FRANCIA: L’EPIDEMIA DI CORONAVIRUS E’ FINITA A MAGGIO 2020

Scritto da Angelo

Categorie: Salute

18 Agosto 2020

Ricordo che al momento in cui propongo questo incredibile articolo, in Francia, quella che chiamo “contagiemia” è a circa 3000 “positivi” al giorno. In Italia siamo mediamente a 500. I media italiani ci terrorizzano con questi numeri che vogliono dire IL NULLA ASSOLUTO. Per i media si tratta di “seconda, catastrofica, ondata“.

Angelo Rossiello.

Traduzione dell’articolo Crise du coronavirus en France: épidémie terminée versus panique organisée. Pourquoi? pubblicato il  31/07/2020 sul quotidiano France Soir e scritto dalla dottoressa Nicole Delépine; http://www.francesoir.fr/opinions-tribunes/crise-du-coronavirus-en-france-epidemie-terminee-versus-panique-organisee-pourquoi

NB: L’autrice è una dottoressa che detiene due specializzazioni (pediatria e oncologia), ha diretto l’Unità Funzionale di Oncologia dell’Adolescente e dell’Adulto dell’Ospedale Raymond Poincaré de Garches e vanta numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, come si può verificare sul suo sito http://www.nicoledelepine.fr/publication-nationale-nicoledelepine.php.

France soir, una volta il primo quotidiano francese, ha subito una profonda crisi ed è stato rilevato da un ricco magnate russo amico di Putin. Ma anche in Russia c’è stato un confinamento (o lockdown come si usa dire). In ogni caso consiglio di guardare i dati forniti e verificare le fonti che sono state tutte indicate chiaramente (spesso aggiungendo i link ipertestuali che mancavano nella stesura originale dell’articolo).

Crisi del coronavirus in Francia: epidemia finita contro panico organizzato. Perché ?

Nel marzo 2020, siamo entrati in un mondo delirante governato dalla paura e dalle bugie delle nostre autorità che attualmente stanno facendo di tutto per prolungare il panico senza una reale giustificazione medica.

Contenimento: il peggior disastro francese dal 1940

A marzo il nostro presidente ha dichiarato guerra al Covid19 ed i suoi ministri ci hanno spiegato che erano necessarie la sospensione delle libertà fondamentali, l’obbligo di “restare a casa” (sotto il pignolo controllo della polizia) e la rottura di tutti i legami sociali, per salvare i nostri anziani, evitare che i nostri ospedali venissero sopraffatti e limitare il numero di morti che il Covid19 inevitabilmente ci avrebbe inflitto.

Tre mesi dopo, scopriamo che queste misure hanno portato all’assassinio dei nostri anziani nelle case di cura, che i letti delle cliniche private sono rimasti vuoti anche nelle regioni che hanno registrato il maggior numero di ricoveri legati al COVID- 19 (e hanno trasferito pazienti all’estero), e che la Francia è tra i paesi con il maggior numero di morti per Covid19 per milione di abitanti.

La realtà è l’opposto di quanto ci hanno annunciato i predicatori dell’apocalisse, le loro simulazioni [2] e il comitato scientifico, lo stesso che oggi ci raccomanda di indossare mascherine, di essere testati e installare un’applicazione di tracciamento sui nostri telefonini (stop covid) quando la malattia ha lasciato il nostro territorio.

L’assassinio dei nostri anziani

La protezione dei nostri anziani, vittime designate del Covid19, era l’obiettivo prioritario “ufficiale” del contenimento. Tuttavia, tutte le misure prese durante la legge di emergenza hanno finito per eliminarli senza testimoni e impedire di pagare loro l’ultimo tributo. L’omicidio premeditato tramite Covid non curato e/o Rivotril [uno psicofarmaco della classe delle Benzodiazepine, con attività antiepilettica, che spesso causa sonnolenza e difficoltà di coordinazione muscolare – N.d.T.] dei residenti delle case di cura costituisce la più triste infamia della reclusione. Il termine assassinio è violento, ma corrisponde ai fatti osservati di un omicidio organizzato. Il primo passo è stato quello di tagliarli fuori dalle loro famiglie, trasformandoli in “prigionieri nel cortile di casa” [3], rendendoli più vulnerabili e facilitando le “sindromi da scivolamento” (progressivo disinteresse per la vita resa insipido dall’assenza di contatto che porta alla morte) quando sarebbe stato possibile mantenere contatti protetti. Il secondo passo è stato quello di vietare loro i test diagnostici [4] , la rianimazione [5] e poi l’ospedale. Il terzo è stato quello di rimandare i residenti malati alla casa di cura dalla quale provenivano dove mancando la reale possibilità di isolamento, l’equipaggiamento protettivo e personale sufficiente, hanno contaminato i loro compagni di sfortuna. La soluzione finale è stata il decreto Rivotril [6] che ha organizzato l’erogazione di un prodotto destinato ad ucciderli per un semplice sospetto di Covid (senza certezza diagnostica) con la stesura di una prescrizione “preventiva” e la preparazione di una siringa nominale senza avvertire né il paziente né la sua famiglia e senza nemmeno attendere un possibile aggravamento. Il 6 maggio 2020, gli anziani non autosufficienti residenti in case di cura rappresentavano la metà dei decessi attribuiti all’epidemia in Francia (12.769 decessi su 25.531) [7]. Il presunto obiettivo del contenimento non è stato quindi affatto raggiunto, e nemmeno preso di mira.

Ospedali vuoti

Durante la reclusione centinaia di migliaia di persone non hanno potuto ricevere le cure di cui avevano bisogno perché il piano bianco [è stato così denominato il piano di risposta alla pandemia da nuovo coronavirus predisposto in ogni ospedale a partire dal 6 marzo 2020 – N.d.T.] riservava tutte le capacità ospedaliere allo tsunami COVID-19 che “ci avrebbe sicuramente travolti dappertutto”.

In realtà molti ospedali sono rimasti semivuoti per tutto il mese di aprile e le cliniche private, senza più i loro malati, hanno dovuto ricorrere alla messa in disoccupazione parziale del proprio personale. Pertanto, il sindacato delle cliniche private ​​ha annunciato che molte richieste di disoccupazione parziale erano state presentate nei suoi istituti [8] e ha chiesto che le ARS (agenzie sanitarie regionali) inviasse loro pazienti che non avrebbero potuto essere curati negli istituti pubblici [9]. Ma ad eccezione di alcune cliniche parigine e per due settimane, i letti privati ​​sono rimasti vuoti per mancanza di pazienti.

Durante questo periodo, per dimostrare che era efficace, le autorità organizzavano grandi spettacoli TGV covid, Evasan [evacuazioni mediche aereeCovid [10] e ospedale militare di campo Covid mentre a volte bastava spingere una porta per trovare i letti, i respiratori e operatori sanitari sufficienti. Nel Grande-Est, il mercoledì 25 marzo erano disponibili 150 letti di rianimazione per casi Covid in ospedali pubblici e privati, con la possibilità di creare 300 posti aggiuntivi. “Data la situazione a est, è difficile capire perché questi letti restano vuoti. Tanto più che i pazienti vengono trasferiti in altre regioni”, si è rammaricata Pénélope De Feuquières [11], responsabile della comunicazione del gruppo Elsan, che conta 120 cliniche [private] in tutta la Francia, principalmente nelle regioni.

In questa drammatica messa in scena la Francia non è un’eccezione: in Galles, dei 17 ospedali da campo che sono stati istituiti per curare 6.000 pazienti COVID-19, solo uno è stato utilizzato per 46 pazienti e oggi anch’esso è vuoto. Tenere in piedi tutto questo è costato 166 milioni di sterline [12]. In Lombardia, la regione italiana più colpita, l’ospedale COVID-19 alla Fiera di Milano, che è costato 20 milioni di euro, ha infine curato solo una ventina di pazienti [13]. Una cosa simile è avvenuta a Madrid, dove l’enorme ospedale da campo è stato un disastro [14].

Uno dei peggiori tassi di mortalità per Covid19 al mondo

Giudichiamo una misura sanitaria dal suo risultato: il numero di morti per milione di abitanti. In base a questo criterio, secondo i dati dell’OMS del 24 luglio, la Francia è al sesto posto al mondo per la più alta mortalità fra i 197 stati membri, con 483 morti per milione dietro Belgio (846), Gran Bretagna (671), Spagna (608), Italia (580) e Svezia (562). I posti migliori sono Taiwan (1 morto per milione), Giappone (8), Corea (6), Singapore (5), Malesia (4), Marocco (8), Algeria (27), India (24) e paesi africani in cui è endemica la malaria, le cui popolazioni assumono quotidianamente farmaci antimalarici.

Se avessimo deciso, come i nostri vicini tedeschi, di mettere in quarantena (isolare per 15 giorni) i portatori di virus dalla popolazione sana, avremmo avuto 25.000 morti in meno per Covid19. L’assenza di test non è una scusa: non ne abbiamo avuti perché il ministero non ne ha voluti; all’inizio di questa epidemia i tedeschi non avevano più test di noi per questa nuova malattia, ma il loro cancelliere ha permesso a tutti i laboratori, compresi quelli veterinari, di effettuarli, mentre in Francia il ministero e le agenzie sanitarie regionali disdegnavano le offerte fatte loro. Inoltre, anche senza test, mettere in quarantena gli infetti sarebbe stato possibile ed efficace in base semplici segni clinici perché, contrariamente a quello che è stato per molto tempo fatto credere (cosa in parte responsabile degli errori delle modellizzazioni folli che sono servite come alibi ai nostri politici), gli infettati asintomatici partecipano molto raramente alla diffusione della malattia. [15]

Ma le autorità sanitarie hanno preferito rimandare a casa i contagiati senza segno di gravità e gli anziani nelle case di cura a contagiare le persone a loro vicine grazie al confinamento che ha aumentato la durata dell’esposizione al virus.

Vittime collaterali a decine di migliaia

Il “piano bianco” attivato dallo stato di emergenza e il confinamento cieco adottato, hanno portato alla sospensione delle cure per le malattie croniche (ipertensione, diabete, cancro), fonte di significativa perdita di possibilità di sopravvivenza. Ha anche bloccato la diagnosi e il trattamento di nuove patologie infettive, cancerose, ecc. che si sono manifestate durante il confinamento e sono progredite in assenza di diagnosi e trattamento. Eppure anche modesti ritardi nella chirurgia del cancro hanno un impatto significativo sulla sopravvivenza. Alle vittime dirette di Covid19 e del confino, il piano bianco ha quindi aggiunto vittime collaterali dovute all’interruzione o al ritardo nelle cure per le malattie croniche e ai ritardi nella diagnosi di malattie fino ad allora ignorate.

In un rapporto  [16] F Bizard specifica: “La CNAMTS [Cassa Nazionale di Assicurazione per le Malattie dei Lavoratori Salariati – N.d.T.] ha confermato un calo dell’attività del 40% per i medici di base. Dall’inizio del piano bianco è stata osservata una perdita media del 70% dell’attività chirurgica.”

L’impatto della crisi Covid19 è stato stimato in una diminuzione di oltre 2 milioni di procedure chirurgiche, per una data di revoca del piano bianco successiva al 1 giugno. I trattamenti in corso per i tumori noti sono stati ritardati o modificati. L’ARS ha persino suggerito di trattare i tumori del colon e polmonari riconosciuti con la radioterapia, quando tale trattamento è molto meno efficace della chirurgia e i reparti di radioterapia sovraccarichi spesso danno un appuntamento dopo due mesi o più.

Appello di medici e chirurghi per la revoca del Piano Bianco

L’accademia di medicina [17], la BLOC  [18] e altri rappresentanti di chirurghi in Francia hanno emesso avvertimenti alle più alte autorità statali.

“Stiamo assistendo ogni giorno di più al peggioramento delle morbilità e della mortalità dei pazienti non COVID. I pazienti si presentano con condizioni aggravate con gravi ritardi diagnostici e terapeutici. Tutte le specialità mediche sono interessate”. Nato per contrastare il rischio di COVID19, il piano bianco ha oggi effetti deleteri per la salute pubblica, anche se l’epidemia è quasi estinta su gran parte del territorio. Il suo rapporto rischio/beneficio è diventato catastrofico”. Invano.

Dall’inizio del confinamento, in tre mesi, avrebbero dovuto essere diagnosticati e trattati 90.000 nuovi tumori e la maggior parte non lo è stata. Tutto questo mentre per anni il National Cancer Institute, l’Alta Autorità per la Salute e la Lega contro il cancro hanno costantemente ricordato l’importanza cruciale del trattamento precoce “quanto prima viene rilevato un cancro, maggiori sono le possibilità di cure sono importanti” e hanno sostenuto costantemente tutti gli screening del cancro.

 Il male epidemico delle decisioni governative: l’equivalente del piano bianco in Gran Bretagna

I nostri vicini inglesi hanno stimato l’impatto sulla salute dell’interruzione delle attività mediche di oncologia in Gran Bretagna. Il team del professor Turnbull [19] [20] ha calcolato che se i 94.912 pazienti – che hanno dovuto subire un intervento chirurgico per rimuovere il cancro – avessero avuto un ritardo di tre mesi, ci sarebbero stati 4.755 decessi aggiuntivi nei successivi cinque anni. Tenendo conto della durata di vita attesa dei pazienti dopo l’intervento chirurgico, il ritardo rappresenterebbe 92.214 anni di vita persa.

“Per evitare una crisi della salute pubblica legata a decessi per cancro prevenibili, le procedure diagnostiche e chirurgiche del cancro devono essere mantenute al loro ritmo normale, con una rapida attenzione a eventuali arretrati già accumulati”.

Durante lo stesso periodo, più della metà delle malattie digestive, cardiache [21], vascolari, neurologiche, reumatologiche, psichiatriche e polmonari non sono state osservate in consultazione, peggiorando per mancanza di cure tempestive.

Il numero di decessi dovuti a ritardi nelle cure derivanti da questo piano bianco è difficile da contare per il momento, ma il numero considerevole di pazienti interessati (diversi milioni) fa temere che supererà di gran lunga quello delle vittime dirette dell’epidemia.

Pesanti conseguenze sociali del confinamento indiscriminato

Sebbene non vi siano prove che l’annunciata ondata di marea sugli ospedali sia stata impedita dalla reclusione [22] [23], le misure ordinate dal governo hanno messo interi settori della società in disagio: giovani privati ​​del diritto all’istruzione, graduale disinteresse per il lavoro di molti dipendenti che hanno grandi difficoltà a riprendere le loro attività, finanze pubbliche fortemente tese, case di riposo trasformate in carceri mentre i legami tra  la popolazione sono stati allentati, minati dalla sfiducia e dalla paura dell’altro. La recessione economica, l’aggravarsi della disoccupazione e la povertà si fanno già sentire. Le misure prese in nome della protezione della popolazione non erano chiaramente né efficaci, né proporzionate, né adeguate.

In Francia l’epidemia è finita

Una malattia esiste quando provoca malati, persone che presentano segni clinici, che necessitano di cure, ricoveri e che sono minacciate di morte. Tuttavia, quando consultiamo i dati ufficiali del sito Santé Publique France [Sanità Pubblica Francia], osserviamo per 3 mesi una continua diminuzione del numero di ricoveri, del numero di ingresso in terapia intensiva e del numero di decessi, indicatori chiave di un’epidemia in evoluzione così come mostrano i seguenti grafici ufficiali:

Dall’inizio dell’anno, la mortalità non ha superato il limite superiore del valore statisticamente atteso se non nella fascia di età superiore ai 65 anni, e questo unicamente tra la terza e la terza settimana di aprile. Nella fascia di età da 0 a 64 anni, invece, in nessun momento la mortalità si è discostata in modo significativo dai valori usuali.

Epidemia finita, ma la propaganda della paura si è intensificata!

Invece di promuovere questa buona notizia, il governo continua la sua propaganda terrorizzante, con il pretesto che il numero di casi risultati positivi è in aumento, mentre ciò riflette principalmente il forte aumento del numero di test effettuati.

Quando si guardano i grafici che mostrano il numero di test positivi restituiti rispetto al numero di test negativi restituiti, ci vuole quasi una lente d’ingrandimento per vedere la quota di positivi – che altrimenti è stata stabile, oscillando da metà maggio intorno all’1%.

Questi casi positivi hanno maggiori probabilità di essere falsi positivi. I test tramite PCR attualmente utilizzati hanno infatti un margine di errore dell’1,8%. Ciò significa che su 10.000 test, ci saranno 180 falsi positivi. Tuttavia, dall’11 maggio, la percentuale di test positivi è rimasta stabile all’1%. Con numeri così piccoli non si può quindi escludere la possibilità che si tratti spesso di falsi positivi. In un’analisi pubblicata a metà giugno, Beda Stadler, professoressa emerita ed ex direttrice dell’Istituto di virologia e immunologia dell’Università di Berna, ha anche ricordato che gran parte di questi “casi di infezione” potrebbero in realtà essere persone già immuni al virus, che trasportano ancora “detriti virali” nel loro corpo.

Il proseguimento della propaganda della paura è efficace, come testimonia il numero di consultazioni per ansia da covid19 che utilizza in seguito il sito Santé Publique France [Sanità Pubblica Francia] per far credere a una seconda ondata: “segno di una possibile ripresa della malattia, dal 29 giugno al 5 luglio, 1.523 atti medici per sospetto Covid-19 sono stati registrati dalle associazioni SOS Médecins, ciò rappresenta un aumento del 41% rispetto alla settimana precedente”.

Pertanto, nonostante degli indicatori obiettivi tutti rassicuranti, ci sono adulti di tutte le classi di età, e persino alcuni bambini [24], che temono di essere contaminati, di ammalarsi e di morire a causa del COVID-19. Questa paura infondata solleva la questione della responsabilità di chi l’ha diffusa e di chi continua a mantenerla. Le consultazioni in psichiatria continuano a moltiplicarsi così come la necessità di ricoveri che i servizi non possono fornire. [25] 

Quali possono essere le ragioni di tanta disinformazione?

Perché i dati rassicuranti oggi disponibili oggi non diventano titoli di notizie a caratteri cubitali? A che serve questa volontà di imporre la mascherina quando la malattia ha lasciato il paese, per far credere ai bambini piccoli che non dovrebbero abbracciare i loro nonni per proteggerli, per ricordare costantemente al pubblico che le restrizioni potrebbero essere reimposte molto presto, se non per mantenere il panico e garantire la sottomissione della popolazione?

Diverse ragioni supportano questa ipotesi

In primo luogo l’incoerenza che caratterizza le misure in atto (la maggior parte delle quali prive di una solida base scientifica) e il modo in cui il comportamento degli abitanti viene analizzato dagli esperti e dai media.

I cittadini che mettono in dubbio l’effettiva valore medico attuale della mascherina, dei test e del tracciamento sono etichettati come irresponsabili che minaccerebbero la salute pubblica e promuoverebbero una seconda ondata.

Là è il comportamento delle persone che celebravano massicciamente il ritorno di un poco di libertà e della musica che viene criminalizzato, mentre nessun aumento dei malati è stato notato dopo questi eventi festivi. Allo stesso tempo, i media non sono stati affatto toccati dalle migliaia di manifestanti che nello stesso periodo hanno invaso le strade delle grandi città per protestare contro il razzismo, né dai consumatori che sono accorsi ai saldi non appena i centri commerciali hanno riaperto.

Nelle fila di politici e giornalisti, nessuno sembra sorpreso dal grande cambiamento nell’obiettivo delle misure imposte da “appiattire la curva”, a “sradicare il Sars-Cov-2”, una impresa che nessuno scienziato può ritenere credibile.

Questa ipotesi appare ancora più credibile vedendo la somiglianza di questa propaganda illogica da parte dei governanti di numerosi paesi che la malattia ha disertato come la Svizzera o il Canada.

In una democrazia, sono le persone che devono governare

C’è motivo di interrogarsi sul ruolo crescente assunto dai membri del comitato scientifico e dall’esecutivo. Ricordiamo che questo gruppo di esperti troppo legati alle case farmaceutiche deve consigliare il presidente e il Consiglio di difesa [Un consiglio dei ministri ristretto – N.d.T.] sulla base delle sue conoscenze scientifiche. Non governare al posto delle autorità elette, né silurare le loro decisioni lanciando avvertimenti alla popolazione. Tuttavia, questo è ciò che hanno fatto questi ricercatori imponendo stupide restrizioni senza alcuna reale giustificazione sanitaria, complicando notevolmente la riapertura delle scuole voluta dal presidente. Questo modo di autorizzare un gruppo di esperti non eletti, poco competenti in medicina clinica e i cui membri sono stati reclutati in funzione di criteri non trasparenti testimonia una mancata conoscenza e un disprezzo per le istituzioni democratiche a dir poco sconcertante, che fa dubitare ancora una volta della capacità dei media di alimentare il dibattito democratico.

[1]  Trasposizione alla Francia dell’ottimo testo di Catherine Riva e Serena Tinari sulla Svizzera “Nuove misure perché lo fanno?” Mondialisation.ca, 17 luglio 2020 Con re-check.ch una lettura obbligata.

[2] N. Ferguson Rapporto n. 9 all’Imperial College del 16 /3/2020

[3] I prigionieri possono beneficiare delle visite dei familiari. Solo quelli in punizione sono mssi in isolamento e privati ​​delle visite.

[4] Mentre i politici si sono fatti testare quasi tutti.

[5] Il 22 marzo, il dottor Chatelus ha scritto: “il capo del pronto soccorso di Mulhouse ha ammesso di fronte a 600 medici francesi del pronto soccorso riuniti in videoconferenza che oltre i 75 anni, con o senza comorbidità, non hanno più intubato”; https://www.afrik.com/au-coeur-de-la-crise-du-covid-un-service-hospitalier-d-urgence-dans-le-haut-rhin

[6] https://www.agoravox.fr/tribune-libre/article/decret-rivotril-compassion-223015

[7] B Deshayes, Coronavirus nelle case di cura: le cifre per la tragedia in atto a Parigi, Lione, Nîmes Mougins.  https://www.linternaute.com/actualite/guide-vie-quotidienne/2492361-coronavirus-dans-les-ehpad-la-tragedie-qui-se-joue-a-paris-lyon-nimes-mougins/

[8] Boris Hallier sul Coronavirus: “I nostri stabilimenti sono completamente vuoti”, lamenta la federazione delle cliniche private ​​mercoledì 25 marzo 2020, France Bleu Paris, Île-de-France; https://www.francebleu.fr/infos/sante-sciences/nos-etablissements-sont-totalement-vides-deplore-la-federation-de-l-hospitalisation-privee-1585121696

[9] Lucie Oriol sul Coronavirus: le cliniche private ​​chiedono di essere requisite NOTIZIE del 22/03/2020 ASSOCIATED PRESS; https://www.huffingtonpost.fr/entry/coronavirus-les-hopitaux-prives-veulent-etre-requisitionnes_fr_5e777307c5b6f5b7c5461687

[10] Evacuazioni mediche aeree

[11] Il controllo dei fatti dei giovani medici  n. 1: Ma perché vengono lasciati così tanti letti vuoti nelle cliniche private? 27/03/2020   https://www.jeunesmedecins.fr/actualites/mais-pourquoi-tant-de-lits-restent-ils-vides-dans-les-cliniques-privees

[12] Anna Palmer e Ashleigh Crowter, Coronavirus: solo uno dei 17 ospedali da campo del Galles è stato utilizzato, BBC News 18/6/2020; https://www.bbc.com/news/uk-wales-53082404

[13]  Lorenzo Tosa, Il grande flop dell’ospedale Covid-19 a Milano Fiera: costato 21 milioni, ospita 3 pazienti. Pubblicato il 13 apr. 2020 alle 17:57   https://www.tpi.it/opinioni/grande-flop-ospedale-covid-19-milano-fiera-coronavirus-20200413584888/

[14] Coronavirus: a Madrid, l’enorme ospedale da campo è stato un disastro;   https://www.courrierinternational.com/article/reportage-coronavirus-madrid-limmense-hopital-de-campagne-est-un-desastre

[15] Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’unità incaricata della gestione della pandemia presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che “sembra raro che una persona asintomatica trasmetta la malattia”, durante una conferenza stampa virtuale dell’OMS; https://www.cnbc.com/2020/06/08/asymptomatic-coronavirus-patients-arent-spreading-new-infections-who-says.html

[16] Frédéric Bizard per l’Accademia nazionale di chirurgia, Impatto economico del Covid19 in chirurgia 29/4/2020; http://academie-chirurgie.fr/admin/uploads/media/photo/0001/03/449c6ce34d0001507ad55796085c8a8c38a559be.pdf

[17] Comunicato stampa congiunto dell’Accademia nazionale di medicina e dell’Accademia nazionale di chirurgia 15/5/2020   http://www.academie-medecine.fr/wp-content/uploads/2020/05/La-reprise-des -activit% C3% A9s-surgical-a-sanitary-emergency.pdf

[18] Il Bloc, unione sindacale AAL-SYNGOF-UCD chiede solennemente al Primo Ministro e al Ministro della Solidarietà e della Salute di fermare il piano bianco allargato. Comunicato del 7 maggio; https://www.ucdf.fr/actualite/325-le-bloc-appelle-a-stopper-immediatement-le-plan-blanc-elargi

[19] Sud A, Jones et al., Effect of delays in the 2-week-wait cancer referral pathway during the COVID-19 pandemic on cancer survival in the UK: a modelling study. Lancet Oncology. 2020 Jul 20: S1470-2045(20)30392-2. doi: 10.1016/S1470-2045(20)30392-2;  https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(20)30392-2/fulltext

[20] Sud A, Jones et al, Collateral damage: the impact on outcomes from cancer surgery of the COVID-19 pandemic. Annals of Oncology. 2020 May 19 : S0923-7534(20)39825-2; https://www.annalsofoncology.org/article/S0923-7534(20)39825-2/fulltext

[21] Durante la reclusione il numero di arresti cardiaci è raddoppiato e le loro possibilità di guarigione dimezzate, secondo uno studio del Samu; https://presse.inserm.fr/le-nombre-darrets-cardiaques-a-double-pendant-le-confinement-en-region-parisienne/39663/

[22] E molti fatti che mostrano come la reclusione indiscriminata abbia aumentato la mortalità

[23] Perché i rari paesi che non hanno attuato un confinamento (Paesi Bassi, Svezia, Islanda) non hanno subito lo tsunami previsto.

[24] Ricordiamo che i bambini sono eccezionalmente colpiti (meno del 2% dei casi registrati), che hanno quasi solo forme lievi (meno di 10 casi mortali segnalati sotto i 19 anni su circa 16 milioni di infetti) e che non infettano adulti o altri bambini.

[25] http://www.francesoir.fr/opinions-tribunes/la-vague-psychiatrique-deja-rude-ne-sera-pas-en-cloche

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