di: Marco Giovannettone
L’ultimo lavoro del dr. Fabio Piccini, si presenta come una rivisitazione multimediale dello sfortunato titolo omologo, caduto in disgrazia a causa delle vicende fallimentari che investirono la casa editrice.
Il testo è scorrevole, piacevole, a tratti divertente e presenta un tema già trattato nel precedente “la dieta intermittente” (titolo da consigliare se non fosse per un inspiegabile ricettario che ne occupa la maggior parte), e cioè il digiuno intermittente.
Cercherò nella recensione di assumere un tono asettico e meramente descrittivo anche se devo premettere che sono “emotivamente” coinvolto avendo ricevuto enormi vantaggi nella salute e nella forma fisica dall’aver praticato, ormai da alcuni mesi, questo metodo, anche se con contaminazioni “warrior” (peraltro lo stesso autore mostra apprezzamento per le “passionali” teorie di Ori Hofmekler).
Il primo capitolo, velatamente “complottista”, espone studi e ricerche che affrontano il tema del digiuno. Partendo da un esame sociale (il digiuno esaminato come precetto religioso) dimostra come la ricerca già da tempo abbia dimostrato l’efficacia del digiuno paventando che l’industria alimentare abbia ostacolato la divulgazione dei dati interessata più alla sovralimentazione della popolazione che al suo stato di salute.
Il secondo capitolo espone il metodo in maniera chiara e comprensibile. Si preoccupa eccessivamente, secondo me, di rassicurare sulla reale possibilità di operare un digiuno di 16/20 ore trascurando che in realtà molta gente già pratica o ha praticato il digiuno intermittente. Non è forse tale la dieta dell’impiegato (caffè a colazione, pranzo veloce e cena abbondante)?
Il sistema viene qui proposto in modo scientifico, metodico ed estremamente chiaro, pronto da essere messo in pratica, addirittura attraverso suggerimenti su come fare la spesa. Non è trascurata la supplementazione e l’eventuale attività fisica svolta.
Il terzo capitolo sfata alcuni falsi miti legati al digiuno rispondendo alle domande che tante volte vengono proposte a chi pratica questa forma di alimentazione. E’ estremamente convincente, ma coloro che ancora dubiteranno troveranno ulteriori conferme negli incontrovertibili dati presentati nel quarto capitolo.
E’ ovviamente la parte più “noiosa”, densa di ricerche, evidenze scientifiche che mirano a dimostrare come mangiando meno e meno spesso si viva meglio (sicuramente) e più a lungo (speriamo).
Il quinto capitolo dimostra moderata condivisione di alcuni principi evoluzionisti cari alle diete “primitive”, rivalutazione dei grassi, uso moderato di carboidrati ad alto indice glicemico, ciclizzazione alimentare. Segue l’immancabile dieta “tipo” con suggerimenti pratici su come impostare la dieta giornaliera.
Concludono il testo le Faq, le conclusioni e le “appendici” che forniscono interessanti spunti di approfondimento.
In conclusione il testo dimostra come la riduzione calorica, indispensabile per contrastare il decadimento fisico che affligge la nostra opulenta società (obesità, sindrome metabolica, diabete, malattie cardiache e legate alla circolazione del sangue), possa essere realizzata in maniera indolore, senza inutili patimenti ed in modo antropologicamente corretto attraverso una semplice restrizione della finestra temporale nella quale alimentarsi, attraverso cioè la dieta intermittente.
Senz’altro il migliore e più convincente testo mai letto sull’argomento.
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