FOTOTERAPIA UV PER LA SCLEROSI MULTIPLA

Scritto da Angelo

Categorie: Salute

14 Novembre 2020

di Alessio Angeleri

Già nel lontano 1960, fu osservata una relazione inversa tra l’esposizione al sole e l’incidenza di sclerosi multipla.

Infatti, l’incidenza è minore nelle zone equatoriali rispetto alle latitudini più elevate.

Vivere in posti più assolati riduce significativamente il rischio Sclerosi Multipla

Come al solito, il ragionamento lineare riduzionista ha portato ad associare subito i benefici alla vitamina D, il cui incremento è stato correlato alla soppressione della malattia.

Questo studio, mette invece in luce tutta un’altra storia:

Addirittura, è stato riscontrato che “la deficienza di vitamina D ha effetto protettivo sull’encefalomielite autoimmune sperimentale, un risultato diametralmente opposto all’ipotesi originale”.

Ciò che in realtà aveva messo in remissione la malattia era l’ipercalcemia, causata da un eccesso di 1,25(OH)2D3, anche se alcuni studi hanno dimostrato una correlazione tra livelli elevati di calcio e la severità della malattia, suggerendo una probabile risposta bifasica derivante da meccanismi legati al sistema immunitario.

Quindi, il “miglioramento” temporaneo dei sintomi è collegato a un grave rischio a lungo termine, con una calcificazione dei tessuti molli e in ultima battuta una compromissione irreversibile degli organi… E i cari guru della vitamina D che fanno? Rabboccano con dosi da cavallo gettando benzina sul fuoco.

Dieta e Sclerosi Multipla:

LA DIETA PALEOLITICA MIGLIORA TUTTE LE MISURE COGNITIVE NEL LUNGO TERMINE (su malati di sclerosi multipla)

Invece, la fototerapia Narrowband UVB (300-315 nm), è in grado di prevenire e sopprimere l’encefalomielite autoimmune nei modelli sperimentali a fronte di modesti cambiamenti nei livelli di 25(OH)D, mentre (udite udite!), l’1,25(OH)2D3 riduce addirittura l’efficacia dell’UV nella soppressione della malattia.

La prova del 9 è arrivata utilizzando topi soppressi dell’enzima Sc5d, incapaci di produrre 7-DHC, topi incapaci di produrre 1,25(OH)2D3 (Cypi27B1) o topi soggetti a inibizione dei VDR.

I risultati mostrano inequivocabilmente che né i metaboliti della vitamina D né i VDR sono necessari per la soppressione dell’encefalomielite autoimmune operata dagli UV.

Un’altra scoperta molto interessante è che una dose moderata di NB-UVB è in grado di ripristinare rapidamente la deplezione di calcio in topi deficienti di vitamina D, nonostante il livello di 25(OH)D3 sia un indicatore meno sensibile della produzione di vitamina D ad opera degli UV rispetto alla risposta dei livelli di calcio. Tuttavia, i livelli di 25(OH)D3 prodotti dall’esposizione agli UV nei topi sottoposti ad una dieta deficiente di vitamina D salgono oltre la soglia di rilevamento dopo solo 5 giorni di trattamento.

La radiazione UV, sotto la quale ci siamo evoluti per milioni e milioni di anni, può modulare il sistema immunitario mediante molti meccanismi indipendenti dalla vitamina D, come l’inibizione della presentazione antigenica, la modulazione delle citochine, e la soppressione della popolazione delle cellule T.

Sclerosi Multipla ed EMF:

SCLEROSI MULTIPLA ED EMF

Nei modelli murini si ha una reazione autoimmune mediata dalle cellule T verso la mielina, con segni e sintomi analoghi a quelli osservati nella sclerosi multipla, anche se la patogenesi cellulare presenta un quadro un po’ più complicato. Per lungo tempo, le cellule CD4+ auto-reattive che secernono interferone gamma, sono state ritenute come principali mediatori dell’infiammazione che causa le lesioni. Ulteriori ricerche suggeriscono che molti altri tipi di cellule e sottotipi sono coinvolti, con un ruolo chiave assegnato alle fatidiche Th17.

Guarda a caso, meccanismo coinvolto anche nelle altre malattie autoimmuni come l’artrite psoriasica, dove la fototerapia NB-UVB ha dimostrato ottenere un significativo aumento del pathway citochinico Th2 (IL-10) e una significativa diminuzione di quello Th1/Th17.

Questo indica il successo della terapia nella sotto-modulazione dell’IL-12 e dell’asse IL-23/Th17.

La modulazione del sistema immunitario verso la risoluzione dei meccanismi infiammatori e la stimolazione di quelli riparatori è la chiave della fototerapia UV.

Ricapitolando, come da tema dominante del libro dell’anno, Vitamina D, l’integrazione selvaggia, come quella prevista dal Metodo Coimbra, ha il potenziale di risultare in una catastrofe sanitaria sul lungo periodo, esacerbando i meccanismi nefasti legati ai meccanismi infiammatori che sono alla base della quasi totalità delle malattie degenerative e croniche.

Il progetto Elioslamp, che si avvale della tecnologia utilizzata negli studi più autorevoli, permette di massimizzare i benefici minimizzando al contempo gli effetti collaterali, perché utilizza i meccanismi regolatori naturali frutto di miliardi di anni di evoluzione della vita sulla Terra.

QUALE FOTOTERAPIA?

Una aggiunta di fotobiomodulazione potrebbe dare una ulteriore spinta… Riferimenti: qui e qui

FOTOTERAPIA VS FOTOBIOMODULAZIONE: SINERGIA E’ LA PAROLA D’ORDINE!

 

 

 

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