Cacciatori-raccoglitori nella metropoli: un compendio breve e ragionato di cibi paleo…

Scritto da admin

Categorie: Nutrizione | Salute

1 Ottobre 2013

di: beegreenordie.

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Introduzione

Mangiare “cibi paleo” come i nostri antenati cacciatori-raccoglitori può rivelarsi un’impresa facile, divertente e istruttiva:

  • Facile: cosa c’è di difficile nel preparare un’insalata con verdure fresche di stagione e qualche uovo? O nel cuocere una buona bistecca al sangue, con un contorno di verdure saltate velocemente in padella? O nello spezzare la fame con un frugale spuntino a base di mele e noci? Se poi qualcuno intende cimentarsi in imprese culinarie degne di uno chef, nessun problema: possiamo stupire i nostri ospiti anche senza cereali, legumi e latticini (che non sono cibi paleo)…
  • Divertente: inventare nuove gustose ricette utilizzando prodotti semplici e genuini è gratificante e tiene in allenamento il nostro lato creativo; una breve trasferta per procurarsi un po’ di frutta e verdura dal contadino di fiducia può diventare un’ottima scusa per fare una gita fuori porta in famiglia o con gli amici!
  • Istruttiva: scoprire (o riscoprire) nuovi cibi e nuovi sapori è uno dei tanti modi per conoscere le culture e le tradizioni dei popoli della Terra; conoscere e approfondire le proprietà di un alimento, la storia del territorio da cui proviene e le condizioni in cui è stato prodotto, ci rende dei consumatori informati e consapevoli, in grado di valutare ciò che è meglio per la nostra salute e il nostro portafoglio (quanti soldi si sprecano in cibo spazzatura?).

Cosa “cacciare” e cosa “raccogliere”

  • Carne e frattaglie
    La carne e le frattaglie (fegato, cuore, reni, cervello, ghiandole…) hanno rivestito e rivestono un ruolo fondamentale nell’alimentazione delle popolazioni paleolitiche e di attuali cacciatori-raccoglitori.

Il consumo di questo genere di alimenti non può prescindere dalla loro qualità: caccia e allevamenti bradi o semibradi costituiscono certamente le fonti di approvvigionamento migliori.

Il profilo nutrizionale delle carni di animali cacciati o allevati allo stato brado è nettamente superiore rispetto a quelle provenienti da allevamenti intensivi.

Gli allevamenti intensivi, oltre che influire negativamente sul benessere animale e sull’ambiente, alterando ritmi di crescita ed equilibri naturali, riforniscono i consumatori di prodotti insalubri (per esempio eccessivamente ricchi di omega-6 che in eccesso possono essere proinfiammatori) oltre che dalle dubbie qualità organolettiche (sapori e consistenze alterati).

In Italia è piuttosto difficile riuscire a procurarsi carni e frattaglie provenienti da animali cacciati o allevati allo stato brado. Cionondimeno è molto importante impegnarsi attivamente nella ricerca di quelle realtà che riescono a coniugare le esigenze di vendita al benessere animale e alla qualità del prodotto. La costituzione di gruppi d’acquisto facilita la ricerca dei migliori allevatori e garantisce di norma un conveniente abbattimento dei prezzi.

  • Pesci, crostacei e molluschi
    Vale un discorso analogo a quello fatto per le carni e le frattaglie: prediligere sempre pesci selvaggi, pescati e non allevati, tenendo presente che gli inquinanti e i metalli pesanti tendono a concentrarsi al vertice delle piramidi trofiche marine (i predatori presentano sempre maggiori concentrazioni di inquinanti rispetto alle loro prede).
  • Uova
    Le uova costituiscono un’ottima fonte di proteine e grassi, oltre che di micronutrienti: limitarne il consumo per timore di innalzare il rischio di contrarre patologie cardiovascolari è semplicemente inutile e le ricerche scientifiche più recenti lo confermano ampiamente.

Prediligere sempre uova di volatili che abbiano la possibilità di razzolare e di consumare il cibo che normalmente si procurerebbero in natura (comprese piccole prede come vermi e insetti).

  • Grassi per cucinare e condire

I grassi saturi, così come il colesterolo, nell’ambito di una dieta a minor introito di carboidrati, non costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare e rappresentano anzi una straordinaria fonte di micronutrienti (vitamine liposolubili), oltre che un substrato fondamentale per la sintesi endogena degli ormoni che ci rendono forti, allegri e longevi!

I grassi saturi vanno introdotti senza timore in una dieta paleolitica: ottimi consumati a crudo, si prestano perfettamente per la cottura (alto punto di fumo). Olio e latte di cocco, ghee, burro (meglio se da latte crudo), lardo, pancetta e strutto sono ottime scelte.

Il consumo di pesce azzurro e di carni di animali allevati estensivamente garantisce un ottimo apporto di omega-3, gli unici acidi grassi polinsaturi di cui effettivamente la dieta occidentale risulta impoverita.

Per quanto riguarda i meno stabili grassi di origine vegetale, oltre al cocco e ai suoi derivati, è bene utilizzare esclusivamente olio extravergine d’oliva, avocado e, se le si trova, noci di macadamia, per un consumo a crudo.

Vanno completamente eliminati olii di semi e margarine, fonti di instabili acidi grassi polinsaturi e idrogenati, ricchi di omega-6.

  • Frutta fresca
    Quando si parla di frutta fresca è utile tenere presente che le principali varietà commercializzate sono appositamente selezionate per essere sempre più voluminose e dolci e sono ricche di fruttosio. Il fruttosio è uno zucchero particolarmente apprezzato dall’industria alimentare per il suo elevato potere dolcificante (superiore a quello del glucosio) e negli ultimi anni ne è stato promosso l’utilizzo nella convinzione che sia più salubre del glucosio.
    Le ricerche più recenti evidenziano però come un consumo eccessivo di questo zucchero possa influire negativamente sulla sensibilità insulinica, il controllo dei trigliceridi e la glicazione proteica.
    Secondo il nutrizionista americano recentemente scomparso Robert Crayhon, l’apporto di fruttosio andrebbe limitato a 5-10 g/die per i soggetti sedentari e al massimo a 20 g/die per gli atleti.
    L’opzione migliore per limitare l’apporto di fruttosio e al tempo stesso beneficiare delle importanti proprietà della frutta (vitamine, sali minerali, antiossidanti e fibra), è di orientarsi verso il consumo di varietà “selvatiche” e “antiche”, minimamente selezionate e ovviamente di stagione: in questo modo si contribuirà inoltre al mantenimento della biodiversità vegetale, seriamente minacciata dall’omologazione alimentare.
  • Verdura
    Il consumo delle verdure, escluse quelle più ricche di amido e antinutrienti (come le patate e le melanzane) è assolutamente libero e va solo adattato alla propria sensibilità personale: le verdure costituiscono una fonte irrinunciabile di fibre, vitamine e sali minerali e le diete delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori antichi e moderni, con l’eccezione di quelle che vivono alle latitudini più estreme (v. Eskimo), ne sono ricche.
    Prediligere sempre la verdura di stagione!
  • Frutta secca
    La frutta secca (noci, nocciole e mandorle, noci brasiliane…), va utilizzata con moderazione a causa dell’apporto di omega-6, per quanto sia un’utile fonte di oligoelementi (zinco, selenio…) e fibre.
  • Miele

Il miele è un’ottima fonte di zuccheri “veloci”, facilmente assimilabili, oltre che un concentrato di micronutrienti: ottimo al termine di uno allenamento intenso o per la prima colazione, andrebbe però consumato con una certa moderazione a causa dell’alto contenuto in fruttosio delle principali varietà commercializzate. Orientarsi sempre verso l’acquisto di mieli biologici, per ridurre al minimo l’apporto di pesticidi e antibiotici!

  • Erbe e spezie
    Timo, origano, curcuma, curry, paprika, coriandolo, cumino… Le spezie e le erbe (fresche o essiccate) sono un concentrato di antiossidanti e rendono più gustose le nostre pietanze: nessun limite al loro utilizzo, anche qui conta solo la sensibilità personale!

Buona caccia-raccolta allora… E buon appetito!

Il miglior approfondimento al mondo sul tema diete ancestrali.

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