Introduzione: Angelo
Con questo interessante articolo, diamo il benvenuto sulle nostre pagine ad un nuovo autore di questo blog: Isacco.
Isacco è un giovanissimo Personal Trainer, appassionato di salute e prestazione atletica, i suoi approcci alimentari preferiti sono la dieta Paleo, il Digiuno intermittente e la dieta Chetogenica. Ha intenzione di diventare un Formatore tramite il lavoro di Blogger e Youtuber con la sua creatura: Health&Performance. Non ama le generalizzazioni e le fallacie logiche. Il suo motto è: con l’impegno puoi fare tutto. Si ispira alla frase di Ippocrate: “se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento e di esercizio fisico, né in eccesso, né in difetto, avremmo trovato la strada per la salute”.
Largo ai giovani dunque!
di Isacco
Ultimamente si sente parlare spesso di stili di vita mirati ad aumentare la durata della vita, ne è un esempio la dieta di Valter Longo.
Il metodo principalmente riconosciuto come promotore della longevità è la Restrizione Calorica (1), la quale si è dimostrata in grado di allungare la durata della vita dei ratti, dei topi, del moscerino della frutta, delle scimmie e dei nematodi. Anche il Digiuno Intermittente (intermittent fasting: IF) si sta facendo strada nelle diete pro-longevità, alcuni hanno anche ipotizzato che il digiuno intermittente sarebbe in grado di far ottenere gli stessi benefici della restrizione calorica senza i suoi effetti negativi (es. riduzione della massa magra).
Va detto che in ogni caso, la restrizione calorica, il digiuno e le diete low carb hanno effetti metabolici molto simili, il vantaggio è che, sia l’IF che le diete VLC (very low carb) permettono di evitare le problematiche della restrizione calorica.
Tuttavia non si conosce ancora l’esatto meccanismo attraverso il quale la restrizione calorica promuoverebbe la longevità, in alcuni studi si parla di rallentamento del metabolismo (2), di riduzione di insulina e IGF-1 (3), di riduzione dell’attivazione dell’mTOR (4), di aumento dello stress ossidativo (5) in grado di permettere all’organismo di sopportare stress maggiore e così via.
Si parla di restrizione calorica, ma la restrizione di quale specifico macronutriente è responsabile dell’allungamento della durata della vita? L’influenza dei vari macronutrienti è stata esaminata, molti studi puntano sulla restrizione delle proteine (6) (in particolare degli aminoacidi Metionina e BCAA), altri su quella dei carboidrati (7), mentre pochi su quella dei grassi.
Un modo intelligente per studiare il fenomeno potrebbe essere quello di prendere in esame i Centenari viventi; essi infatti mostrano livelli di: Insulina, Glicemia, T3, Leptina, e Trigliceridi più bassi rispetto a coloro che non raggiungono la loro età (8).
Si potrebbe concludere quindi che una dieta pro-longevità dovrebbe essere in grado di abbassare i livelli di tutti questi parametri metabolici.
Un interessante studio (9) ha proprio voluto esaminare gli effetti di una dieta considerata potenzialmente in grado di contrastare l’invecchiamento e promuovere la longevità tramite i suddetti parametri.
Sono stati presi in esame 31 soggetti di età media 57 anni (50% uomini e 50% donne) che sono stati monitorati per 90 giorni ed ai quali è stata somministrata la seguente dieta:
- quantità illimitate di grassi alimentari
- un limite di 1 gr./kg di peso corporeo di Proteine
- una forte restrizione dei Carboidrati (a causa degli alimenti scelti, molto poveri di carboidrati).
In poche parole si trattava di una dieta Chetogenica.
Le fonti di Grassi raccomandate erano: noci e semi crudi, avocado, olive e olio di oliva, olio di Lino e olio di fegato di Merluzzo.
Le fonti di Proteine raccomandate includevano: sardine, pesce, uova, tofu, pollo, tacchino, formaggio povero di grassi, frutti di mare e hamburgers vegani.
Oltre ai suddetti alimenti erano concesse solamente verdure fibrose non amidacee: lattuga, broccoli, cavolfiori, cetrioli, funghi, cipolle, peperoni, cavoli, asparagi e alghe marine.
Ai soggetti è stato raccomandato di mangiare quando avevano lo stimolo della fame. Non è stata esplicitamente imposta una restrizione calorica; l’assunzione di calorie doveva essere determinata esclusivamente dai rispettivi livelli di fame.
Le uniche regole a cui dovevano attenersi erano:
- consumare gli alimenti consentiti
- mangiare quando avevano fame
Sono stati anche prescritti i seguenti Integratori:
- 2 g di L-carnitina,
- 400 mg di Acido Alfa Lipoico,
- 100 mg di Coenzima Q10,
- 1 cucchiaio di Olio di Fegato di Merluzzo,
- 300 mg di Magnesio,
- 300 mg di Potassio,
- 1 g di Vitamina C,
- 800 mg di Vitamina E,
- un multivitaminico contenente tutte le Vitamine del Gruppo B e Sali Minerali essenziali.
I Ricercatori (consci dei possibili effetti della dieta) hanno raccomandato ai soggetti di modificare l’uso dei loro rispettivi farmaci.
Se un individuo nel periodo precedente allo studio assumeva farmaci per abbassare i lipidi ematici o Sulfoniluree (farmaci utilizzati per il trattamento del Diabete), l’assunzione di questi farmaci doveva cessare completamente prima di iniziare la dieta. Nei pazienti che assumevano farmaci per il controllo della pressione arteriosa, se quest’ultima si fosse stabilizzata a valori normali nel corso dell’intervento, venivano modificate le dosi o interrompere del tutto i farmaci utilizzati.
Risultati
Tabella 1: Risultati
Parametro | Valore Iniziale | Valore Finale | Cambiamento % |
Peso Corporeo (kg) | 86,3 | 79,2 | -8,1 |
Insulina (mg/dl) | 22,2 | 11,1 | -50 |
Glicemia (mg/dl) | 108,3 | 99,3 | -8,3 |
Leptina (mg/dl) | 16,5 | 8,2 | -50,3 |
Trigliceridi (mg/dl) | 229,3 | 110,7 | -51,7 |
Colesterolo HDL (mg/dl) | 55,4 | 53,5 | -3,4 |
Creatinina (mg/dl) | 1,02 | 1,01 | -0,98 |
T3 (pg/dl) | 2,97 | 2,64 | -11 |
TSH (pg/dl) | 2,53 | 2,57 | +1,58 |
Pressione Arteriosa Sistolica (mmHg) | 136,6 | 121,7 | -10,9 |
Pressione Arteriosa Diastolica (mmHG) | 86,5 | 76,4 | -11,6 |
Parliamo senza dubbio di risultati degni di nota:
- Riduzione del peso corporeo di 7 kg,
- Riduzione della Pressione Sistolica dell’11%
- Riduzione della pressione Diastolica dell’11%
- Riduzione dei livelli di Leptina del 50%
- Riduzione dei livelli di Insulina del 50%
- Riduzione della Glicemia dell’8%
- Riduzione dei livelli di T3 dell’11%
- Riduzione dei livelli di Trigliceridi del 51,7%
- Dimezzamento del rapporto Trigliceridi/HDL (il quale sappiamo è un parametro che predice meglio rispetto al Colesterolo Totale il rischio di malattie Cardiovascolari).
I risultati a cui ha portato il trial vengono considerati impensabili dalla maggior parte delle persone, eppure sono bastate 2 semplici raccomandazioni.
La dieta ha dimostrato ampiamente di essere in grado di contrastare le malattie croniche attuali e di ridurre tutti quei parametri associati con l’invecchiamento, pertanto può essere considerata come potenzialmente in grado di promuovere la Longevità.
E’ da sottolineare il fatto che i soggetti hanno perso una quantità significativa di peso corporeo nonostante non fossero stati istruiti a ridurre il loro apporto calorico. Le diete low carb e very low carb hanno sempre dimostrato di portare a una riduzione dell’apporto calorico ad libitum con conseguente dimagrimento (10).
La riduzione dei livelli di Insulina e di Leptina, dovuta a un aumento rispettivamente della sensibilità all’Insulina e alla Leptina, ha portato a un aumento della Beta-ossidazione, a un aumento della Sazietà e, possibilmente, a un’inconscia riduzione dell’apporto calorico.
Numerosi studi hanno dimostrato che la riduzione dell’apporto di Carboidrati sopprime la de novo lipogenesi epatica, la produzione e la secrezione di Trigliceridi, con un concomitante aumento dell’ossidazione degli acidi grassi nel muscolo, nel fegato e del tessuto adiposo, infatti anche una dieta chetogenica normocalorica porta a una riduzione dei trigliceridi (11) mentre una dieta normocalorica low fat/high carb ne porta a un aumento (12).
Parallelamente alla riduzione dei livelli circolanti di T3, 9 soggetti a cui è stata misurata la temperatura corporea prima e dopo l’intervento hanno mostrato una diminuzione significativa della stessa di 0.182 gradi Celsius. Risultati simili sono stati riferiti nei centenari, nei roditori, nelle scimmie e negli umani sottoposti a restrizione calorica (13). E’ stato suggerito infatti che la riduzione dei livelli di T3 e della temperatura corporea possano alterare il processo di invecchiamento tramite una riduzione del tasso metabolico, dello stress ossidativo e dell’infiammazione sistemica (14).
E’ bene specificare che non è necessario instaurare una Chetosi permanente (*) in caso di soggetti sani, la dieta Chetogenica è più indicata come mezzo terapeutico per soggetti patologici. Un soggetto sano invece può fare dei periodi relativamente brevi di restrizione dei carboidrati. Abbiamo 2 grandi categorie di restrizione a breve termine dei carboidrati:
- Il Digiuno Intermittente che alla restrizione glucidica abbina spesso, ma non sempre, anche quella proteica, lipidica e quindi calorica.
- L’alimentazione glucidica temporizzata, che prevede periodi di restrizione dei soli glucidi, in quanto in carenza di glucidi ci troviamo in uno stato di Digiuno Metabolico.
La Chetonemia (presenza di chetoni nelle urine) aumenta (anche se di poco) già dopo il digiuno notturno e, naturalmente, se estendiamo la durata del digiuno notturno, aumenta ulteriormente.
Conclusioni
“un programma nutrizionale originariamente disegnato per il trattamento delle malattie croniche dell’invecchiamento ha condotto in 3 mesi a una consistente perdita di peso e a cambiamenti metabolici atti al migliorare la salute generale e, quindi, ridurre il processo di invecchiamento”.
NDR: lo staff di evolutamente.it, per chi volesse provare tali approcci, consiglia vivamente di farsi seguire da un professionista esperto. Tuttavia per chi fa sport, soprattutto di endurance agonistico dove i carboidrati sono la fonte energetica principale a più alto numeri di ottani, sconsigliamo vivamente approcci del genere in generale, se non per brevissimi periodi, nonostante in alcuni ambienti vengano persino perorati.
Qui le nostre ragioni.