Alcune molecole biologicamente attive rilasciate dalla digestione di pane e pasta possono potenzialmente passare attraverso il rivestimento intestinale!
Tutto questo lo suggerisce una nuova ricerca ITALIANA. Lo studio dimostra che alcune molecole vengono rilasciate durante la digestione di di pane e pasta (acquistate al supermercato), tutto ciò potrebbe fornire nuove informazioni per la ricerca sulla sensibilità al glutine.
La ricerca è stata svolta in vitro – in laboratorio piuttosto che negli esseri umani – e dello studio gli autori, presso l’Università di Milano, Italia, dicono che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare quale effetto biologico hanno queste molecole sul corpo una volta che passano nel flusso sanguigno.
“Test di laboratorio precedenti sono stati fatti sempre su glutine puro, ma per la prima volta abbiamo simulato la digestione con pane e pasta comprati al supermercato per verificare se sono prodotte queste molecole“, ha detto il dottor Milda Stuknytė, uno degli autori del studio. “Abbiamo dimostrato che, non solo queste molecole sono prodotte durante la digestione, ma possono anche passare attraverso il rivestimento intestinale: il che suggerisce che si potrebbe effettivamente avere un effetto biologico“.
Le proteine del grano e le molecole prodotte durante la digestione sono coinvolte nel causare intolleranza al glutine e la sensibilità, il che ha portato pane e pasta ad essere eliminate da molte diete popolari. Si stima che circa l’1% della popolazione soffra di celiachia o allergia al frumento. La sensibilità al glutine non celiachia colpisce circa sei volte di più, secondo la Fondazione Nazionale della Celiachia. Si sa ancora relativamente poco sui meccanismi che la provocano.
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Le molecole prodotte durante la digestione del glutine includono le esorfine, che sono stati trovate anche nel liquido spinale di persone con schizofrenia ed autismo, e si pensa, che peggiorino i sintomi di queste malattie neurologiche. Sono simili a molecole oppioidi, quindi è possibile che possano avere un effetto del tutto simile alla droga sul cervello (ndr. dipendenza anche da chi è clinicamente sano: “ho bisogno di un piatto di pasta” “come si fa senza la pasta”… Sono frasi tipiche…).
Fino ad ora non vi era alcuna prova che dimostrasse che queste molecole fossero prodotte durante la digestione di alimenti reali. La nuova ricerca rivela che due di queste molecole – chiamate esorfine A5 e C5 – vengono rilasciate durante la digestione di pane e pasta. Queste possono sopravvivere alla digestione e passare, in questa prima fase attraverso un modello in vitro, dal rivestimento intestinale.
“Abbiamo scelto di studiare il pane e la pasta perché rappresentano una parte così importante della nostra dieta, soprattutto in Italia“, ha aggiunto il dottor Stuknytė. “Mentre sappiamo parecchio sui meccanismi della malattia celiaca e di come sia collegata al glutine, sappiamo ancora relativamente poco sulla sensibilità al glutine non celiaca. E ‘altrettanto importante, e la nostra ricerca fornisce ulteriori indicazioni, circa le proteine ed i peptidi derivati che potrebbero essere coinvolti“.
I ricercatori hanno comprato due tipi di pane a fette e quattro tipi di spaghetti in un comune supermercato. Hanno cucinato gli spaghetti secondo le direttive dei produttori, e quindi “digerito” ogni campione utilizzando un sistema di digestione simulato in laboratorio.
I livelli delle due molecole seguenti alla digestione erano molto diversi: la C5 era circa il doppio rispetto alla A5; fino a 1 milligrammo di C5 è stato prodotto dalla digestione in vitro di una singola porzione di pasta…
“Siamo stati sorpresi di trovare una così elevata quantità di C5 in alcuni dei campioni di pasta“, ha detto il dottor Stuknytė. “Ancora non so che effetto questo quantitativo potrebbe avere, ma è plausibile che possa avere un potenziale effetto oppioide negli esseri umani“.
I ricercatori ora intendono studiare cosa accade alle molecole quando vengono trasportate attraverso il sistema digestivo, dall’intestino al sangue.
“La nostra ricerca è solo in vitro, in questa fase, abbiamo una lunga strada da fare per capire i potenziali effetti biologici di queste molecole, soprattutto negli esseri umani“, ha concluso il dottor Stuknytė.
I risultati presentati nel documento sono il risultato di una collaborazione tra due gruppi di ricerca presso l’Università di Milano: il primo diretto dal Prof. Ivano De Noni presso il Dipartimento di Scienza della Nutrizione, cibo ed ambiente (Defens), e la seconda, guidata dalla Prof.ssa Anita Ferraretto del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute.
Riferimento:
Food Research International, 2015; 72: 208 DOI: 10.1016/j.foodres.2015.04.002
Release of wheat gluten exorphins A5 and C5 during in vitro gastrointestinal digestion of bread and pasta and their absorption through an in vitro model of intestinal epithelium
Milda Stuknytė, Margherita Maggioni, Stefano Cattaneo, Paola De Luca, Amelia Fiorilli, Anita Ferraretto, Ivano De Noni.
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