In questo articolo parliamo dell’interazione fondamentale dell’universo, la risonanza, e di come può essere sfruttata a scopo benefico oppure nefasto.
Del resto, tutto in Natura è un’arma a doppio taglio, bisogna solo essere consapevoli dell’utilizzo.
Quest’articolo è quello che manca al libretto BREAKING DI SPELL del grande Tom Cowan e l’avrebbe reso perfetto. Non escludiamo di aggiungerlo come appendice alla prossima imminente ristampa.
Questo studio ipotizza l’efficacia della risonanza per “inattivare” i “virus”, vediamo di cosa si tratta e analizziamolo insieme.
“I virus e gli altri microbi possono essere inattivati in modo selettivo tramite un campo elettrico oscillante di frequenza adeguata. Royal R. Rife scoprì questo metodo già 100 anni fa. Egli provò la sua efficienza attraverso microscopi ad alta risoluzione e nel 1934, con test clinici controllati. Tuttavia, questi risultati sembravano essere incredibili, visto che il meccanismo sottostante non era stato compreso. Abbiamo 3 problemi: il funzionamento dei super-microscopi di Rife, le sue osservazioni che i batteri vanno incontro ad una riduzione di dimensioni, il fenomeno decisivo della risonanza. Noi abbiamo spiegato l’alta magnificazione e il potere risolutivo dei microscopi di Rife e mostrato che le nuove scoperte confermano il postulato riguardante le forme invariabili di batteri devono essere abbandonate. Poi abbiamo provato che le oscillazioni forzate delle spike virali portano ad una peculiare risonanza a causa di effetti non lineari. Questo causa una totale distruzione del virus tramite la rottura del suo guscio. La stessa teoria si applica ai batteri e nanobatteri, a causa dei loro pili.
La pandemia globale di corona, la costante minaccia di mutazioni imprevedibili e l’attuale spiegazione disponibile ora dovrebbero rendere ovvio che i metodi biofisici non possono essere più trascurati”.
Lo studio è molto interessante, anche se come al solito viziato dalla religione virologica.
Nessuno ha mai isolato veramente il fantomatico “patogeno”, e verosimilmente non è mai esistita nessuna “metastasi” voltante (cit. dr. Stefan Lanka) che se ne va in giro a far ammalare persone e animali.
Quello che viene chiamato “isolato virale” e viene osservato al microscopio elettronico altro non è che il risultato di manipolazioni di laboratorio a carico di cellule renali di scimmia alle quali viene aggiunto materiale genetico umano e batterico derivante dai fluidi corporei, siero fetale bovino, antibiotici, ecc…
Tutto questo provoca una inevitabile degradazione cellulare e le relative immagini mostrano esattamente questo fenomeno.
Ricordiamo inoltre che le fantomatiche “spike” non sono altro che un artefatto del metodo di preparazione dei tessuti per l’esame al microscopio, e in alcuni studi sono state addirittura “costruite” ad arte aggiungendo tripsina al miscuglio; insomma, i virologi giocano con i Lego e si alimentano di memi.
Questa cosa banale e tutta la bufala anti-scientifica virologica è ben spiegata nei capolavori tradotti in italiano per voi dalla True Edizioni: “Il mito del contagio” e “Breaking the spell”.
TUTTI I LIBRI DELLA NOSTRA CASA EDITRICE
Ma andiamo avanti: allora, cosa osservano veramente i biofisici?
Visto che tutti gli organismi viventi lavorano tramite risonanza, che è alla base della comunicazione intra- e inter- organismo, ci si può aspettare che entrando in sincronizzazione con i processi, si possa indurre una particolare reazione piuttosto che un’altra.
Le ipotesi sono due:
1- La risonanza induce un incremento esponenziale delle oscillazioni che provocano la rottura del materiale batterico e dei detriti cellulari degradati, meccanismo che fa pensare alla presunta “morte” del fantomatico “virus”.
2- La risonanza induce il fenomeno béchampiano di “ritorno alla fase microzimi/somatidi”, delle mini “spore” che sono alla base del pleomorfismo, ricreando i tessuti non appena le condizioni ritornano favorevoli.
La risonanza è alla base di tutti gli aspetti del mondo, riguarda la musica, la fusione nucleare nelle stelle morenti, e perfino l’esistenza stessa delle particelle subatomiche.
Si hanno fenomeni risonanti quando un sistema è soggetto ad una forza oscillante in sintonia con una delle sue frequenze naturali.
Le frequenze naturali di un sistema dipendono dalle sue proprietà intrinseche: per un flute, ad esempio, sono le frequenze delle onde sonore che calzano esattamente nella sua geometria cilindrica.
Eulero aveva ipotizzato che quando un sistema è guidato precisamente alla frequenza di risonanza, l’ampiezza del movimento aumenta continuamente fino ad arrivare teoricamente all’infinito.
Questo effetto può arrivare ad avere effetti importanti, come nel caso più famoso del cantante che rompe il bicchiere di cristallo quando tiene la nota alla sua frequenza di risonanza.
Quando si arriva in prossimità della risonanza, il suono cresce momentaneamente, perché le onde sonore arrivano al bicchiere in sincronia con le vibrazioni che sono già presenti, come la spinta di un corpo oscillante nel momento giusto può amplificare il suo moto iniziale.
Anche un ponte che risuona con i passi dei soldati che marciano può collassare, anche se quello che avviene più frequentemente è una perdita di energia che impedisce la crescita continua e indefinita del movimento del sistema.
Questa peculiarità non è solamente appannaggio delle onde sonore, ma anche del campo elettromagnetico, che contrariamente ai postulati del modello standard, è alla base di tutte le interazioni dell’universo.
La teoria quantistica ha rivelato che la struttura degli atomi, è intimamente collegata alla risonanza.
Gli elettroni legati agli atomi sono rappresentati come le piccole onde sonore intrappolate nei bicchieri, e i nuclei atomici possono esistere solamente grazie alla risonanza.
Le transizioni risonanti sono critiche per le reazioni di fusione nucleare (non a caso la tanto vituperata fusione fredda si basa proprio su questo principio).
La teoria quantistica del campo, vede le entità elementari come espressione localizzata di campi che permeano tutto lo spazio. Le particelle sono eccitazioni risonanti localizzate dei campi, che vibrano come molle in un materasso infinito.
Le frequenze alle quali i campi quantistici preferiscono vibrare partono da costanti fondamentali di origine oscura; queste frequenze determinano a loro volta la massa delle particelle corrispondenti.
In questo senso, la risonanza è responsabile dell’esistenza stessa delle particelle.
La teoria quantistica del campo trova analogia nella teoria unificata di Meyl, che però parte dal campo idromagnetico e ne ricava tutte le interazioni dell’universo in termini di vortici di potenziale.
Pertanto, secondo questa prospettiva, il campo diventa onda che a sua volta diventa vortice, per cui le proprietà della materia sono riconducibili alla frequenza peculiare delle perturbazioni del campo che si traducono nei vortici di potenziale.
La differenza fondamentale con la teoria quantistica classica è che quest’ultima fallisce nel tentativo di unificare tutte le forze, perché parte dalle premesse errate, mentre la teoria unificata è in grado di ricavare matematicamente l’altrimenti postulata equazione di Schrödinger.
A cosa è servita questa digressione nel campo della fisica teorica?
Visto che le interazioni fondamentali dell’universo sono di tipo risonante, ne consegue che questa peculiarità sia un prerequisito essenziale per lo scambio di informazione ed energia anche e soprattutto tra gli esseri viventi e con l’universo intero.
Infatti, gli effetti biologici esercitati dalla luce e dallo spettro elettromagnetico in generale, passano per questo tipo di interazione.
Per “colloquiare” con il nostro corpo, il sole e la Terra utilizzano le finestre di risonanza, che ci permettono di catturare l’informazione “fotonica” ed avere uno scambio con gli altri sistemi.
Benissimo, come abbiamo visto in questo articolo:
Le frequenze utilizzate dalla tecnologia 5G sono proprio nel bel mezzo della risonanza dell’acqua biologica, per cui hanno la potenzialità di distruggere la struttura coerente dell’acqua e instaurare interazioni risonanti che guidano processi nefasti nell’organismo.
Che tipo di informazione riceve il nostro corpo? Sicuramente un’informazione aliena al nostro percorso evolutivo!
Invece, le frequenze luminose amiche che utilizziamo per i nostri dispositivi di fototerapia e fotobiomodulazione, permettono al nostro corpo di mantenere la struttura coerente dell’acqua e di guidare correttamente i processi biochimici, visto che sono in perfetta sintonia con l’evoluzione della vita sul nostro pianeta.
IN CONCLUSIONE
Se non si conosce la biofisica della vita, non si può prevedere l’effetto esercitato sul nostro corpo dalle tecnologie di comunicazione, dalla musica, dai farmaci, dagli integratori, dal cibo, e da qualsiasi altra entità con cui interagiamo.
Ma allora come facciamo a districarci in questo fitto e apparentemente inespugnabile labirinto?
Ancora una volta, se seguiamo la Natura con le sue magiche frequenze, non abbiamo bisogno di scervellarci con equazioni di migliaia di variabili che nessuno sarà mai in grado di risolvere.
I cacciatori raccoglitori non sapevano niente di fisica e matematica ma vivevano in salute e in armonia con la Natura (ancora oggi lo fanno).
Quindi, la riconnessione con essa in primis, e i dispositivi di biohacking possono dare una grossa mano nel mondo in cui siamo costretti a vivere.
https://shop.evolutamente.it/it/
RIFERIMENTI:
https://www.scirp.org/journal/paperinformation.aspx?paperid=106157
https://www.quantamagazine.org/how-the-physics-of-resonance-shapes-reality-20220126/