di: begreenordie
“Il seme di Pandora. Le conseguenze impreviste della civilizzazione”
D’accordo, lo so: non è un libro nuovissimo, è uscito in Italia nel 2011… Ma da qualche titolo dovevamo pur iniziare e questo è certamente un fondamentale per chiunque si interessi delle tematiche trattate in questo blog. D’altronde di libri del genere ne escono raramente, pertanto correte in libreria, se non lo trovate fate qualche segnale di fumo per ordinarlo e poi divoratelo!
L’autore, Spencer Wells, biologo e antropologo, ci guida in un’interessante disamina di tutte le problematiche (impreviste come appunto suggerisce il sottotitolo) che la domesticazione delle piante e degli animali ha portato con sé. Se da un lato la Rivoluzione Neolitica ha permesso a Homo sapiens di passare dal ruolo di semplice spettatore a protagonista cosciente dello spettacolo della vita sulla Terra, essa ha recato in dote anche dei fastidiosi incidenti di percorso, dei “sassolini nelle scarpe” che ci hanno procurato e continuano a procurarci non pochi tribolamenti: diffusione di malattie infettive e metaboliche, sovraffollamento, tensioni e disagio sociali, sfruttamento esasperato delle risorse naturali, inquinamento degli ecosistemi…
Gli argomenti del terzo capitolo (Malattie) non stupiranno di certo i paleo-aficionados, ma nel quarto (Pazzia), potrebbero sorprendere i motivi evolutivi delle contraddizioni fra psiche umana e moderna organizzazione sociale. Il sesto capitolo (Un tema scottante) viene inaugurato dalla drammatica storia degli abitanti di Tuvalu, una piccola nazione formata da nove isole poste a circa 1000 km dalle Figi, destinata a essere sommersa dalle acque del Pacifico entro la fine del secolo: una delle conseguenze (anche queste impreviste!) del cambiamento climatico. E se da una parte del mondo si affoga, in Cina e in India si stanno prosciugando le falde acquifere per irrigare i campi e sostenere una popolazione sempre più numerosa! Il settimo e ultimo capitolo (Verso un nuovo mythos) è un appello che preferisco non anticiparvi, ma vale la pena citare questo passaggio, in cui Wells descrive la sua esperienza fra gli hadzabe, cacciatori-raccoglitori della Tanzania: “Gli hadzabe trascorrono le serate raccontandosi le recenti battute di caccia e le antiche leggende, raccogliendosi intorno a un piccolo focolare, e i racconti sono arricchiti da un’intonazione attenta, effetti sonori e battute. Questa esistenza è ricca e varia e, dopo diversi giorni trascorsi con loro, incominciai infatti a percepire una netta sensazione di calma, come se le preoccupazioni e il disordine della vita moderna si fossero disciolti. In qualche modo era come essere ritornato a casa dopo una lunga assenza.”
I problemi più scottanti del XXI secolo si possono dunque considerare come i “nipoti” alla lontana della Rivoluzione Agricola. Nipotini dispettosi, non c’è che dire: ma forse la soluzione ce l’abbiamo già, si tratta soltanto di tirar fuori il meglio dal nostro bagaglio evolutivo. Ce la faremo?
Di sicuro gli hadzabe avrebbero qualcosa da insegnarci a proposito…
Con la speranza di aver stuzzicato il vostro interesse, al prossimo libro!