Traduzione: Angelo
La dieta come cura
La prove che una dieta priva di grano (e, eventualmente, di prodotti lattiero-caseari, data la somiglianza tra glutine e caseina) possa curare alcuni pazienti con malattia mentale sono state disponibili per quasi 50 anni. Tuttavia, poiché alcuni pazienti, soprattutto in nuovi e migliori studi non non hanno avuto miglioramenti con la dieta, tali prove sono state variamente minimizzate, screditate o respinte. Di conseguenza, il messaggio non è passato né per i pazienti e i loro cari né per gli psicologi e gli psichiatri. Dopo aver esaminato tutti questi studi di intervento dietetico, siamo giunti a credere che questa mancanza di comunicazione è un errore.
La maggior parte degli studi sono stati eseguiti su pazienti schizofrenici tenuti in reparti psichiatrici, dove i pasti potrebbero essere strettamente supervisionati. I pazienti che seguono una dieta senza grano e senza latte sono stati o dimessi o trasferiti da un un reparto chiuso ad aperto prima rispetto ai pazienti che seguono una dieta ricca di grano (Dohan et al, 1969;. Dohan e Grasberger, 1973). Gli effetti sono stati annullati quando, in studi a doppio cieco sia per i pazienti che il personale, la dieta senza grano e senza latte è stato integrato con glutine. Uno studio longitudinale a doppio cieco, controllato con placebo, con risultati molto simili è stato talmente impressionante da essere accettato per la rivista Science (Singh e Kay, 1976). In questo lavoro, i pazienti schizofrenici tenuti a dieta senza grano e senza latte hanno peggiorato, in 30 dei 39 parametri comportamentali quando gli è stata somministrata una “bevanda speciale” che conteneva glutine tutti i giorni. Miglioravano quando la bevanda conteneva farina di soia.
Dell’astensione dal glutine e dalla caseina, soprattutto quando protratta per diversi mesi, beneficia anche una buona percentuale di bambini con disturbi dello spettro autistico (per una rassegna, vedi Whiteley et al., 2013). In uno studio che ha seguito 70 bambini autistici che non avevano precedentemente risposto a qualsiasi terapia, questa percentuale ha raggiunto, dopo 3 mesi di dieta, un impressionante 80% (Cade et al., 2000).
Nelle persone sensibili al glutine, il consumo di grano a lungo termine potrebbe portare a danni permanenti (Kalaydjian et al, 2006; Hadjivassiliou et al, 2010); quindi si dovrebbe necessariamente anticipare il cambiamento in pazienti cronici. Inoltre, seguendo diete senza glutine, sono stati osservati netti miglioramenti nei sintomi psichiatrici in pazienti schizofrenici gravemente disturbati che erano insensibili a qualsiasi forma di trattamento e avevano trascorso gran parte della loro vita in istituti sanitari (Rice et al, 1978;. Vlissides et al. , 1986;. vedi anche Cade et al, 2000). Alcuni di questi pazienti, appena è stato reintrodotto il glutine, sono peggiorati drammaticamente.
I miglioramenti della salute mentale in chi segue una dieta priva di glutine, naturalmente, sono previsti solo per gli individui che hanno una reazione fisica avversa al grano, espressa ad esempio con anticorpi-glutine-correlati. Infatti, in un piccolo studio su otto pazienti schizofrenici cronici che non hanno mostrato di reagire al glutine, nessuno è migliorato seguendo una dieta senza glutine e senza latte (Potkin et al., 1981). Ad oggi, solo “case study” si sono concentrati in particolare sul sottogruppo di pazienti che è palesemente sensibile al grano. In ogni caso, i risultati di una dieta priva di glutine sono stati impressionanti. Netti miglioramenti sono stati osservati in due pazienti con schizofrenia (Jackson et al., 2012b) e due con demenza (Lurie et al., 2008). Recuperi completi sono stati riportati separatamente per tre pazienti con sintomi psicotici gravi (De Santis et al, 1997; Eaton et al., 2015;. Lionetti et al 2015)..
Paradossalmente, maggiore è il potenziale beneficio di un cambiamento nella dieta, maggiore può essere la resistenza a seguirla (Wadley e Martin, 1993). Le esorfine del grano possono infatti creare dipendenza. E ‘stato stimato che la metà delle persone che sono ipersensibili al glutine bramano molto il cibo che gli provoca danno e si verificano sintomi di astinenza quando, questo, si rimuove dalla dieta (Brostoff e Gamlin, 1989). Sorprendentemente, un soggetto schizofrenico che sembrava incurabile, chiuso in reparto di sicurezza, che aveva fatto un recupero miracoloso con una dieta priva di glutine, è diventato violento ed estremamente disturbato quando il glutine è stato reintrodotto. A quel punto, non era in grado o non voleva più riprendere la dieta priva di glutine, che lo avrebbe salvato (Vlissides et al., 1986).
Conclusioni
Abbiamo dimostrato che in tutti noi il pane rende la parete intestinale più permeabile, favorendo la migrazione delle tossine e particelle di cibo non digerito a siti in cui possono allertare il sistema immunitario. Abbiamo dimostrato che in tutti noi la digestione di grano e prodotti lattiero-caseari genera composti simili ad oppioidi, e che questi causano problemi mentali se attaccano il cervello.
Presi insieme, questi elementi di prova pongono una questione: perché noi tutti non sviluppiamo sintomi psicotici con una dieta con pane e latte? Una risposta plausibile (Severance et al., 2015) è che le persone che alla fine vengono colpite con questi sintomi potrebbero essere portatori di un “difetto immunitario” che fa in modo che le esorfine, una volta nel sangue, o attraggono troppa attenzione da parte del sistema immunitario o, al contrario non la rilevano affatto. Gli anticorpi risultanti (nel primo caso) o le esorfine stesse (nel secondo caso) potrebbero quindi accedere al cervello. Arriverebbero dal flusso sanguigno o direttamente o attraverso il fluido cerebrospinale mediante barriere difettose. Un’idea alternativa è che il difetto genetico non è nel sistema immunitario, ma negli enzimi coinvolti nella scomposizione delle esorfine nell’intestino o nel sangue (Dohan, 1980; si veda anche Reichelt et al., 1996).
Anche se grano provoca in questi soggetti gravi danni, la maggior parte delle persone affette da celiachia non sanno di avere la malattia, e per il resto di noi, attualmente, non è ancora disponibile un test in grado di rivelare in modo conclusivo se siamo ipersensibili al frumento. La prova schiacciante è che tale ipersensibilità può portare con sé disturbi mentali come la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione, l’ansia, e l’autismo. I pazienti che hanno dimostrato di essere ipersensibili hanno migliorato sostanzialmente o sono addirittura guariti completamente dai loro sintomi adottando una dieta senza grano e senza prodotti caseari. Per tutti gli altri, dato che i test di sensibilità al grano non sono affidabili, consigliamo di provare ad eliminare il grano ed i prodotti lattiero-caseari o almeno il glutine e la caseina, se non altro, per scopi diagnostici. A differenza dei trattamenti farmacologici, non ci sono mai stati effetti collaterali dannosi. Inoltre, contrariamente a quanto erroneamente e generalmente si pensi, i cereali integrali sono tra gli alimenti meno densi di nutrienti in assoluto (Cordain et al., 2005); sarebbero nutrienti solo da crudi, ma purtroppo così sono immangiabili (Lalonde, 2012). Quindi, in sostituzione di cereali ci sono verdure, frutta e noci, carni e frutti di mare che aumentano il contenuto di vitamine e minerali dietetici. (ndr. sembra di leggere: paleodiet!)
Il pane è il simbolo del cibo, ed è shoccante per molti, apprendere che potrebbe minacciare il benessere mentale. Eppure il pane non è il solo; ci sono altri prodotti alimentari, quali latte, riso e mais che rilasciano esorfine durante la digestione. Grano, riso e mais sono la base alimentare di oltre 4 miliardi di persone. Lo zucchero è un’altra sostanza popolare presente in molti prodotti da supermercato e nascosta in una miriade di altri. Pur non essendo una fonte di esorfine, lo zucchero provoca il rilascio di endorfine e può indurre problematiche neurofisiologiche di dipendenza: impressionanti abbuffate, desidero e dipendenza (Ahmed et al., 2013).
Gli psicologi e psichiatri in genere dovrebbero prestare molta attenzione alle aberranti abitudini alimentari dei loro pazienti e,dovrebbero, tenere sotto controllo anche le proprie abitudini alimentari.
Conflitto di interessi
Gli autori dichiarano che la ricerca è stata condotta in assenza di rapporti commerciali o finanziarie che potrebbe essere interpretato come un potenziale conflitto di interessi.
Riferimento:
Front. Hum. Neurosci., 29 March 2016 | http://dx.doi.org/10.3389/fnhum.2016.00130
Bread and Other Edible Agents of Mental Disease
Paola Bressan and Peter Kramer
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