Adattamento: Angelo
Incredibile pubblicazione appena resa disponibile in letteratura scientifica!
Ho letto solo l’abstract per cui non ho potuto approfondire studio e metodi.
La steatoepatite non alcolica è una malattia che si sta diffondendo sempre più ed è stata riscontrata persino nei bambini… Praticamente un’epidemia moderna. Si pensa sia dovuta ad un eccesso di grassi ma, molti medici sono convinti sia dovuta soprattutto a dieta alte in zuccheri, in particolare i cereali, e basse in grassi, proprio l’opposto… Nel lungo termine può portare a diverse patologie, anche gravi.
In questo interessante trial i ricercatori volevano studiare i cambiamenti nei parametri clinici rispetto alla diagnosi della steatosi epatica e la sensibilità all’insulina durante un intervento dietetico di ben 2 anni. Una dieta ad libitum Paleolitica è stato confrontata con una dieta tradizionale a basso contenuto di grassi ed alto di carboidrati.
Settanta donne sane in postmenopausa, obese, sono state randomizzate. Un gruppo ha seguito la dieta paleolitica ed un altro gruppo una dieta tradizionale basso contenuto di grassi, entrambe le diete “ab libitum“.
I parametri relativi al fegato sono stati misurati con la spettroscopia protonica di risonanza magnetica. La sensibilità all’insulina è stata valutata con test di tolleranza al glucosio orale. Tutte le misurazioni sono state effettuate a 6 e 24 mesi. 41 donne hanno completato gli esami per il fegato grasso e sono state incluse.
Risultati:
- i parametri relativi alla steatosi epatica dopo 6 mesi sono diminuiti del 64% (95% CI: 54-74%) nel gruppo dieta paleolitica
- e del 43% (27-59%) nel gruppo dieta a basso contenuto di grassi (p <0,01 per differenza tra i gruppi) .
- dopo 24 mesi i parametri relativi al fegato grasso si sono attestati su una diminuzione del 50% (25-75%) nel gruppo dieta paleolitica
- e del 49% (27-71%) nel gruppo dieta povera di grassi.
- La riduzione del peso tra il basale e a 6 mesi è stata correlata ad un miglioramento del fegato grasso solo nel gruppo dieta a basso contenuto di grassi (rs = 0,66, p <0,01), ma non nel gruppo dieta paleolitica (rs = 0,07, p = 0,75).
- la sensibilità all’insulina epatica è migliorata durante i primi 6 mesi nel gruppo dieta paleolitica (p <0.001 per indice di fegato IR e HOMA-IR), ma si è deteriorata tra i 6 ed i 24 mesi senza associarsi a peggioramenti nei parametri del fegato grasso.
Ndr. Per cui i miglioramenti dei parametri relativi al fegato grasso da una dieta standard sono dovuti solo al calo ponderale, mentre quelli dovuti alla dieta paleo, oltre che al calo ponderale, anche da qualche altra cosa non definita che verrà ipotizzata più avanti nella lettura…
I ricercatori hanno così concluso:
Una dieta paleolitica ad libitum ha avuto un effetto significativo e persistente sui parametri relativi al fegato grasso e significativamente diversi da una dieta povera di grassi convenzionale a sei mesi. Questa differenza può essere dovuta alla qualità degli alimenti, ad esempio un più elevato contenuto di acidi grassi mono e polinsaturi nella dieta paleolitica. I cambiamenti nei parametri della steatosi epatica non si associano ad alterazioni nella insulina
Mio commento: la dieta paleolitica guarisce dalla steatosi epatica non alcolica se ben tarata. Lo sappiamo da esperienze sul campo.
Riferimento:
Int J Obes (Lond). 2016 Jan 20. doi: 10.1038/ijo.2016.4. [Epub ahead of print]
Strong and persistent effect on liver fat with a Paleolithic diet during a two-year intervention.
Otten J, Mellberg C, Ryberg M, Sandberg S, Kullberg J, Lindahl B, Larsson C, Hauksson J, Olsson T.
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