Continuano a chiamarlo “paradosso”… Livelli bassi di colesterolo si associano ad un aumento di rischio morte del 65% nei pazienti infartuati.

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione | Pillole | Salute

25 Luglio 2015

Adattamento: Angelo

paradox

La classificazione Killip (in quattro classi I-IV) è un sistema utilizzato soggetti che hanno avuto un attacco di cuore. Gli individui con una bassa classe Killip hanno meno probabilità di morire entro i primi 30 giorni successivi all’attacco di cuore rispetto ai soggetti con una alta classe di Killip.

Questo recentissimo studio è stato progettato per cercare di chiarire il rapporto tra i livelli di colesterolo, la classificazione Killip e mortalità a 30 giorni nei pazienti con un attacco di cuore. Lo studio ha incluso 724 pazienti attacco di cuore.

Lo studio ha rilevato:

  • i livelli di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) del colesterolo totale e dei trigliceridi erano significativamente inferiori nei pazienti con alta classificazione Killip (III + IV) rispetto ai pazienti a bassa classificazione Killip (I + II);
  • i pazienti con lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) inferiori ai 62,5 mg/dL (1,6 mmol/L) hanno avuto un aumento del rischio di morte maggiore del 65% rispetto ai pazienti con lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) maggiori di 62,5 mg/dL (1,6 mmol/L);

  • i pazienti con livelli di trigliceridi inferiori a 110 mg/dL (1,24 mmol/L) avevano un aumento del rischio di morte maggiore del 405% rispetto ai pazienti con livelli di trigliceridi più alti di 110 mg/dL (1,24 mmol/L);
  • i pazienti con un alta classificazione di Killip e con LDL inferiori a 62,5 mg/dl (1,6 mmol/L) e trigliceridi inferiori a 110 mg/dL (1,24 mmol/L)

    hanno avuto probabilità di morire 11 volte superiore

    rispetto ai pazienti con un bassa classificazione di Killip con LDL superiori a 62,5 mg/dL (1,6 mmol/L) e trigliceridi inferiori a 110 mg/dL (1,24 mmol/L).

Il dr. Cheng, autore principale dello studio, ha così concluso: “livelli bassi di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), livelli bassi di trigliceridi ed un’alta gravità Killip sono stati associati in modo estremamente significativo ad una più alta mortalità a 30 giorni dopo l’infarto in in pazienti ospedalizzati“.

Riferimento:
Critical Care Medicine 2015 Jun;43(6):1255-64
Lipid paradox in acute myocardial infarction-the association with 30-day in-hospital mortality.
Cheng KH, Chu CS, Lin TH, Lee KT, Sheu SH, Lai WT.
Division of Cardiology, Department of Internal Medicine, Kaohsiung Medical University Hospital, Kaohsiung, Taiwan.
Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25738856

La verità sul colesterolo ed i grassi saturi

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