Il grande lavoro scientifico, pubblicato su Annals of Nutrition and Metabolism, che smaschera la grande bugia sul colesterolo e punta il dito contro gli effetti collaterali delle statine…
Adattamento e traduzione: Angelo
Il nostro blog da sempre si sta impegnando a smascherare la grande bugia sul colesterolo messa in atto negli ultimi 50 anni da operatori sanitari incapaci ed ignoranti, alcuni di loro forse al soldo delle multinazionali.
Per molti anni abbiamo gridato in rete che chi ha livelli di colesterolo alto vive mediamente più a lungo, e, viceversa chi ha livelli bassi vive di meno. Più si invecchia e più è importante avere livelli di colesterolo alti. Questo, signore e signori, è ormai un dato di fatto, ci potete mettere la mano sul fuoco!
Tuttavia questo assunto è davvero difficile da dimostrare per i vari giochini statistici degli studi che si trovano su pubmed e per le interazioni con i farmaci (statine in particolare). Tuttavia, il Giappone, fornisce alcuni dati molto interessanti. Il Giappone ha sempre avuto un tasso molto basso di malattie cardiache, una speranza di vita invidiabile, e … Livelli di colesterolo generalmente bassi… Ma allora, direte, “state parlando di aria fritta”!
Bene, qui vi riportiamo l’introduzione di una impressionante review di centosedici pagina appena pubblicata negli Annals of Nutrition and Metabolism che abbiamo appena faticosamente finito di leggere… E che abbiamo riportato sotto a beneficio di chi volesse approfondire… C’è quasi tutto quello che serve sapere… Buona “full immersion”!
“Livelli elevati di colesterolo sono riconosciuti come una delle principali cause di aterosclerosi. Tuttavia, per più di mezzo secolo alcuni studiosi hanno contestato questa nozione. Ma chi ha ragione? E perché non possiamo giungere a una conclusione definitiva dopo tutto questo tempo e con sempre più dati scientifici disponibili? Crediamo che la risposta sia molto semplice: da un lato si difende questa cosiddetta teoria del colesterolo, la quantità di denaro in gioco è troppa… (ndr. non lo dico io ma il comitato scientifico del giornale!)
Il colesterolo è uno dei più grandi problemi nel campo medico dove, però, governano anche le leggi dell’economia. Inoltre, i sostenitori della teoria pretendono che l’idea sia un semplice, inconfutabile ‘fatto’ auto-esplicativo. Al contrario, chi non la pensa come loro, è solo un “eccentrico”.
Noi, come quelli che si contrappongono all’ipotesi, comprendiamo il loro argomento molto bene. Infatti, il primo autore di questa review era stato un forte credente e sostenitore dell’ipotesi colesterolo fino a un paio di anni dopo la pubblicazione dello Scandinavian Simvastatin Survival Study (4S) che segnalava i benefici della terapia con statine (The Lancet nel 1994). Aveva utilizzato questo studio per convincere medici e pazienti, anche con conferenze, ad utilizzare le statine nei casi di colesterolo alti. Terribile! Errore imperdonabile dopo quello che siamo venuti a conoscere e chiaramente si conosce ora.
In questo numero supplementare, esploriamo a fondo l’ipotesi colesterolo utilizzando i dati ottenuti principalmente dal Giappone, paese in cui le campagne anti-colesterolo possono essere effettuate più facilmente che in altri paesi. Ma perché questo? Perché i ricercatori giapponesi che difendono l’ipotesi ricevono meno supporto da aziende farmaceutiche rispetto all’estero? Niente affatto! Perché i ricercatori giapponesi sono indolenti e deboli? No, certo che no. Perché il pubblico giapponese è scettico sui benefici della terapia medica? No, in genere tende ad accettare tutto ciò che dicono i medici; purtroppo, anche questo è complicato dal fatto che i medici non hanno abbastanza tempo per studiare il problema del colesterolo da soli, pertanto accettano fideisticamente le informazioni fornite dall’industria farmaceutica.
Leggendo questo problema supplementare, diventerà chiaro perché il Giappone può essere il punto di partenza per la campagna della teoria anti-colesterolo. La relazione tra la mortalità per tutte le cause e livelli sierici di colesterolo in Giappone è molto interessante: la mortalità in realtà va giù con elevati livelli di colesterolo a bassa densità (LDL) (ndr. toh! Il colesterolo cosiddetto cattivo…), come riportato dalla maggior parte degli studi epidemiologici giapponesi sulla popolazione generale. Questo rapporto non può essere osservato facilmente in altri paesi, tranne in popolazioni anziane dove lo stesso rapporto esiste in tutto il mondo.
La mortalità da malattia coronarica in Giappone rappresenta circa il 7% di tutte le cause di mortalità da decenni; un tasso molto più basso rispetto a quello degli altri paesi occidentali. La teoria che più bassi sono i livelli di colesterolo meglio è completamente sbagliata nel caso del Giappone, anzi, è vero l’esatto contrario. Proprio per questo motivo, partendo dal Giappone, si può smontare tutta la teoria lipidica!
… Questo, a nostro avviso, segna il punto di partenza per il cambiamento del paradigma, non solo come funziona realmente il colesterolo ed il suo ruolo nella salute, ma anche il modo in cui forniamo il trattamento medico del colesterolo (ndr. si riferisce alle statine).
Le linee guida per il colesterolo sono quindi un altro settore di grande importanza. Infatti, la parte principale di questo problema supplementare (dal capitolo 4 in poi) è dedicata ad un esame approfondito e critico rispetto agli orientamenti pubblicati dalla Japan Atherosclerosis Society. Dedichiamo una gran parte di questo lavoro a queste linee guida, perché sono generalmente tenute in grande considerazione in Giappone, e il meccanismo di gestione della salute pubblica del paese è conforme a queste senza dubbio. I medici, inoltre, tendono a seguire fideisticamente le linee guida; hanno paura di essere perseguiti qualora non lo facessero. (ndr. ENORME PROBLEMA GLOBALE)
Questi capitoli descrivono chiaramente alcuni dei difetti nelle linee guida che sono così gravi da rendere evidente che i tempi devono cambiare e le linee guida devono essere aggiornate. Il nostro scopo nello scrivere questo problema complementare deve aiutare tutti a capire il problema “colesterolo” meglio di prima. Vorremmo sottolineare in chiusura che NON abbiamo ricevuto alcun finanziamento a sostegno della scrittura o la pubblicazione di questo lavoro e che dichiariamo di non avere conflitti di interesse.
Ndr. Non crediamo che ci sia tanto altro da aggiungere. Ora procediamo con una estrema sintesi dei vari capitoli.
Capitolo 1 (colesterolo e mortalità):
Grafico chiarissimo, inutile commentarlo
- La mortalità per qualsiasi causa è il risultato più appropriato da utilizzare nell’ambito delle indagini sui fattori di rischio per la malattie mortali;
- nel complesso, un andamento inverso si trova tra la mortalità per tutte le cause e totale rispetto ai livelli di lipoproteine a bassa densità [LDL], il colesterolo “cattivo”!;
- la mortalità è più alta in chi ha livelli di colesterolo più bassi, senza eccezioni!
- questa tendenza è universale.
- le persone anziane con i livelli di colesterolo più alti hanno la sopravvivenza maggiore a prescindere dal luogo in cui vivono nel mondo.
Ndr. A questo punto potremmo anche chiudere l’articolo…
Capitolo 2 (colesterolo e malattie):
- esiste associazione tra mortalità coronarica e colesterolo solo negli uomini, anche se è in gran parte spiegata dalla presenza di ipercolesterolemia familiare nelle coorti studiate fino ad oggi.
- per quanto riguarda le donne, c’è anche uno studio che mostra un’associazione inversa tra la mortalità coronarica e colesterolo.
- Per quanto riguarda l’ictus, è più difficile trovare una associazione positiva con il colesterolo; associazioni inverse si trovano molto facilmente.
- La mortalità per cancro è inversamente associata ai livelli di colesterolo
- La mortalità per infezione è bassa nei soggetti con livelli elevati di colesterolo.
- Le malattie del fegato sembrano mostrare una più marcata associazione inversa con il colesterolo alto. L’incidenza del cancro al fegato, la mortalità per cirrosi epatica, e la mortalità per malattie del fegato sono nulle in soggetti con alti livelli di colesterolo. (ndr. NULLE!!!)
Capitolo 3 (l’ipercolesterolemia genetica la chiave per risolvere il mito del colesterolo):
- L’associazione tra colesterolo alto e mortalità per malattie cardiache negli uomini giapponesi è molto probabilmente dovuta alla presenza di individui con familiarietà negli studi con gruppi con livelli alti di colesterolo
- L’associazione tra mortalità per malattia cardiaca e livelli di colesterolo diminuisce con l’età:
- paradossalmente chi ha familiarietà al colesterolo potrebbe essere avvantaggiato in caso di epidemie infettive sconosciute.
Capitolo 4 (le linee guida giapponesi per il colesterolo):
- La prima edizione delle linee guida si basava su sei studi epidemiologici che avevano notevoli difetti metodologici
- il trattamento raccomandato dalle linee guida JAS ha iniziato a puntare il dito sui livelli di colesterolo totale, poi ha cambiato puntandolo contro le LDL apparentemente senza solida base scientifica
- L’edizione 2013 è la prima a contenere una dichiarazione per il conflitto d’interesse
Capitolo 5 (l’ultima edizione di linee guida del 2012 per il rischio cardiaco):
- la più recente, edizione delle Linee guida per la prevenzione della Malattie Cardiovascolari aterosclerotiche (JASG2012) utilizza una parte delle carte di rischio assoluto di mortalità per malattia coronarica (CHD) apparsa in uno degli studi NIPPON DATA80;
- il NIPPON DATA80 è l’unico studio epidemiologico Giapponese in cui si rileva che la mortalità è più alta nell gruppo col colesterolo alto (solo negli uomini)
- La mortalità è calcolata in base a quattro fattori: fumatore o non fumatore, tre gruppi di età, cinque livelli di pressione sanguigna, sei livelli di colesterolo. Di conseguenza, ci sono 180 scatole di rischio.
- Tuttavia, il numero totale di morti per malattie cardiache contenuta in queste 180 scatole è stimato essere solo di 35, un numero troppo piccolo per essere statisticamente rappresentativo rispetto alle 180 scatole.
- Inoltre, la mortalità per ictus è leggermente inversamente associata con livelli di colesterolo, ma la JASG2012 non fa menzione di questo dato.
Capitolo 6 (seconda parte delle linee guida per le altre malattie):
- I livelli obiettivo per le lipoproteine a bassa densità (LDL) nelle linee guida JAS 2012 (JASG2012) sono più severe per i fumatori rispetto ai non fumatori. Questa raccomandazione deriva probabilmente dall’ipotesi che gli effetti deleteri del fumo sul cuore possono essere mitigati o annullati diminuendo i livelli di colesterolo. Tuttavia, non vi è alcuna evidenza clinica per questa ipotesi.
- Inoltre, non è chiaro perché JASG2012 stabilisce livelli obiettivo per il colesterolo per le donne, dato che non c’è alcuna evidenza che i livelli alti di colesterolo possano essere un fattore di rischio per il gentil sesso.
- Un fattore di rischio molto chiaro per è l’età. Come discusso precedenza nel Capitolo 3, la relazione tra mortalità per CHD e livelli di colesterolo sembra diminuire con l’età, dunque ci sarebbe da chiedersi perché i livelli di colesterolo ideali diventano più severi con l’età nel JASG2012.
- I problemi derivanti dalle statine e il fattore di rischio di diabete sono discussi in dettaglio nel capitolo 9.
Capitolo 7 (controllo del colesterolo con dieta e farmaci):
- lo studio MEGA (statine) purtroppo aveva alcuni difetti gravi. Per esempio la dieta consigliata nel gruppo “solo dieta” era certamente dannosa avendo più acidi grassi trans e meno acidi grassi della serie omega 3;
- lo studio più citato sulle statine nelle linee guida non aveva gruppo di controllo e non prendeva in considerazione il fatto che la mortalità per tutte le cause aumentava quando i livelli di colesterolo erano troppo bassi;
- le linee guida raccomandano una dieta bassa in grassi saturi quando nessuno studio ha mai dimostrato che questi possano essere dannosi per la salute.
Capitolo 8 (gli effetti collaterali delle statine):
- le descrizioni dei possibili effetti collaterali delle statine sono molto limitati nelle linee guida
- non sono menzionati importanti effetti avversi che coinvolgono il sistema nervoso, anche se si verificano frequentemente!
- non sono citate la cancerogenicità o diabetogenicità delle statine
- il rischio cancro al seno raddoppia dopo 10 anni di amministrazione di statine
- Altri sides (ndr. tutti citati nel nostro blog con le decine e decine di “pillole”):
- teratogenicità;
- il piacere sessuale depresso
- la neuropatia periferica
- la cataratta,
- disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico
- e disfunzione epatica.
ndr. E sti caxxi??? Nooooo
Capitolo 9 (le statine prevengono la malattia cardiaca nei diabetici?)
- Le Linee Guida 2012 JAS (JASG2012) raccomandano un controllo più rigoroso del colesterolo nei pazienti con diabete per la prevenzione primaria di malattie coronarie e le malattie cardiache e propongono l’uso di statine per questo scopo, nonostante il fatto che le statine:
- aumentano i livelli ematici di glucosio e di emoglobina glicata (HbA1c) e, quindi, si ha un aumento di diabete incidente.
- Le statine compromettono la tolleranza al glucosio
- le statine possono compromettere la funzione mitocondriale.
- recenti studi clinici non sono riusciti a dimostrare alcun beneficio delle statine per i pazienti con diabete.
Ndr. Ma sono cose che i nostri lettori ben conoscono…
Capitolo 10 (ipertrigliceridemia ed LDL):
In questo capitolo i ricercatori si concentrano su LDL, Trigliceridi ed HDL e concludono che non ci sono studi ben progettati che abbiano tenuto conto degli omega 3 nella dieta, dello zucchero in eccesso e dell’esercizio fisico per dire se i loro livelli (bassi o alti) possano essere dannosi o salutari.
Capitolo 11 (linee guida per il trattamento della dislipidemia):
- si apprezza la definizione che nelle ultime linee guida non ci sia conflitto d’interesse ma:
- lo spazio destinato agli effetti collaterali delle statine è molto limitato
- Inoltre non si consiglia la cessazione immediata delle statine quando i livelli di creatina chinasi (CK) aumentano di 2-5 volte il limite superiore la norma.
Conclusioni (estratto):
….
Nel 2013, l’American College of Cardiology e l’American Heart Association (ACC/AHA) ha pubblicato un nuovo orientamento per il colesterolo….. queste linee guida affermano che “… il comitato scientifico NON è stato in grado di trovare studi randomizzati e controllati a sostegno della terapia farmacologica per raggiungere i target di colesterolo LDL o non-HDL-C, come raccomandato …“.
Questa affermazione della ACC/AHA di per sé distrugge il fondamento su cui si basano le linee guida giapponesi JASG2012
….
Il nostro fervente desiderio è che la gente possa capire che l’ipotesi su cui si basa la teoria del colesterolo si basa su dati molto deboli e talvolta notevolmente distorti.
In effetti, molti studi in Giappone, in realtà, mostrano che il colesterolo gioca un ruolo molto positivo nella salute. Speriamo che JAS, e le autorità governative che rimandano alle Raccomandazioni del JAS, si muovernno verso il riconoscimento del colesterolo come un amico, non un nemico. Nel frattempo, noi continueremo a spingere per l’accettazione del movimento anti-colesterolo al fine di invertire ciò che vediamo come il più grande errore fatto dalla scienza medica nel secolo scorso.
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Riferimento:
Ann Nutr Metab 2015;66(suppl 4):1–116
Autori vari
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