FOTOBIOMODULAZIONE E SCLEROSI MULTIPLA

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione

1 Maggio 2023

FOTOBIOMODULAZIONE E SCLEROSI MULTIPLA

NEPTUNE + SATURN MODULATE E MONTATE SUL NOSTRO STAND (A BREVE DISPONIBILE). IN UNA PAROLA: FOTOBIOMODULAZIONE TOTALE!

Altro studio [1] che conferma in toto quanto abbiamo appena detto qui:

IL FUNERALE DEL METODO COIMBRA – VITAMINA D

“L’encefalomielite autoimmune sperimentale (EAE) è il modello animale più comunemente studiato della sclerosi multipla (SM), una malattia demielinizzante autoimmune cronica del sistema nervoso centrale. Le terapie immunomodulanti e immunosoppressive attualmente approvate (e non approvate dal Ministero della Salute, come il metodo Coimbra aggiungiamo noi…) per il trattamento della SM rallentano la progressione della malattia, ma non la evitano”.

Capito? Vitamina D compresa cari coimbridioti…

“Un numero crescente di prove suggerisce che altri meccanismi contribuiscono alla progressione della malattia. In precedenza, ne abbiamo dimostrato il miglioramento mediante la fotobiomodulazione indotta dalla luce a 670 nm, mediata in parte dalla modulazione immunitaria. Numerosi altri studi dimostrano che la luce del vicino infrarosso/rosso lontano è terapeuticamente attiva attraverso la modulazione dello stress nitro/ossidativo. Poiché è stato riportato che l’ossido nitrico svolge diversi ruoli nell’EAE/SM e studi recenti suggeriscono che la perdita assonale e la progressione della disabilità nella SM sono mediate dallo stress nitro/ossidativo, abbiamo studiato l’effetto del trattamento con luce a 670 nm sullo stress nitrosativo nell’EAE”.

Gli esperimenti sulle colture cellulari hanno dimostrato che la fotobiomodulazione mediata dalla luce rossa a 670 nm attenua la produzione di ossido nitrico “antigene-specifico” da popolazioni eterogenee di linfociti isolati da topi immunizzati per la glicoproteina oligodendrocitaria mielinica
MOG (come discusso altrove questa presunta specificità lascia alquanto a desiderare, anche se ai fini del discorso è irrilevante. Si tratta meramente di processi infiammatori).

Gli esperimenti condotti nel modello EAE hanno dimostrato una riduzione dell’espressione genica dell’ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS) nel midollo spinale dei topi con EAE nel corso della malattia rispetto al gruppo di controllo. Gli animali che hanno ricevuto il trattamento con luce a 670 nm hanno anche mostrato una sovraregolazione del gene anti-apoptosi Bcl-2, un aumento del rapporto Bcl-2:Bax e una riduzione dell’apoptosi nel midollo spinale. La terapia con luce a 670 nm non è riuscita a portare miglioramenti nei topi deficienti di iNOS, confermando il ruolo della correzione dello stress nitrosativo nel miglioramento della malattia mediante la fotobiomodulazione con luce a 670 nm.

In conclusione, questi dati indicano che fotobiomodulazione con luce a 670 nm protegge dallo stress nitrosativo e dall’apoptosi nel sistema nervoso centrale, contribuendo all’effetto clinico della terapia luminosa precedentemente osservato nel modello di EAE.

Cari amici, ricordiamo che l’inquinamento elettromagnetico provoca stress ossidativo/nitrosativo [2], aumentando quindi il rischio di sclerosi multipla.

Ed ecco che arriva puntuale l’obiezione monodimensionale in bianco e nero:

“Ma la fotobiomodulazione e la fototerapia non fanno produrre ossido nitrico?”

Ovviamente lo regolano, come regolano la produzione ormonale e molto altro, e lo fanno tramite meccanismi di biofeedback, contrariamente all’integrazione selvaggia che bypassa tutti questi meravigliosi pathways naturali. Vi siete mai chiesti perché si utilizza il termine fotobio-“modulazione”?

Dal punto di vista biofisico, la spiegazione più verosimile è che il corpo instaura processi volti a contrastare la perdita di coerenza (infiammazione…), e la fotobiomodulazione, tramite la ricostruzione dell’acqua interfacciale biologica rende inutili questi meccanismi che si “spengono” in maniera naturale e fisiologica perché non hanno più ragione di esistere. Veramente molto semplice ed elegante.

TAKE HOME:

• Venite ai nostri corsi di light trainer per capire come fare a proteggersi dall’elettrosmog, piaga del nostro secolo che provoca una pletora di malattie, altro che cibo!

ISCRIZIONI QUI

• Considerate seriamente i dispositivi di fotobiomodulazione ELIOSLAMP (PLUTO, NEPTUNE, SATURN E VENUS), che guarda a caso, tra le altre, utilizzano proprio la “magica” lunghezza d’onda di 670 nm, vicina ad uno dei picchi di risonanza mitocondriale e dell’acqua cristallina biologica. Ricordo che la VENUS e la MERCURIUS hanno entrambe le tecnologie in un unico strumento MADE IN ITALY, brevettato e certificato MEDICALE.

 

elioslamps

ELIOSLAMP, ovviamente, non ha scelto questa lunghezza d’onda a caso, ma prima ha studiato e poi applicato ingegneristica-mente, fregandosene dei costi più elevati di questa tecnologia.
Meno margini commerciali ma più efficacia rispetto alla concorrenza, che utilizza la sub-ottimale e molto più economica lunghezza d’onda di 660 nm.
Insomma, le regole del marketing dettano di scegliere la tecnologia più economica e di lucrare il più possibile su di essa investendo nel marketing: budget per il prodotto e per il customer service trascurabile, budget per il marketing dominante.
Invece, le regole del commercio etico sono: budget dominante per il prodotto, per la ricerca e sviluppo e per il customer service dominante, spese per il marketing trascurabili.
Quindi, a voi la scelta, potete:

1- Continuare a spegnere i sintomi senza mai risolvere le problematiche alla radice seguendo i guru della vitamina D.

2- Farvi prendere per i fondelli dal marketing delle aziende che vendono monnezza a basso costo millantando che arrivi direttamente da Cape Canaveral o dalla tecnologia aliena di un pianeta di Andromeda.

3- Informarvi su quali siano le tecnologie migliori e affidarvi a ricercatori che mettono al primo posto l’efficacia e la soddisfazione del cliente.

RIFERIMENTI:

1- https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0067358

2- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3780531/

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