Come mai la carne di maiale è mal vista da alcuni esponenti del mondo evoluzionistico?
Giustamente, la carne da maiali provenienti da allevamenti intensivi, alimentati a spazzatura, è da ritenersi un alimento pro-infiammatorio, dato l’enorme rapporto tra omega 6 e omega 3 [1].
Inoltre, il grasso di animali gravemente infiammati, è una riserva di tossine derivanti da prodotti microbici (LPS) [2], e sostanze xenobiotiche [3],[4].
Come se non bastasse, molti salumi sono pieni zeppi di nitriti, nitrati [5] e altre schifezze (lattosio, destrosio, ecc…).
Negli allevamenti intensivi, troviamo da 2500 fino a 10000 maiali, che vivono stipati sotto luci artificiali che distruggono i loro ritmi circadiani e di conseguenza il loro metabolismo, in concomitanza con gli sfarinati di soia, mais, oli vegetali e latticini, che vengono fatti ingurgitare in quantità mostruose.
Inoltre, vivendo in promiscuità e in mezzo a feci, parassiti e topi, sviluppano infezioni e un profilo microbico a dir poco preoccupante.
La grande quantità di antibiotici che viene loro somministrata, poi, aggrava ulteriormente le disfunzioni metaboliche e getta le basi per la selezione di specie microbiche antibiotico-resistenti.
La vita e la macellazione di questi poveri animali, sono a dir poco un’agonia che nessun essere vivente merita.
Insomma, se parliamo di questo tipo di carne, siamo completamente d’accordo.
Perché spendere cifre folli (anche 30/40 euro/Kg e oltre per i vari prosciutti blasonati) per una simile spazzatura?
Il problema, però, sorge nel fare di tutta un’erba un fascio.