gliadina possa interagire con le cellule del sistema immunitario, deve superare la barriera intestinale. I peptidi della gliadina riescono ad attraversare lo strato epiteliale per transcitosi (o trasporto paracellulare) (http://it.wikipedia.org/wiki/Transcitosi). Il celiaco ha una permeabilità intestinale importante [17]. Diversi studi indicano che la permeabilità intestinale, che precede l’insorgenza di CD, non è solo una conseguenza di un’infiammazione intestinale cronica [18,19]. La gliadina ha dimostrato di aumentare la permeabilità in cellule intestinali umane riorganizzando filamenti di actina e alterando l’espressione di proteine complesse [20]. Diversi studi di Fasano et al., mostrano che la gliadina compromette direttamente l’integrità del complesso giunzionale [21,22]. La gliadina può aumentare la permeabilità intestinale anche in pazienti non CD, invece la permeabilità intestinale non è stata osservata in un gruppo di pazienti sensibili al glutine [13].

Discussione e Bibliografia

Parte Seconda

Parte Terza

Quarta Parte

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