L’Alzheimer può essere trattato con successo con metodi propri della medicina evoluzionistica.

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione | Pillole | Salute

27 Marzo 2016

Traduzione ed adattamento di Eva, psicologa specializzata in neuroscienze cognitive

dementia

L’Alzheimer è la causa principale del declino cognitivo legato all’età, con circa 5,4 milioni di pazienti americani e 30 milioni di altri anziani affetti in tutto il mondo.

Un studio del 2014 condotto negli Stati Uniti descrive un programma terapeutico innovativo completo e personalizzato che si basa sulla patogenesi alla base della malattia di Alzheimer, e che coinvolge molteplici modalità atte a conseguire un miglioramento a livello metabolico per la neurodegenerazione.

I primi 10 pazienti, all’inizio del trattamento, mostravano: perdita di memoria, lieve decadimento cognitivo amnesico (aMCI), declino cognitivo soggettivo (SIC) e, in alcuni casi, si riscontrava la presenza di disorientamento topografico (tipico dell’evoluzione dell’AD) e deficit attentivi piuttosto gravi da inficiare la sfera affettiva e soprattutto quella lavorativa.

In cosa consiste questo programma? Scopriamolo nel dettaglio grazie all’accurata descrizione del follow up di tre pazienti ivi riportati¹.

Innanzitutto i pazienti sono stati sottoposti ad un regime alimentare che prevedeva l’eliminazione di alimenti contenenti carboidrati semplici, glutine e l’incremento del consumo di verdure, frutta e pesce non di allevamento, carne di animali nutriti con erba (NDR. ma ooopppsss mi sembra proprio la paleodieta…);

digiuno di un minimo di tre ore tra la cena e prima di andare a dormire e, quindi, di 12 ore tra cena e prima colazione; utilizzo di prebiotici e probiotici; un dosaggio di 0,5 mg di melatonina prima di dormire e di 500 mg di triptofano (Trp) tre volte a settimana, questo ha fatto si che le ore di sonno aumentassero da 4/5 a 7/8;

supplementazione di vitamina D3, C ed E ogni giorno (ndr. i quantitativi variavano da paziente a paziente), olio di pesce (2000mg ogni giorno) e olio di cocco; per ridurre lo stress sono state consigliate pratiche come lo yoga e la meditazione (almeno 20 minuti al giorno) abbinate a circa trenta minuti di attività fisica 4/6 volte a settimana. (vedi tabella 1 per i dettagli).

Tabella 1- Piano Terapeutico

Obiettivo Approccio Riferimenti
Dieta alimentare: ridurre al minimo i carboidrati semplici, ridurre al minimo l’infiammazione. Ai pazienti è stata data la possibilità di scelta tra diverse diete con bassi livelli di glicemia, bassa infiammazione, basso contenuto di grano Riduzione dell’infiammazione, e della resistenza all’insulina.
Migliorare l’autofagia, la chetogenesi. Digiuno di 12 h a notte e di tre ore prima di andare a dormire. Riduzione  dei livelli di insulina

Riduzione dell’Aβ

Ridurre lo stress Attività come yoga, meditazione, musica Riduzione dello stress, (CFR asse ipotalamico-ipofisiario)
Ottimizzare il sonno 8h sonno a notte; 0,5mg di melatonina tre volte al giorno, 500 mg di triptofano (Trp) per tre volte a settimana (se sveglio) escludere i casi di apnea notturna.
Attività fisica Esercizio 30/60 min al giorno per 4/6 volte a settimana;
Stimolazione cerebrale  Bacopa monniera, MgT
 Vitamina D tra 50 e 100 ng/ml  Integrazione di Vitamina D e K2
Aumentare la funzione SirT1 Resveratrolo
Equilibrio ormonale Ottimizzare i valori diT3, T4, E2, T, progesterone, pregnenolone, cortisolo.
Equilibrio intestinale Ripristinarlo se necessario con prebiotici e probiotici Evitare l’infiammazione; autoimmunità.
Riduzione del livello di A-β Curcumina
Miglioramento delle capacità cognitive Bacopa monnieri, MgT
 Aumento dell’NGR (fattore di crescita neuronale)  H. erinaceus or ALCAR
 Stimolare le sinapsi  Citicoline, DHA
 Antiossidanti  Vit. E, C, Acido alfa lipoico…
Ottimizzazione di antiossidanti Mirtilli, vitamina C
 Migliorare il rapporto Zn/Cr  Da valutare di caso in caso (ndr. ricordiamo che i vegetariani hanno questo rapporto completamente sballato)
Garantire l’ossigenazione notturna Curare l’apnea notturna
Ottimizzare la funzione mitocondriale Coenzima Q10, Acido alfa lipoico, PQQ, NAC, ALCAR, Se, Zn, resveratrolo, ascorbato, tiamina
 Focus  Acido Pantotenico
Escludere tossicità di metalli pesanti Valutare i livelli di mercurio, piombo, cadmio; chelare se necessario. Effetti sul sistema nervoso centrale di metalli pesanti.
Effetti trigliceridi Olio di cocco o axona (https://en.wikipedia.org/wiki/Axona)

Nove dei 10 soggetti hanno manifestato miglioramento soggettivo od oggettivo a livello cognitivo del giro di 3-6 mesi dall’inizio del trattamento. In questo momento il paziente che segue il trattamento da più tempo (due e anni e mezzo) continua ad avere miglioramenti costanti e marcati.

I risultati suggeriscono che, almeno nelle fasi iniziali, il declino cognitivo può essere guidato in gran parte da processi metabolici (6 pazienti su 10, infatti, dopo i mesi iniziali di trattamento, sono stati in grado di riprendere l’attività lavorativa interrotta!!!!).

I ricercatori hanno così concluso: Questo piano terapeutico potrebbe essere il punto di partenza per un’integrazione con la terapia farmacologica che, da sola, aveva condotto a risultati fallimentari.

A tergo il link con i tre case study descritti per coloro che volessero approfondire.

Riferimento:
Aging, September 2014 vol 6 n 9 707-717
“Reversal of cognitive decline: A novel therapeutic program”
Dale E. Bredesen,
Mary S. Easton Center for Alzheimer’s Disease Research, Department of Neurology, University of California, Los Angeles, CA 90095;
Buck Institute for Research on Aging, Novato, CA 94945.
Link: qui

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