Adattamento: Angelo
Studi epidemiologici e le tante notizie sui media suggeriscono che la carenza di vitamina D, stimata misurando 25-idrossivitamina D nel sangue, è legata ad un aumento del rischio di cardiopatia ischemica e ictus. Tuttavia, gli studi clinici randomizzati per verificare se effettivamente la supplementazione di vitamina D riduca il rischio di queste malattie sono stati sorprendentemente deludenti, ma non si capisce perché. Per provare a rispondere a questa domanda, Ooi et al. hanno verificato se la carenza di vitamina D causasse un profilo lipidico negativo (che a sua volta causa malattie cardiache o ictus) o viceversa.
Ooi et al. hanno utilizzato in modo intelligente i dati del Copenhagen General Population Study e del Copenhagen City Heart Study per verificare se precedentemente fossero state stabilite influenze genetiche per elevati livelli dei lipidi aterogeni la diminuzione delle lipoproteine ad alta densità (HDL) a determinare i bassi livelli di 25-idrossivitamina D. I ricercatori hanno inoltre esaminato la questione opposta: se il fattore genetico che tiene la vitamina D bassa possa influire sui lipidi aterogeni e l’HDL. Ebbene i ricercatori hanno scoperto che fattori genetici per il colesterolo hanno predetto in modo significativamente preciso i livelli di 25-idrossivitamina D. Ogni raddoppio dei livelli dei lipidi aterogeni era significativamente associato con più bassi livelli di 25-idrossivitamina D, anche se livelli di HDL bassi per fattori genetici sono stati associati con una maggiore livello di 25-idrossivitamina D. Tuttavia, in stridente contrasto con il dato precedente, livelli bassi di 25-idrossivitamina D genetici non hanno predetto concentrazioni alte di lipidi aterogeni. I ricercatori hanno dunque concluso che i lipidi aterogeni elevati, associati a malattie cardiache ed a ictus, HDL escluso, contribuiscono ai bassi livelli di 25-idrossivitamina D e non viceversa!
Lo studio ha certamente dei limiti, ma è rafforzato dalla dimensione del campione (85.868 soggetti) e da approcci analitici conservatori. Questi risultati suggeriscono che bassi livelli di 25-idrossivitamina D sono semplicemente un marcatore secondario per i lipidi aterogeni elevati, pertanto questo studio (randomizzato) solleva seri dubbi circa il valore della supplementazione di vitamina D per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Riferimento:
E. M. Ooi et al., Elevated remnant cholesterol in 25-hydroxyvitamin D deficiency in the general population: A Mendelian randomization study. Circ. Cardiovasc. Genet. 10.1161/CIRCGENETICS.113.000416 (2014). [Abstract]
Copyright © 2014, American Association for the Advancement of Science
Citation: E. Price, Vitamin D—A Passenger, Not a Driver in Cardiovascular Disease. Sci. Transl. Med. 6, 254ec160 (2014).
Sci Transl Med 17 September 2014:
Vol. 6, Issue 254, p. 254ec160
Sci. Transl. Med. DOI: 10.1126/scitranslmed.3010408