Ehiiiii…dico a voi! Si, proprio a voi! Cari medici e biologi boriosi e presuntuosi. Dall’alto della vostra parete piena di pezzi di carta risuona tutta la vostra arroganza.
di Alessio
Cari dottoroni, mille corsi e specializzazioni vi conferiscono un’aura quasi divina, voi non siete uomini di scienza, voi SIETE la scienza, una sorta di divinità scese in terra per salvare l’umanità.
Amici miei, non avete capito un emerito c…o! Prendete esempio dai vostri colleghi più umili, perché loro sanno di conoscere solo una MINIMA parte delle leggi che regolano la biologia del regno animale (come diceva il compianto professor Genovesi).
Una lezione imperdibile (per i Medici un bagno di umiltà!).
Voi, invece, siete solamente degli stolti che pensano di sapere tutto e di avere il pieno controllo della Natura; sei forse uno di quelli che grida a pieni polmoni il mantra dettato dalle case farmaceutiche: ”La scienza non è democratica”.
La biologia quantistica, ci spiega subito come mai non avete capito una mazza! Ma voi, che ne sapete… Provate a chiedere a qualche fisico o ingegnere invece; collaborare umilmente con loro invece di ergervi a totem portatori di verità assoluta.
Nella migliore delle ipotesi, avete solo letto qualche articolino e vi improvvisate esperti non appena qualcuno vi punzecchia sull’argomento.
La scienza VERA, è e deve essere UMILE e interrogarsi continuamente su tutto; e voi, miei cari, vergognatevi!!
Ma a cosa serve questo lungo preambolo? Ad attaccare la comunità medica?
Nient’ affatto!! Serve a far vedere che il riduzionismo è uno dei mali peggiori che affligge un’umanità stupida e arrogante, che pensa di aver capito tutto, quando in realtà non ha capito NULLA (o quasi).
Ma andiamo avanti muovendoci al vero punto dell’articolo.
La biologia quantistica
Andiamo a vedere subito un esempio su come gli effetti quantistici, invisibili alla nostra prospettiva macroscopica del mondo, possono in realtà avere implicazioni incredibili sul funzionamento dei sistemi viventi.
Matthew Fisher, un fisico dell’Università della California, lo scorso anno, ha proposto la sua teoria relativa al funzionamento del cervello [1]: gli spin nucleari degli atomi di fosforo possono essere visti come “qubits”, come in una sorta di computer quantistico.
Ci aveva già provato Penrose nel 1989, ma la sua teoria dei “microtuboli” era stata da subito criticata in quanto non considerata capace di superare l’effetto di “decoerenza”.
Questo è dovuto al fatto che l’entanglement, necessario per mantenere la connessione dei qubits, è stato considerato fino ad ora un fenomeno estremamente labile.
Nonostante si lanci subito letame contro le nuove teorie (gli “eretici” hanno sempre avuto vita dura nella storia), durante l’ultimo decennio, l’evidenza che certi sistemi biologici utilizzino la meccanica quantistica si rafforza sempre di più.
Ad esempio, nella fotosintesi, gli effetti quantistici aiutano le piante a produrre l’energia a loro necessaria.
Pare che anche i processi migratori degli uccelli siano condizionati da questi “strani” meccanismi, così come il senso dell’olfatto negli esseri umani.
Fisher, doveva solo trovare il modo di spiegare come sia possibile mantenere l’entanglement per un tempo necessario ad espletare i processi biologici.
L’intuizione
La sua intuizione è arrivata proprio dall’osservazione relativa all’efficacia di un farmaco antidepressivo. Egli è rimasto molto sorpreso quando ha scoperto che i neuroscienziati sanno molto poco circa i meccanismi di funzionamento degli psicofarmaci.
Siccome questa tipologia di farmaci presenta molecole complicate, Fisher si è concentrato nella più semplice, il litio. L’idea è stata quella di confrontare la forma più comunemente utilizzata, il litio-7, con quella più rara, il litio-6.
In teoria, non dovrebbe cambiare nulla, visto che i due isotopi sono chimicamente identici; essi differiscono solo nel numero di neutroni del nucleo.
Lo studio era già presente, effettuato nel 1986: i risultati erano “incredibilmente” diversi per i due isotopi, relativamente al comportamento dei campioni (studio effettuato sui ratti).
Come si spiega questo risultato?
Il segreto è nello spin nucleare, una proprietà quantistica che determina il tempo di coerenza, isolando gli atomi dagli effetti dell’ambiente circostante: minore è lo spin, e meno il nucleo interagisce con campi elettrici e magnetici, resistendo così alla decoerenza.
Siccome il litio-7 e il litio-6 hanno un numero diverso di neutroni, hanno anche uno spin diverso.
Come risultato, il litio-7 è soggetto ad una decoerenza che avviene troppo rapidamente per avere effetti sulla performance cognitiva, mentre il litio-6 può mantenere la coerenza molto più a lungo.
Lo schema di protezione quantistica
Il cervello ha quindi bisogno di mantenere l’entanglement quantistico per un certo periodo di tempo.
Un possibile candidato, è il fosforo, che ha come spin ½, rendendo possibile un lungo periodo di coerenza. Il fosforo non può formare un qubit stabile di per sé, ma può farlo se si lega agli ioni di calcio per formare dei clusters.
Il processo inizia nella cellula con un composto chimico chiamato pirofosfato. E’formato da due fosfati legati insieme, ognuno composto da un atomo di fosforo circondato da atomi di ossigeno con spin pari a zero. L’interazione tra gli spin dei fosfati causa l’entanglement: si possono accoppiare in quattro modi diversi, e uno di questi produce una risultante nulla (stato di massima coerenza), cruciale nei processi quantistici.
Successivamente, gli enzimi rompono i legami dei fosfati in due ioni liberi, che rimangono in stato di entanglement anche dopo essere stati separati. Questi ioni si possono poi combinare con gli ioni di calcio e gli atomi di ossigeno e diventare molecole di Posner.
Né gli atomi di calcio né quelli di ossigeno hanno uno spin nucleare, preservando in questo modo lo spin totale di ½; così, questi clusters possono proteggere il sistema da interferenze esterne e mantenere la coerenza per un periodo di tempo relativamente lungo, in modo tale da garantirne l’effetto biologico macroscopico.

Morale della favola
Ora, cari dottoroni, torniamo a voi!
Come fate a propinare molecole “bioidentiche” come se fossero acqua fresca?
Ma siete proprio sicuri che siano veramente IDENTICHE?
Abbiamo visto sopra che isotopi diversi hanno effetti diversi, e questo non riguarda solo il litio, ma ad esempio l’idrogeno e il deuterio hanno una differenza abissale a livello di effetti biologici (il dott Kruse è uno dei pionieri dello studio degli effetti nefasti di quest’ultimo).
Vediamo ad esempio i tanto amati ormoni bioidentici [2]:
“Ci sono due isotopi di carbonio, C-12 e C-13, nella struttura chimica degli ormoni steroidei nelle piante e nell’uomo. Gli studi dimostrano che gli steroidi semisintetici hanno un rapporto diverso tra questi due isotopi rispetto alla loro controparte endogena”.
L’isotopo C-12 ha spin nucleare zero, mentre il C-13 ha spin 1/2 [3].
Questo potrebbe avere un effetto biologico considerevole, su cui vale la pena riflettere.
Ma a voi che importa cari dottoroni? Per una consulenza di dieci minuti vi mettete in tasca un po’ di quattrini (spesso senza ricevuta), vi spaparanzate alle Maldive grazie ai premi delle case farmaceutiche, che vi hanno trasformato in pusher legalizzati.
Ovviamente, non tutti sono così, grazie mille dott. Genovesi, grazie mille dott. Kruse, voi siete voci fuori dal coro, voci che possono veramente fare la differenza nel mondo del riduzionismo estremo.