PARTE 1
La vitamina D3 è solo il segnale chimico prodotto dal corpo dopo che la luce non polarizzata viene catturata dalla nostra pelle e, nella forma di supplemento, non possiede neanche lontanamente la potenza della luce del sole o dei fotoni.
POSTULATO:
L’assunzione di vitamina D3 da un integratore è come provare ad utilizzare i muscoli di un altro per allenarsi.
L’EMF (onde elettromagnetiche) artificiali sono polarizzate, mentre l’EMF naturali non lo sono.
Il problema è sempre quello… I guru del cibo e dell’integrazioni sono assolutamente incapaci di voler capire. Incapaci per apertura mentale, incapaci forse per voler difendere posizioni (che personalmente condividevo fino a qualche anno fa…). E quindi il discorso si riduce al “non ho tempohohoh per andare a prendere il solehh”, poi caro amico dovrai trovare il tempo per altro… Ma come leggerete di seguito, i problemi sono ben altri e prima di integrare bisogna capire perchè, puttana Eva, siamo tutti deficienti (di vitamina D, che avevate capito?).
Che poi mi sembra la stessa “polemica” del “io non ho tempo per fare la spesa” oppure “non ho soldi per seguire la paleo”. UGUALE!!!!
L’intensità di radiazione elettromagnetica solare (EMF) incidente su un corpo umano varia normalmente tra gli 8 ed i 24 mW/cm2. Questa densità di potenza varia in base alla stagione, alla posizione, alle condizioni atmosferiche, all’altitudine, alla temperatura e dal CAP in cui ci si trova. Ciò significa che la resa quantica della luce solare è sempre variabile e mai fissa. Lo schermo di un computer o il telefono sono bloccati a 5750K, il che equivale ad un segnale che più o meno indica il mezzogiorno solare nella retina e nel cervello 24/24 7/7. Questo non è normale. Porta a molti difetti collaterali biologici. Oggi le moderne tecnologie di comunicazione hanno un’intensità corrispondente ad uno smartphone. Di norma inferiore a 0,2 mW/cm2. Questa, come si vede, è una grande differenza di potenza; e dimostra che la potenza e l’intensità non sono il problema chiave in biologia.
MA ECCO IL PUNTO! (guru dell’integrazione aprite bene le orecchie!!! Anzi leggete!!!!).
Il sole emana molta più energia di un cellulare.
L’ironia della sorte è che il sole è in grado di aumentare i livelli di vitamina D3, mentre uno smartphone li distrugge!
Smartphone, come tutta la luce artificiale e le onde elettromagnetiche… Ed è per questo che nasce la figura del light trainer, guru o non guru che sia… PAPER O NON PAPER CHE SIA…
Ma torniamo a noi e cerchiamo di fare i seri…
La luce solare ha una potente densità di energia ma arriva alle nostre cellule in uno stato non polarizzato. Gli ioni K+ diventano polarizzati dall’impatto della luce solare nelle cellule che trasforma le molecole d’acqua e le unisce come un colloide o un plasma. Le EMF non naturali hanno una bassa densità di potenza, ma il loro formato incidente è polarizzato. Ciò influisce radicalmente sugli ioni K+ e “svita” le molecole d’acqua dalla forma di colloide, distruggendo così la costante dielettrica dell’acqua. Quando la vitamina D3 è affetta dal colesterolo polarizzato non può essere solfatata al meglio. Quando ciò si verifica, la vitamina D3 non può essere solfata perché il colesterolo è il substrato che serve per produrre la vitamina D3 con lo stimolo UV(B) dal sole. Questo piccolo cambiamento dovuto SOLO alla tecnologia, porta a trasformazioni non lineari nel plasma sanguigno rispetto alle isoforme dell’idrogeno e al fosforo inorganico. Questo cambiamento fisico altera la geometria locale delle molecole d’acqua nelle cellule e diventa problematico per gli esseri viventi che si affidano all’acqua per il trasferimento di energia alla vita. Questo cambiamento nei domini dell’acqua, cambia anche i gusci di idratazione attorno alle proteine (cari amici guru della bioimpedenziometria che spendete 7500 euro per uno strumento inutile che da informazioni falsate a seconda di quale ambiente abbiamo frequentato nelle ultime ore/giorni, se abbiamo preso il sole, ecc…). Tutto questo cambia la geometria locale a causa delle proteine respiratorie nei mitocondri che si modificano di dimensioni e forma. Allo stesso modo, i campi elettrici e magnetici terrestri, o le radiazioni infrarosse su ogni corpo umano a temperatura normale, hanno esposizioni di intensità e durata significativamente più elevate rispetto a quelle di molte fonti artificiali di campi elettromagnetici.
La polarizzazione, come detto, distrugge la costante dielettrica nell’acqua a causa dell’effetto sui piccoli cationi atomici come il potassio nelle cellule. K+ è il catione più comune in una cellula e agisce, come già detto, per “incollare” l’acqua in qualcosa chiamato zona di esclusione (EZ). Questa EZ agisce come una batteria utilizzando come forma di energia la luce incidente dal sole (l’ho spiegato al paleomeeting di Roma, ma qualcuno era forse distratto oppure non mi sono spiegato bene). Senza questa batteria la vita non può funzionare correttamente. Non è la densità di energia che conta nella luce incidente, se è polarizzata o meno. Perché? Questo è il primo passo nella separazione della carica dell’acqua e consente alle nostre cellule di trasferire l’energia dalla forma solare ad altre forme che possono essere utilizzate dalle cellule.
Quindi questo porta a una visione diversa da quella classica lineare dei guru dell’integrazione della luce e della vitamina D3.
SOLE? OK – TELEFONO – CASA – INTEGRO.
Torniamo alla domanda iniziale. Si può integrare la vitamina D3?
Certo, ma la domanda migliore sarebbe, dovremmo MAGARI anche basarci su ciò che ho appena spiegato?
Quando la luce, in particolare i fotoni UVB, colpiscono il nostro reticolo atomico nei semiconduttori della pelle, i fotoni diventano effettivamente particelle con una “massa” diversa da zero. Ciò significa che la luce non polarizzata dal sole diventa polarizzata, guadagna massa ed acquisisce inerzia e quantità di moto. Questo, unito all’inerzia sono ciò che modifica il colesterolo in un altro tipo di semiconduttore affinché la luce possa catturarlo per il trasferimento al rene per l’attivazione finale.
Quando un fotone viene catturato da un semiconduttore non può più agire come un’onda. Deve agire come una particella nel substrato del semiconduttore. Quella particella è fondamentale per produrre ATP da ADP e fosforo inorganico. Questa è una legge meccanica quantistica nell’effetto fotoelettrico. Quando, caro guru delle pillole, assumi un integratore di vitamina D3 questo non accadrà MAI nelle tue cellule. E ciò ha implicazioni enormi sulle superfici del nostro corpo e nel sangue e sui trasportatori di catene di elettroni dove sono localizzate le proteine respiratorie. Questo aumenta la marcatura dell’ubiquitina nelle proteine. Questo spiega perché la vitamina D3 attivata è in grado di attivare il 3% dei geni del genoma umano. Non può farlo se la massa, l’inerzia o l’energia cinetica non sono nei tessuti che ricevono il segnale chimico da un supplemento (spesso addizionato persino con nanoparticelle!!!! A breve articolone su quest’altro tema scottante… Con tanto di studi su umani sempre in ottica quantistica). Quando assumi la vitamina D3 esogena, nessuno di questi effetti fotoelettrici avviene nel reticolo atomico. Quando il tuo livello di vitamina D3 endogena è basso, significa che l’acqua nelle tue cellule ha una costante dielettrica molto più bassa del normale. Questo riduce la quantità di luce solare che puoi assorbire per creare una EZ minima sindacale. Tutti sembrano sapere che la luce rallenta quando viaggia attraverso il vetro o l’acqua, ma nessuno sembra rendersi conto di quelle interazioni che devono verificarsi nelle nostre cellule per arrivare finalmente al segnale della vitamina D3. Questo è un evento quantico “critico”.
In Natura usiamo tutte le diverse forme di onde per distruggere le cellule (e poi ripararle in un ciclo senza fine). La luce ci sconvolge ogni giorno con cicli di luce e buio. La caratteristica unica delle cellule è che non possono controllare le onde in modo che le celle costruite per l’evoluzione siano progettate per catturare le onde stesse e dar loro un senso. Le cellule danno all’umanità una traiettoria veramente illimitata perché sono fulcro delle onde della natura. Questa direzione, tuttavia, può andare avanti o indietro nel tempo ed è codificata da geni dell’orologio circadiano e da segnali chimici come la vitamina D3. Questo è il motivo per cui il 3% del genoma umano è influenzato dalla produzione endogena di vitamina D3 che è solfatata. La vitamina D non solfatata (quella della pillola o della goccia) non ha un effetto equivalente. Le onde naturali consentite nell’ecosistema terrestre che dovremmo “cavalcare” come surfisti, spingono un uomo a maggiori altezze e quelle fatte dall’uomo ci riportano indietro e rallentano o spesso invertono l’evoluzione. Le cellule sono progettate per essere un deposito di saggezza “raccoglibile” dall’energia e dalle informazioni della natura. Quell’energia e l’informazione arrivano alle cellule come forme d’onda.
Dato che il nostro design cellulare è progettato per catturare, raccogliere e decifrare le onde, nessun essere umano dovrebbe essere considerato intrinsecamente compromesso finchè vive! Invece, ci sono carenze ambientali che causano gravi problematiche fino a menomazioni ed una vita a metà o anche meno… Pertanto, in un mondo ideale spetterebbe al clinico raccomandare al paziente di assumere un ingegnere per riprogettare l’ambiente in cui vive. Le persone reagiscono a un ambiente pessimo, molto prima che il proprio genoma venga alterato. Questo è ciò che la scienza dell’epigenetica e dei tassi di ubiquitina ci stanno comunicando, ma il paradigma moderno incredibilmente non se ne rende conto!
Persino i miei amici evolutivi non ce la fanno proprio!
Ho una notizia per voi cari amici (e tatuatevelo con il fuoco!):
Niente è più “paleo” del sole!
Ha una storia di 4,5 miliardi di anni e non di 2 milioni di anni come il genere homo e la sua alimentazione prettamente carnivora a cui ci/vi appellate a spada tratta. Ogni mattina siamo progettati per saltare fuori dal letto ed essere esplosi in aria da una BOMBA di energia. Questa BOMBA sono i raggi del sole che attraversano i nostri occhi e la nostra pelle. Quell’esplosione “solfatizza” molte cose nel nostro corpo. Dopo l’esplosione, il nostro corpo e la nostra mente passano il resto della giornata a rimettere insieme i pezzi come in un puzzle quantico. Il mosaico di esplosioni di luce solare e collisioni con atomi avvengono quando elettroni/protoni e luce si scontrano nelle nostre membrane cellulari del nostro RPE e della nostra pelle.
FINE PARTE 1