Il rapporto sessuale è un prerequisito per la riproduzione, un fatto che si traduce in forti pressioni evolutive che sono esercitate sui meccanismi che regolano il funzionamento sessuale e, in condizioni normali, lo regolano in modo ottimale.
In effetti, le pressioni selettive potrebbero rimuovere dal pool genetico eventuali alleli che predispongono alle disfunzioni sessuali, limitando la loro prevalenza a livelli molto bassi. Ma questo non è accaduto con gli studi epidemiologici che indicano che le disfunzioni sessuali sono comuni: si stima che circa uno su tre uomini abbia difficoltà di riproduzione. Ciò solleva la questione sul perché le pressioni evolutive abbiano permesso tale variazione nel funzionamento sessuale data la sua importanza nella riproduzione.
Il presente lavoro cerca di rispondere a questa domanda mediante l’applicazione di tre modelli evolutivi su prove antropologiche e storiche che raffigurano la condizione umana ancestrale.
In estrema sintesi si sostiene che l’alta prevalenza di disfunzioni sessuali negli uomini sia spiegata con una certezza quasi assoluta dalla mancata corrispondenza tra gli ambienti ancestrali e moderni, con le pressioni che non hanno avuto sufficiente tempo per ottimizzare i meccanismi del funzionamento sessuale nelle condizioni moderne.
Il presente lavoro affronta questa lacuna incorporando prove antropologiche e storiche sistematiche che permettono la ricostruzione della condizione ancestrale umana. Questa evidenza indica che nelle società umane ancestrali la scelta del partner era regolata e le pressioni evolutive degli uomini che dovevano soddisfare sessualmente i loro partner era molto più debole di quanto non lo sia ora nelle società post-industriali.
Questa ipotesi rende l’alta prevalenza di disfunzioni sessuali negli uomini moderna molto meno sconcertante. In particolare, utilizzando modelli evolutivi esistenti, questo documento ha sostenuto che la neutralità ancestrale può rappresentare in parte l’alta prevalenza di eiaculazione precoce e di disfunzione erettile, mentre il bilanciamento tra pressioni evolutive e la selezione può spiegare parte della prevalenza del desiderio sessuale ipoattivo. Un mutazione poligenica può rappresentare la minoranza dei casi più gravi di disfunzioni sessuali. Questi modelli, potenzialmente, rappresentano una parte considerevole della variazione nel funzionamento sessuale, con effetti supplementari sommatori di età, fattori medici e psicopatologici per il resto della prevalenza delle disfunzioni sessuali negli uomini.
In generale, nuove direzioni per lo studio e il trattamento di disfunzioni sessuali hanno bisogno di emergere sulla base di intuizioni derivate dal quadro evolutivo.
Scava scava tutto si riesce a spiegare con i lineari e logici principi evoluzionistici…
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Riferimento:
Evolutionary Psychological Science (2015) 1:220–231 DOI 10.1007/s40806-015-0026-4
Sexual Dysfunctions in Men: An Evolutionary Perspective
Menelaos Apostolou
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