Alzheimer: i fattori di rischio modificabili, un’ampia meta-analisi

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione | Pillole | Salute

13 Aprile 2016

Adattamento: Angelo

old

L’Alzheimer è una malattia ad altissima prevalenza e le statistiche sono in grande crescita tanto che è considerata ormai un’emergenza sociale. E’ chiamata anche diabete di tipo 3.

I ricercatori volevano indentificare i fattori di rischio e quelli protettivi per la malattia. Hanno identificato 16.906 articoli disponibili in letteratura sull’Alzheimer, di cui 323 con 93 fattori hanno incontrato i criteri di inclusione per la meta-analisi.

Tra i fattori con evidenza relativamente forte (popolazione raggruppata> 5000) nella meta-analisi, sono stati trovati  prove di grado I (massimo) per 4 esposizioni a farmaci:

  • estrogeni,
  • statine,
  • farmaci anti-ipertensivi e
  • farmaci non steroidei anti-infiammatori

4 esposizioni alimentari (protettive)

  • acido folico,
  • vitamina E
  • vitamina C e
  • il caffè.

Hanno trovato prove di grado I che dimostrano che un parametro biochimico, l’iperomocisteinemia (ndr. caratteristico di molti vegetariani e vegani) e una condizione psicologica, la depressione che aumentano in modo significativo il rischio di sviluppare AD.

I ricercatori hanno anche trovato prove di grado I di ruoli complessi di malattie pre-esistenti (che aumentano il rischio)

  • fragilità
  • aterosclerosi carotidea
  • l’ipertensione
  • bassa pressione arteriosa diastolica,
  • diabete mellito tipo 2 (per la popolazione asiatica)

Invece queste malattie diminuirebbero i rischio:

  • artrite,
  • malattie cardiache,
  • sindrome metabolica e
  • il cancro

Aumentano il rischio come stile di vita:

  • basso livello di istruzione,
  • elevato indice di massa corporea (BMI) a metà della vita e
  • persino il basso indice di massa corporea

Mentre diminuiscono il rischio

  • l’attività cognitiva,
  • abitudine al fumo (popolazione occidentale) (ndr. che comunque sconsigliamo per altri noti motivi),
  • l’esposizione alla luce
  • un bere moderato di alcolici
  • controllo dello stress,
  • un alto indice di massa corporea in tarda età.

Non sono state identificate prove sulle professioni svolte nella vita.

In conclusione, interventi efficaci nella dieta, farmaci, controllo di alcuni parametri biochimici, la condizione psicologica, malattie preesistenti e stile di vita possono ridurre nuove insorgenze dell’AD.

Riferimento:
J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2015 Dec; 86(12):1299-306. doi: 10.1136/jnnp-2015-310548.
Meta-analysis of modifiable risk factors for Alzheimer’s disease.
Xu W, Tan L, Wang HF, Jiang T, Tan MS, Tan L, Zhao QF, Li JQ, Wang J, Yu JT
Link: qui

Tante altre notizie simili

Articoli recenti…

BIOHACKING, INSULINA E CHETONI

BIOHACKING, INSULINA E CHETONI

Anche nelle piattaforme scientifiche più accreditate si parla sempre di più di biohacking [1]. “Nella ricerca della...

GLUTINE E IPOTALAMO

GLUTINE E IPOTALAMO

GLUTINE E IPOTALAMO Incredibile studio pubblicato qualche giorno or sono ed eseguito su cavie. Ma lo studio si può...