Adattamento: Angelo
Oggi vi presentiamo il primo trial sulla dieta paleolitica risalente addirittura al 1984. Uno studio oserei dire pionieristico…
Il ricercatore ha provato ad invertire temporaneamente il processo di urbanizzazione di 10 Aborigeni diabetici nella speranza di migliorare tutti gli aspetti del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi che sono legati alla resistenza all’insulina. Gli aborigeni diabetici dalla Comunità Mowanjum (Derby, Australia Occidentale) hanno accettato di essere testati prima (ndr. da urbanizzati) e dopo aver vissuto per 7 settimane come cacciatori-raccoglitori nel loro paese tradizionale nel nord-ovest dell’Australia.
Questi neo-paleoman erano di mezza età (53,9 ± 1,8 anni) ed in sovrappeso (81,9 ± 3,4 kg).
L’analisi dettagliata dell’assunzione di cibo in 2 settimane ha rivelato un basso introito calorico (circa 1200 kcal/persona/giorno). Nonostante l’alto apporto di cibo animale (64% del totale calorico), la dieta era povera di grassi (13%), questo perchè gli animali selvatici hanno carni molto magre.
E’ stato eseguito il test di tolleranza al glucosio orale (75 g di glucosio) prima e dopo le sette settimane di trial.
Si è avuto un netto miglioramento del glucosio con un calo della glicemia a digiuno (11.6 ± 1.2 mM prima, 6.6 ± 0.8 mM dopo) (200 mg/dL vs 120 mg/dL) e un miglioramento della clearance del glucosio postprandiale (area sotto la curva incrementale di glucosio: 15.0±1.2 mmol/L/h prima, 11.7±1.2 mmol/L/h dopo). Le concentrazioni di insulina plasmatica a digiuno sono crollate (23±2 mU/L prima, 12±1 mU/L dopo) e la risposta insulinica al glucosio è migliorata (zona incrementale sotto la curva dell’insulina: 61±18 mU/L/h prima, 104±21 mU/L/h dopo). Il netto calo dei trigliceridi plasmatici a digiuno (4.0±0.5 mM prima, 1,2±0,1 mM dopo) (350 mg/dL vs 105 mg/dL) è stato dovuto in gran parte al calo della concentrazione di trigliceridi VLDL (ndr le particelle più pericolose per l’aterosclerosi) (2,31±0,31 mM prima, 0.20±0.03 mM dopo) (90 mg/dL vs 8 mg/dL). Nelle 7 settimane i 10 soggetti hanno pure perduto perso in modo significativo (in media, 8 kg).
In conclusione, le maggiori alterazioni metaboliche del diabete di tipo II si sono: sia notevolmente migliorate che, persino, completamente normalizzate, in questo gruppo di aborigeni in una, relativamente breve, inversione del processo di urbanizzazione. Almeno tre fattori noti per migliorare la sensibilità all’insulina (perdita di peso, dieta povera di grassi, e una maggiore attività fisica) hanno operato contemporaneamente in questo studio, ed avrebbero contribuito ai cambiamenti metabolici osservati.
Riferimento:
Diabetes. 1984 Jun;33(6):596-603.
Marked improvement in carbohydrate and lipid metabolism in diabetic Australian aborigines after temporary reversion to traditional lifestyle.
O’Dea K.
Link: http://diabetes.diabetesjournals.org/content/33/6/596