Questa review riassume l’effetto di una dieta vegetariana abituale sulle complicanze cliniche in relazione alla chimica e alla biochimica.
Di Angelo
Premettiamo che chi segue una dieta vegetariana è già di base più health conscious, ovvero fa sport e sta attento a molti altri stili di vita utili per promuovere la salute. Nelle statistiche relative all’onnivorismo ricade praticamente tutto, soprattutto le cattive abitudini alimentari e non. Ecco perchè una serie di trail mostrano vantaggi salutistici dell’intraprendere diete vegetariane o simili.
Gli onnivori hanno fattori di rischio cardiovascolare significativamente più elevati rispetto ai vegetariani.
Tra questi: l’aumento dell’indice di massa corporea; il rapporto tra la vita e l’anca; la pressione sanguigna; i livelli di colesterolo totale (TC); i trigliceridi e i livelli di LDL-C; rapporti TC/HDL-C, LDL-C/HDL-C e TAG/HDL-C…
Rispetto agli onnivori, i vegetariani, specialmente i vegani, hanno concentrazioni ematiche inferiori di vitamina B(12) e livelli di acidi grassi polinsaturi (PUFA) n-3 (omega 3) nei fosfolipidi della membrana tissutale più bassi.
Gli omega 3 bassi sono associati a problemi al collagene; aggregazione piastrinica ematica; il 11-dehydro trombossano; Livelli alti di omocisteina e ridotto HDL-C ematico.
Questo può essere associato ad un aumento del rischio trombotico e aterosclerotico. Si suggerisce che i vegetariani, specialmente i vegani, dovrebbero aumentare la loro dieta alimentare gli n-3 PUFA e la vitamina B (12).
Ricordiamo che gli omega 3 a catena lunga e la B12 sono contenuti solo in cibi animali.
L’acido grasso alfa linolenico è davvero utile per la salute dell’apparato cardiocircolatorio?
RIFERIMENTO:
J Agric Food Chem. 2011 Feb 9;59(3):777-84. doi: 10.1021/jf103846u. Epub 2011 Jan 4.
Chemistry behind Vegetarianism.
Li D.
Link: qui