L’ALLUMINIO CONTENUTO NEI VACCINI PUO’ PROVOCARE EFFETTI COLLATERALI ANCHE NEL LUNGO TERMINE

Scritto da Angelo

Categorie: Salute

4 Agosto 2017

Continuiamo a presentare REVIEW (non trial) sui possibili e REALI effetti collaterali da vaccini

Adattamento e commenti: Angelo

Continuiamo a presentare REVIEW (non trial) sui possibili e REALI effetti collaterali da vaccini. Sappiamo anticipatamente che ciò non condizionerà di una virgola l’azione coercitiva del Governo, ma speriamo di svegliare le coscienze dei pro-vaccinisti a tutti i costi. Chiariamo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che noi NON SIAMO anti-vax ma per la proposta Codacons che tutela i pazienti.

Oggi tocca ad un’altra review del 2015, quindi ben moderna ed attuale. Davvero inquietante.

Miliardi di esseri umani sono stati vaccinati e si sono osservate regressione o eradicazione di diverse gravi malattie infettive. Oggi le potenziali applicazioni dei vaccini vanno ben oltre la prevenzione delle malattie infettive e la vaccinazione è considerata l’arma più promettente contro una varietà di condizioni diverse. La sicurezza dei vaccini è stata considerata eccellente a livello della popolazione (1), ma sono stati riportati effetti negativi (2).

Le preoccupazioni circa l’utilizzo di adiuvanti in sali di alluminio sono emersi dopo il riconoscimento del loro ruolo all’origine della cosiddetta lesione macrofagica miofasciite (MMF) nel 2001 (3,4), che ha rivelato un errore fondamentale del loro effetto adiuvante e ha evidenziato la loro biopersistenza inaspettatamente lunga (4); dimostrare la loro apparente capacità di migrare negli organi linfoidi e quindi diffondersi in tutto il corpo tramite cellule monocite e progressivamente accumularsi nel cervello (5).

Inutile precisare che l’alluminio è un adiuvante presente in moltissimi vaccini.

…….

Nonostante il loro uso prolungato, la letteratura ha sottolineato che i meccanismi di adiuvanzamento dei sali di alluminio rimangono FONDAMENTALMENTE SCONOSCIUTI nonostante le più attive indagini in campo negli ultimi anni (21, 22).

In breve ci sono individui che riescono a smaltire questi sali di alluminio ed altri che non riescono a smaltiti  in modo efficiente.
In questi individui possono insorgere nel lungo termine:

  • Encefalomieliti
  • Sindrome della Fatica Cronica

Entrambe estremamente invalidanti.

Infatti in questi soggetti persiste il biomarcatore MMF.

Quando l’alluminio entra nel cervello la situazione si complica ulteriormente. Un 20% dei soggetti positivi al biomarcatore hanno una serie di malattie autoimmini come tiroiditi o sclerosi multipla.

Se volete approfondire, ecco il full text: qui

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