Acidi grassi saturi e cardiopatia ischemica: dipende solo dalla qualità e dalla fonte dei cibi!

Scritto da Angelo

Categorie: Nutrizione | Pillole | Salute

26 Marzo 2016

Adattamento: Angelo

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L’associazione tra il consumo dietetico di acidi grassi saturi (SFA) ed il rischio di avere cardiopatia ischemica (IHD) è molto dibattuta.

I ricercatori protagonisti di questo lungo studio hanno cercato di indagare se:

  • il consumo di acidi grassi saturi possono essere associati con il rischio IHD e
  • se le associazioni potessero dipendere da:
    – dalla sostituzione con altri macronutrienti,
    – dalla lunghezza delle catene di atomi di carbonio dei grassi saturi stessi e
    – dalla fonte alimentare

Tra il 1993 ed il 1997 sono state misurate, tramite un questionario di frequenza alimentare, le assunzioni di SFA di 35,597 partecipanti in uno studio prospettico europeo su cancro e nutrizione in una coorte olandese. I rischi di IHD sono stati stimati con una regressione di Cox multivariata.

RISULTATI:
Durante 12 anni di follow-up:

  • si sono verificati 1807 eventi di IHD.
  • Il consumo totale di SFA è stato associato ad un più basso rischio IHD (HR per ogni 5% di energia: 0,83; 95% CI: 0.74, 0.93).
  • sostituire le proteine ​​animali con acidi grassi monoinsaturi cis, acidi grassi polinsaturi (PUFA), o carboidrati era significativamente associato con un maggiore rischio IHD  (HR per ogni 5% di energia: 1,27-1,37).
  • Sono stati osservati moderatamente più bassi rischi di IHD per maggiori assunzioni della sommatoria dei seguenti SFA: butirrico (ndr. latte) (4:0) attraverso il  caprilico (ndr. latte e cocco) (10: 0) (HRSD: 0,93; 95% CI: 0.89, 0.99), acido miristico (ndr. latte ed animali) (14: 0) (HRSD : 0,90; 95% CI: 0.83, 0.97), la somma di pentadecanoico (15: 0) e margarico (animali e vegetali) (17: 0) acido (HRSD: 0.91: 95% CI: 0.83, 0.99), e per saturi da fonti lattiero-casearie, tra cui il burro (HRSD: 0,94; 95% CI: 0.90, 0.99), il formaggio (HRSD: 0,91; 95% CI: 0.86, 0.97), e latte e e prodotti lattiero-caseari (HRSD: 0,92; 95% CI: 0.86, 0.97).

CONCLUSIONI:
In questa popolazione olandese, una maggiore assunzione SFA non è stata associata a rischi più elevati di IHD. Il rischio IHD inferiore osservato non dipende dalla sostituzione del macronutrienti ma sembrava essere guidato principalmente dalle somme dell’acido butirrico attraverso l’acido caprilico, la somma di acido pentadecanoico e margarico, acido miristico e saturi da fonti casearie.
I ricercatori stessi restano sbigottiti dagli incredibili risultati e mettono le mani avanti…
Fattori di confondimento residui dalla terapia ipocolesterolemizzante e grassi trans o una limitata variazione nell’assunzione di SFA e PUFA può spiegare i nostri risultati. Le analisi dovrebbero essere ripetute in popolazioni con differenze più ampie di assunzione di SFA e più fonti di cibo contenenti SFA.

Riferimento:
Am J Clin Nutr. 2016 Feb;103(2):356-65. doi: 10.3945/ajcn.115.122671. Epub 2016 Jan 20
The association between dietary saturated fatty acids and ischemic heart disease depends on the type and source of fatty acid
Autori Vari
Link: qui

La verità sul colesterolo ed grassi saturi.

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